Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Arte

L’arte di vivere l’arte

Intervista a Silvia Sfrecola Romani

Esodi fastidiosi

A Velletri, nel cuore della campagna romana, esiste un luogo decisamente singolare. È la "CASA del CRITICO", home gallery, uno spazio sospeso tra una galleria d'arte ed un'abitazione privata. Una home gallery infatti non è altro che una galleria d'arte tra le mura domestiche in cui il salone ma anche il bagno, la camera da letto come la cucina diventano luoghi per l'arte. Le home gallery, così poco diffuse in Italia, sono un'esperienza tutta americana: negli altri paesi, specie negli USA, è molto più comune l'idea di aprire le porte della propria casa per accogliere un pubblico selezionato di amici, amici degli amici, conoscenti e così via per trascorrere una serata diversa accompagnando il tutto magari con un buon vino. Rispetto ad una galleria d'arte, il clima è assai più rilassato, friendly, informale. E poi non c'è l'ansia di comprare: i pezzi, si sa, sono in vendita e agli artisti che espongono gratuitamente fa piacere vendere qualcosa, ma non si avverte l'ansia dell'acquisto. La Casa del critico qui a Velletri funziona un po' come uno studio nel quale si progettano eventi. Dietro c'è una donna e l'esigenza fondamentale di conciliare famiglia, casa in campagna, studi storico-artistici e passione per l'arte contemporanea.
Domanda: Silvia, ci dica come è nato tutto questo, che cosa ha pesato di più nella sua scelta: passione, fortuna, casualità... necessità?
Risposta. Senz'altro la necessità... ma vi racconto la mia storia: quando ho concluso la specializzazione in Storia dell'Arte a Milano, la mia tesi in museologia mi portava verso gli Stati Uniti o la Germania, dove il museo è una realtà ben diversa rispetto all'Italia. Ma le esigenze familiari vengono prima di tutto, o almeno nel mio caso è stato così. Inutile dire che ho provato a confrontarmi con la situazione italiana ma senza risultati. Nel 'pubblico' i concorsi erano (e sono) inesistenti. Il 'privato' mi scartava subito probabilmente perché appena sposata e, come è noto, lo spettro della maternità tormenta da sempre (e forse giustamente) i datori di lavoro. Con le gallerie ho avuto qualche collaborazione ma per indole oltre che per formazione sono un museologo, poco avvezza alle dinamiche commerciali che necessariamente sottendono al lavoro del gallerista. Nel '99, con mio marito, comprammo la casa dove attualmente vivo, una casa grande, in campagna, con tanto spazio dentro e fuori. Con Giuliana Bocconcello, una mia amica artista di Latina organizzammo subito "Metti una sera ..l'artista a casa del critico", tante sculture sparse in giardino, tante candele e tanta gente: ricordo che questa cosa mi stupì fin dall'inizio: vedere tanta gente venuta a casa mia a guardare delle opere d'arte. Da allora non ho più smesso di organizzare mostre dentro casa! Lavoro molto con i giovani, soprattutto sconosciuti, sono bravissimi e costano poco, il 'mio' pubblico se li può permettere, ma qualche senior ogni tanto fa capolino (Corrado Bonomi, Vittorio Valente): io li apprezzo molto, soprattutto per la grande disponibilità, ma faccio fatica a spingere i loro pezzi. Il 'mio' pubblico è composto per lo più da amici, conoscenti; ma adesso il giro si è allargato attraverso un passa parola. I numeri delle mie inaugurazioni? Ho raggiunto le 200 persone ma ho avuto due mostre (bellissime!) con circa 10 persone: il motivo? Casualità, eventi concomitanti, periodo sbagliato. Nonostante quattro anni di lavoro, sebbene 'distratta' da due gravidanze ravvicinate, posso dire di non avere ancora una linea di condotta definita (e definitiva): io amo la fotografia ma ho molta difficoltà perchè ciò che riesco a trattare con maggiore facilità è e resta la pittura. Ho sempre opere pittoriche perchè sono le più richieste. Sto cercando pian piano di spostarmi verso la fotografia, la mia passione, ma è un lavoro che richiede tempo e pazienza.
