Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Beni culturali

SPAZI DI CONDIVISIONE

Li chiamano social networking, social network web sites, social software, ma il concetto è sempre lo stesso: incontrarsi in rete, condividere, conoscere altri utenti. Le reti sociali sono strumenti in grado di generare nuovi spazi di creazione di gusti e consumi culturali...

I social networking sono siti internet che hanno uno scopo solo: quello di mettere le persone in contatto fra di loro. Sono uno strumento in grado di generare nuovi spazi di creazione di gusti e consumi culturali, dimostrandosi potenzialmente capaci di capovolgere i sistemi produttivi culturali, a partire da quelli musicali.
E funzionano tutti nello stesso modo. Si crea una username e una password, si compila un breve resoconto su se stessi - scuole frequentate, lavori fatti, musica preferita, letture abituali, hobby e cosi via - e con questa identità digitale si comincia a cercare persone che condividono i nostri interessi. Oppure no.
Di solito si inizia cercando gli amici - magari già iscritti a questi servizi - e poi si passa a sfogliare le pagine degli altri utenti alla ricerca di persone da contattare, secondo un criterio che noi decidiamo e che ci viene suggerito da come altri come noi hanno compilato il proprio profilo. Nella loro estrema semplicità, i social network sono dei meccanismi molto potenti e questo potere è racchiuso nel nome: network. La possibilità, cioè, di fare rete, di mantenere contatti e di crearne di nuovi. A ben riflettere questi servizi del web 2.0 permettono di fare con internet quello che tutti noi facciamo ogni giorno, conoscere persone e scambiare qualcosa con loro, spesso idee, molto spesso relazioni - di amicizia, per esempio.
È la stessa filosofia del viaggio in treno, quando noi un po' per noia, un po' per curiosità, attacchiamo bottone al nostro vicino di posto o ci facciamo coinvolgere in discussioni su massimi sistemi così, solo per il gusto di farlo. Ovviamente non tutti i social network sono uguali. Ci sono i siti dove creare nuove amicizie come MySpace o Facebook. In questo caso attraverso la pagina che rappresenta il nostro profilo, la nostra identità online, lanciamo messaggi, facciamo vedere video (magari "presi" da Youtube) oppure mostriamo le nostre foto. Esistono siti dove creare contatti professionali - Linkedin o Neurona -: in questo caso la pagina che rappresenta la nostra identità online altro non è che il nostro curriculum, e seguendo il percorso rappresentato dalle connessioni conosciamo altre persone che magari cercano proprio noi per coinvolgerci in un progetto.
Ma il processo di specializzazione non conosce limiti, è solo una questione di fantasia. È il caso di Last.fm, il sito di social network a tema musicale dove possiamo condividere le nostre playlist preferite e, ascoltando quelle degli altri, possiamo conoscere nuovi gruppi, nuove tendenze. Oppure Dogster - se si amano i cani - o Catster - se si amano i gatti, luoghi virtuali dove parlare del nostro "fido" o del nostro "fufi". Voglia di chiacchierare, desiderio di parlare della musica che ascoltiamo o semplicemente scambiare consigli su qualcosa che ci sta a cuore (come il nostro animale domestico): comunque venga declinato è la passione il vero motore di queste applicazioni. Il web è solo un'opportunità tecnologica, condizione necessaria ma non sufficiente. Se paragoniamo il web a una metropoli, i siti di social networking sono come dei giardinetti recandoci nei quali incontriamo altre persone oppure sappiamo che di lì - prima o poi - incontreremo i nostri amici. Sono una porzione finita di spazio sociale che fa parte di quella porzione infinita di contenuti, contatti, persone, interessi che è il web. Porzione finita.
È questo che sta interessando gli esperti di marketing. Il marketing deve canalizzare attenzione su un prodotto o un servizio cercando di intercettare tutti quelli che potrebbero essere consumatori interessati. Per fare questo non è sempre conveniente usare - ad esempio - la televisione, troppo costosa e dispersiva. È più semplice promuovere il gruppo su MySpace o Last.fm, li c'è una comunità di appassionati che daranno al gruppo un'attenzione tale che non si avrebbe con altri canali. Più efficace. Ed economico.

Per la rubrica Beni culturali - Numero 72 giugno 2008