Malgrado le continue proteste dei cittadini e il rimprovero del capo dello Stato ai politici, Napoli continua ad essere sommersa dalla spazzatura.
Con la chiusura della discarica di Villaricca verrà indetto un piano di riapertura di discariche chiuse, e situate in luoghi isolati. Tuttavia non tutti gli abitanti del capoluogo campano sono d’accordo con questo progetto. A Terzigno una quarantina di persone ha occupato l’aula consiliare del Comune, poiché uno dei punti di raccolta per l’immondizia si trova nel bel mezzo del parco nazionale del Vesuvio.
Intanto a Napoli scatta l’allarme sanitario per l’ingente numero di topi ed insetti che girano per la cittadina.
La Campania per molti anni è stata, e lo è ancora oggi, il deposito delle sostanze tossiche del Nord, a causa della diffusa criminalità. Il che ha devastato gravemente l’ambiente, ed ha costretto la regione ad esportare i suoi “innocui” rifiuti (che potrebbero altrimenti diventare una grande fonte di profitto) in Germania, pagando prezzi esorbitanti per il contribuente.
Intanto un’infinità di treni partono da Napoli trasportando ognuno 580 tonnellate d’immondizia, inserite in enormi capsule a forma di uovo (lo strano convoglio è composto di 21 vagoni) e dopo 32 ore arrivano a Dusseldorf ed a Oberhausen. Il piano di smaltimento tedesco prevede l’eliminazione di 100/200mila tonnellate di rifiuti. Al giorno d’oggi si è giunti ad una situazione paradossale…mentre un tempo la Campania esportava all’estero laureati, oggi l’unica merce esportabile è la spazzatura, da cui non si ricava né ricchezza né gloria. C’è chi dà la colpa al governo regionale, e chi pensa che bisognerebbe istituire un comitato per la salute pubblica.
Penso che la soluzione non sia così semplice, perché la spazzatura costituisce un business troppo grande per la criminalità organizzata.