RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Teatro

Un Festival “coraggioso”

La rassegna, a differenza della passata edizione, dedicata esclusivamente ai corti teatrali, è stata presentata in versione indoor nello Spazio Z.I.P., scelta sicuramente azzeccata dato che lo spazio chiuso e raccolto è maggiormente congeniale alla fruizione di uno spettacolo teatrale. Il Teatro dello Z.I.P. si è presentato all'appuntamento rinnovato ed adeguato alle esigenze degli spettacoli e del pubblico. La soluzione della nuova edizione, idonea ad uno spettatore avvezzo al teatro, quindi sicuramente più coraggiosa, è quella attuale in cui la direzione del Festival si espone attraverso le scelte e la selezione.
Il neonato refrattario a cura di Opera Decima Teatro è un testo incentrato su di un'idea curiosa, metafora del dramma odierno dei bamboccioni, già letto con estrema ironia dal film Tanguy, che si trascina stancamente a causa di una lentezza di tempi nella scrittura e di un eccesso di grottesco. Il dramma farsesco di una donna che non riesce a partorire per 30 anni il figlio. Lei è bloccata, stanca e inacidita da questo legame inscindibile, mentre lui (il figlio) si rifiuta di nascere per vigliaccheria, non vuole scontrarsi con il mondo "fuori".
Il testo che ha proposto la Compagnia Biancofango, In punta di piedi, è sostanzialmente ben costruito, scritto con ironia, con cura dei tempi e riesce a cogliere l'attenzione dello spettatore. Partitura per un attore solo, che evoca una partita di pallone di una piccola squadra fiorentina, con tutti i suoi personaggi e le loro storie e pensieri. Ed in sintesi la partita e il calcio non sono altro che metafore. Decisamente lo spettacolo maggiormente ambizioso è Venti della Bluebox Project. Due storie a specchio sulla solitudine, l'incomunicabilità e l'abbandono dell'Io e dell'amato. Un testo forse ancora troppo complicato e pretenzioso per attori ancora troppi giovani ed inesperti.

Per la rubrica Teatro - Numero 76 novembre 2008