Il treno, per noi pendolari, rappresenta il nostro mondo, e come un bravo cristiano è tutta casa e chiesa, così un buon pendolare è tutto treno e ufficio. Sì, ogni volta che prendiamo questo mezzo, proclamiamo la sua infinita utilità!
Tra noi pendolari esiste una comunione di intenti (feeling!, in inglese), e condividiamo tutto, persino…la musica, quella del collega affianco o che comunque viaggia nello stesso scompartimento. Questo grazie alle famose “cuffiette”.
Non è raro vedere ragazzi, e non solo loro, che, appena il treno parte, tirano dalla borsa o dal cappotto un minuscolo contenitore nero che, nonostante le minute dimensioni, nel suo interno contiene: una radio, un “ MP3”, un “i pod”, un mangia mini CD. Con cura svolgono il filo che alle estremità porta due piccoli tappi da “infilare” nelle orecchie. Questa operazione non è delle più semplici né delle meno cruente. Occorre, infatti, fare in modo che i tappi prima entrino nei padiglioni auricolari, che vengono perciò allargati, tirati, deformati ed adattati, e poi che stiano fermi, e perciò (sempre i padiglioni) vengono premuti, strizzati, compressi. Alla fine, le orecchie saranno un po’ rosse, ma i tappi reggono e si può iniziare la regolazione del volume, che non può essere meno del massimo. La musica va gustata a livello di discoteca. Altrimenti che gusto ci sarebbe!
Un buon pezzo di Zucchero o dei… va dritto al cuore…e al cervello passando per le orecchie, e, questo, come si sa dall’acustica, può avvenire solo se le onde sonore vengono “spinte” all’interno.
Perciò bisogna alzare il volume! Tutti debbono sentire ed apprezzare la buona musica, “gratis”.
Ormai, le cuffiette fanno parte del “look” e dell’attrezzatura sportiva. Pensate a cosa sarebbe fare del “footing” o “jogging” senza le cuffiette? Si ridurrebbe ad una semplice “corsa”.