La CASA del CRITICO non è un galleria d'arte tradizionale, nel senso che non partecipo a fiere, non conosco bene il mercato dell'arte, ma io la penso come un'officina culturale, in cui nascono progetti, proposte, idee che contribuiscano veramente a cambiare le cose. L'arte contemporanea è uno strumento eccezionale per aiutare a pensare: io credo che l'aspetto più eccitante del mio lavoro sia il confronto con gli artisti: ho scoperto delle persone eccezionali, che credono e ti fanno credere che cambiare le cose sia davvero possibile. La programmazione espositiva è libera, soggetta agli impegni organizzativi degli artisti ed agli eventi che pianifico al di fuori della casa: c'è sempre una collettiva a Natale (che è un'occasione da non perdere perché accanto ai giovani trovi anche l'artista importante) e l'evento di chiusura che si tiene a fine maggio con una grande festa in giardino. Inoltre tutte le inaugurazioni si tengono sempre di domenica pomeriggio. A marzo sarà la volta di una personale imperdibile, MONDO di P'ANNA, fotografie di Anna di Prospero. Anna, giovanissima artista di Sezze (LT), rappresenta il 'prototipo' dell'artista della CASA del CRITICO ovvero sconosciuto ma di talento. Anna di Prospero è bravissima: che si fotografi o che si faccia fotografare non è importante perché nel ruolo di regista, scenografa, direttore della fotografia, costumista, attrice c'è solo lei. A guardarla sembra la versione italiana di Amelie, con quel suo modo di fare delizioso e irresistibile, fuori dal tempo, scanzonato e sbarazzino ma nel suo lavoro Anna è razionale, perfezionista, cerebrale. Le sue opere sono affascinanti. Una delle cose che mi ha più colpito è la luce con cui Anna ha un rapporto speciale: luce atmosferica, calda e avvolgente (Les Impression, The promenade) o, per contro, pierfrancescana, ovvero tutta mentale, assoluta, ferma (La cura, Primo amore, Vertigo). Una luce sempre e comunque immobile come l'acqua della piscina di Incurable, luce artificiale, sintetica, mai naturale, mai vibrante, mai pulsante, che niente lascia al caso, ma tutto evidenzia senza mai svelare. Evidenziare e non svelare dunque, rendere nitido e non spiegare, mostrare e non dire. Una mostra da vedere.
A prescindere dal fatto che siano più o meno giovani, io cerco con la CASA del CRITICO di promuovere gli artisti e l'arte contemporanea perché vedo e sono sicura dell'effetto delle opere una volta entrate dentro casa. Un'opera d'arte contemporanea che entra dentro una casa cambia la vita di coloro che vivono quello spazio. E se non lo fa vuol dire che o non è abbastanza potente o che non è stata comprata con la testa ed il cuore ma solo con il portafoglio. Ogni volta che consegno un'opera a chi la ha acquistata mi trovo quasi sempre a dover rileggere completamente lo spazio nel quale essa viene collocata, è una specie di rivoluzione interna/interiore: spostare un divano o un tappeto, eliminare una poltrona o cambiare il colore alle pareti. Succede davvero di tutto. Partendo da questa esperienza, è nato "Interni Contemporanei - l'arte di vivere l'arte", un nuovo progetto in collaborazione con Annalisa Lazzarotto, arredatrice d'interni e The Sign-Creative Design Agency con lo scopo dichiarato di aiutare l'arte ad entrare nelle case per essere un po' più felici.

 

la CASA del CRITICO home gallery di Silvia Sfrecola Romani
Via Ceppeta Sup. 9 - 00049 Velletri
06/86704942 - 338/7008304
www.lacasadelcritico.it

Per la rubrica Arte - Numero 69 marzo 2008