Partimmo una mattina, addì 23 maggio
Alla volta di Roma, di buon’ora
D’Igea le classi terze, all’arrembaggio
Di tutta fretta, marciando a…dieci all’ora!
Arrivati all’auditorio, fra traffico e sudore
Trovammo in sala, pronti ad … assaltarci Bibliotecari, esperti e qualche assessore
E oramai indietro non potevam più farci
Iniziò, così, la lunga discussione
Con la “storia di Tivoli” e “l’album di famiglia”: della “fiera” l’origin segue la presentazione mentre in sala succede un parapiglia
Poi fu la volta di Subiaco, intenta
Ad andare “A piedi a Vallepietra”
E di Cerveteri la storia d’una “fornace” spenta
Col “registro” di Monterotondo poi s’arretra
E “centrali idroelettriche” e “tram della memoria”
E “scuole del futuro” con “frammenti di storia”
Con “case del Fascio” e “codice Petrarca”
Con “statio e mutatio” infino a qualche “Arca”
Con “mura che raccontano” la loro storia stessa
E fino al nostro, ch’è “di Castro la Badessa”
Con intrighi d’amore e storie di briganti
Ambientato ad Albano, con famiglie litiganti: pare che ci recuperi la motivazione ci tolga la noia che abbiam de la lezione!
Dopo mille interventi che ci avevano accorato
Sol con una tavolata mangereccia
Ci alzammo di soppiatto e a perdifiato
Guadagnando l’uscita, rapidi come freccia
E alla volta di Genzano fino a sera
Con in testa tante chiacchiere ma in cuor ‘na cosa vera: la storia siamo noi, noi facciam la storia con l’apporto di ognuno, costruiam la memoria!