Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Arte

L'arte è contemporanea?

Barattolo di zuppa della Campbell's

Cos' è l'arte contemporanea? Come definirla? Quali caratteristiche la contraddistinguono? Quali differenze presenta da quella antica e moderna? È corretto considerarla incomprensibile, distante, dissacrante, autoreferenziale e contrapporla al bello, equilibrato, coinvolgente dell'arte antica?
Dare risposte a queste domande è un compito arduo se non addirittura impossibile anche dando per scontato di aver acquisito la definizione di arte più in generale.
Non mi impegnerò e non impegnerò questo spazio in questo impossibile compito ma proverò a riflettere come artista, attingendo alla mia esperienza diretta, sui sentimenti più diffusi che su questo argomento tutti noi esprimiamo.
Definiamo "Contemporaneo" ciò che viene realizzato in ambito artistico nel presente; l'arte contemporanea è quindi per sua natura strettamente connessa alla vita dei nostri giorni e noi ne siamo testimoni diretti ma spesso inconsapevoli.
Essa esprime quindi il tempo presente e i suoi mutamenti repentini indicando anche possibili visioni future.
Arte quindi non catalogabile, criticamente di difficile definizione, tanto meno storicizzabile, essendo in pieno svolgimento e non avendo, nel momento in cui si va esprimendo, esaurita la propria spinta propulsiva.
Gli anni '60 del secolo passato possono essere considerati il punto di transizione dall'Arte Moderna a quella Contemporanea. Va da sé che questa datazione avanza periodicamente in quanto vengono considerate concluse e quindi storicizzate esperienze artistiche che pochi anni prima erano ancora in divenire.
È questo il decennio che ha visto nascere e svilupparsi molte correnti che hanno determinato lo sviluppo dell'arte negli anni successivi. L'Arte Concettuale, la Body Art, l'Optical Art, la Minimal Art, l'Arte Cinetica, l'Arte Povera, l'Iperrealismo, la Pop Art, ecc. Quest'ultima, in particolare, avendo messo sullo stesso piano l'oggetto d'arte con quello prodotto industrialmente o comunque non artistico - vedi i barattoli di conserva "Campbell's" di Andy Warhol - ha di fatto determinato la fine del modernismo.
Esiste una gerarchia di valori per le opere delle varie epoche?
Di fronte alla evidente difficoltà di interpretazione dell'arte contemporanea, si è tentati di considerarla non all'altezza dell'arte moderna e antica.
È possibile che ci sia in atto un abbaglio generazionale tanto forte e diffuso da riuscire a distrarre tanti, anche studiosi ed esperti, da opere più vicine alla tradizione?
Relativamente al sistema dell'arte evidentemente no, visto che le vendite di opere macinano records continui con quotazioni da capogiro, ma tra le persone che non sono interne a tale sistema questa tentazione è forte e diffusa. Certo ci si può appellare alla mancanza di formazione adeguata, al bassissimo valore empatico delle opere contemporanee, al fascino che sempre esercita l'oggetto del passato, ma la presenza dell'arte contemporanea è radicata e consolidata. La realizzazione, magari recuperando vecchi manufatti in abbandono, di gallerie e musei d'arte contemporanea ha determinato il rilancio e lo sviluppo di territori in grave crisi economica e sociale. E gli esempi sono ormai molti in tutto il mondo.
La domanda che ci si può porre in questi casi è: Come avranno vissuto l'esperienza artistica gli uomini del XV secolo di fronte alle figure che andava dipingendo Masaccio nella Cappella Brancacci tra il 1424 e il 1427 nel Convento di Santa Maria del Carmine a Firenze? Probabilmente un sentimento simile a quello che pervade uno di noi di fronte ad un'opera del nostro tempo.
Si sente una certa distanza, una difficoltà a capire, non si ritrovano i consueti elementi connotativi dell'arte ai quali far riferimento per interpretare l'opera.
Nel caso di Masaccio noi possiamo appropriarci dei punti di riferimento in quanto, sia per l'artista che per l'opera, il processo di storicizzazione è da tempo compiuto; essi sono stati analizzati in tutti i loro aspetti anche in riferimento al clima culturale di allora.
Si è potuto stabilire il valore di questa nuova cultura figurativa e l'incidenza avuta nella società di allora. Si è analizzato il cambiamento che questo personaggio e le sue opere hanno saputo determinare influenzando intere generazioni. Pensiamo solo all'uso della prospettiva che Masaccio trae da Brunelleschi dopo che questi l'aveva profondamente innovata sia nelle modalità grafiche espressive, con nuove e più sofisticate tecniche di costruzione del disegno, sia ponendola a fondamento della figura umana che si riappropria così dello spazio centrale dell'opera.
Questo tipo di analisi non può adattarsi alle opere contemporanee, il giudizio rimane come sospeso ma non necessariamente negativo.
Il clima culturale oggi è frammentato, i valori di riferimento nella nostra società sono eterogenei e non condivisi, la eccessiva dipendenza del sistema dell'arte dai potentati economici fanno slittare il giudizio sul valore delle opere verso i criteri del mercato e l'incertezza resta dominante.
I colori, le tele, le tavole, gli intonaci per la pittura ed il bronzo, il marmo, il legno per la scultura insieme a pennelli, spatole, scalpelli e a tutti gli attrezzi usati per realizzare le opere, ci rimandano all'arte tradizionale e sono elementi che entrano pienamente a far parte della comprensione delle opere.
Ma gli artisti oggi hanno ampliato di molto la quantità di prodotti e attrezzi ai quali attingere, tanto che è ormai prassi corrente l'uso di materiali che di per sé non hanno alcun legame con il mondo dell'arte, spesso sottratti alle discariche: stracci, automobili rottamate, bottiglie di plastica... e l'elenco è praticamente infinito.
In questo clima tanto eterogeneo, la Computer Art, realizzata con l'ausilio del computer utilizzando la luminosità degli schermi elettronici per comunicare le opere, non si contrappone al "buon gusto" corrente e risulta, paradossalmente, più vicina alla tradizione al contrario di chi invece, consapevolmente, si procura ferite sul proprio corpo proponendosi come opera d'arte vivente e sofferente.
Allo stesso modo gli attrezzi, le tecniche, i supporti usati in campo artistico risultano essere quelli normalmente utilizzati per altri scopi. Si può scolpire o dipingere, realizzare video o installazioni, il giudizio di valore non potrà essere vincolato alla tecnica impiegata, ma solamente al risultato estetico-formale ottenuto.
Altri approcci alla produzione artistica si vanno sperimentando in questi ultimi anni sulla scia di quanto, a partire dagli anni '70, si è proposto in un ambito che viene ormai definito "Public Art", "Arte Pubblica", "Arte Ambientale".
Si tratta di una modalità che prevede lo sconfinamento, anzi la tracimazione, dalle pratiche artistiche tradizionali per invadere lo spazio urbano e naturale e la realizzazione di opere con forti valenze etiche e sociali, superando il concetto tradizionale di oggetto artistico. Argomento questo di grande importanza che potrà essere affrontato separatamente.
Ma qualunque sia la nostra storia e le convinzioni che ci siamo fatte, l'approccio all'arte contemporanea deve prevedere un atteggiamento aperto e senza preconcetti. La presunzione di verità è cattiva consigliera.

Per la rubrica Arte - Numero 69 marzo 2008