RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Musica

Resistere alle mode e alle tendenze e…tacca banda

Intervista a Mario Fermante - Direttore del Complesso Bandistico - “Cav. MarioMecheri” di Genzano

Quanto è importante una banda per l'educazione musicale sul territorio?
Credo di poter affermare che la banda, con la sua presenza attiva e costante, segni un punto di riferimento nel tessuto sociale e culturale del territorio. Nell'immaginario collettivo la musica della banda rappresenta qualcosa che resiste alle mode e alle "tendenze". Sono pertanto convinto che le iniziative musicali possano stimolare i giovani al recupero delle tradizioni storiche culturali dei luoghi in cui vivono.


Che tipo di preparazione devono avere i musicisti della banda e a che età possono iniziare?
Contrariamente a quanto si pensa, la preparazione deve essere completa sotto tutti gli aspetti, e poiché il repertorio può spaziare tra i vari generi e stili, suonare in banda può richiedere una conoscenza ampia dei linguaggi musicali.
La nostra scuola di musica ha sempre preparato i ragazzi anche per intraprendere gli studi musicali accademici. Prova ne sia il cospicuo numero di quanti hanno sostenuto esami al conservatorio e di quanti sono arrivati alla laurea universitaria nelle discipline musicali.
L'età giusta per iniziare a suonare uno strumento a fiato è ad 11 o 12 anni, ma lo studio teorico può iniziare anche prima.


Quanti ragazzi cominciano a suonare e poi abbandonano?
Pochi. Negli anni abbiamo però riscontrato l'abbandono delle ragazze che, in età adulta, appena formata una famiglia, non trovano più il tempo per studiare ed esercitarsi con lo strumento. Ciononostante nel nostro gruppo ci sono 15 giovani ragazze, dai 13 ai 28 anni. La loro presenza è per me motivo di grande soddisfazione, perché pochissime bande possono vantare un numero così significativo di donne.
Circa l'abbandono, può succedere quando l'allievo non procede con uno studio sistematico e scientifico dello strumento. L'insegnante diviene allora determinante, ma solo se possiede


La banda, a tuo parere, va a compensare la carenza di educazione musicale scolastica?
No. La banda, pur svolgendo un ruolo di prim'ordine nel Paese, non ha la forza di compensare pienamente le carenze musicali di un sistema di massa come quello della Scuola Pubblica. Pur tuttavia, la musica, nella scuola, è vissuta dai giovani come un'esperienza tra le più formative. I limiti, secondo me, risiedono nei programmi. Si dovrebbe dare più spazio alla pratica strumentale e promuovere delle esperienze tra gli alunni della scuola e le realtà del territorio. L'offerta formativa di una scuola dovrebbe sempre progettare spazi significativi di collaborazione con gruppi strumentali e corali del luogo. Mi piace pensare, per esempio, ad un "concertone" di fine anno, con tutti gli alunni e la banda. Sarebbe straordinario.


La musica bandistica può essere un elemento di mediazione che facilita l'ascolto della musica classica?
Lo è stato e continuerà ad esserlo. Storicamente, specialmente in Italia, laddove la povertà non facilitava la fruizione di eventi musicali destinati alle classi agiate, la banda ha svolto un ruolo di diffusione del repertorio colto.
I ricchi a teatro ascoltavano l'orchestra, il popolo in piazza si godeva la banda. Per giunta gratis.
Ovviamente una programmazione musicale variegata contribuisce a far conoscere la musica di autori che non tramonteranno mai.
La banda si presta a mediare e dunque a colmare l'assenza della musica classica dai mass-media. Purtroppo in radio e in tv ce n'è sempre meno e questo non favorisce certo la sua conoscenza. Il miglior sistema per apprezzarla resta, sempre e comunque, suonare e fare esperienza di musica d'insieme. I luoghi privilegiati dovrebbero essere la scuola, i gruppi corali e la banda.


Ci sono strutture adeguate nel territorio per quei ragazzi che vogliono intraprendere una carriera musicale?
Praticamente infinite, se pensiamo che siamo alle porte della capitale. In quasi tutti i paesi dei Castelli Romani ci sono tantissime opportunità di crescita culturale.
Le fondazioni, le associazioni, le scuole di musica, i concorsi... luoghi e momenti di aggregazione. Inoltre abbiamo le bande nazionali militari di Roma, - Carabinieri, Esercito, Marina, Aeronautica, Guardia di Finanza - di grande pregio e caratura artistica. Queste altre realtà assorbono tantissimi giovani "transitati" per le bande castellane e offrono loro, non dimentichiamolo, un lavoro stabile, gratificante e una carriera di notevole soddisfazione.

Conosci il progetto MusicOrienta?
Sì, è un progetto rivolto ai giovani della Provincia di Roma, dai 16 ai 23 anni, che promuove la musica come disciplina centrale delle esperienze formative che possono coinvolgere tutte le arti. Stage e laboratori sono completamente finanziati dalla Provincia di Roma. Le lezioni individuali e di gruppo sono gratuite. Uno di quei luoghi, cui accennavo prima, dove è possibile formare i giovani che hanno voglia di fare bene ed emergere.

Pensi che sarebbe possibile far emergere i talenti della zona formando un'orchestra bandistica dei Castelli Romani?
Un progetto qualificante ed ambizioso. Sicuramente stimolante ma non semplice da realizzare. Nel Lazio, 6 o 7 anni fa, è già stato intrapreso un percorso virtuoso con "L'orchestra di fiati dell'Unione Musicale Ciociara", una grossa banda formata per lo più da professionisti e giovani diplomati dei conservatori di Frosinone e Latina. Concerti, stage e gemellaggi musicali, tutto molto ben progettato ed organizzato. L'iniziativa ha avuto notevoli consensi perché, da subito, si è dimostrata all'altezza degli impegni assunti alla nascita. Anche qui ai Castelli potremmo provarci, ma occorrerebbe un impegno gravoso per le amministrazioni del territorio.

Quali sarebbero le maggiori difficoltà nella realizzazione?
Non lo so esattamente, ma penso la mancanza di un'iniziativa politica a livello provinciale o regionale, l'assenza di un'indagine dei bisogni, delle finalità, degli obiettivi e la penuria di risorse adeguate. Risorse, purtroppo, sempre scarne e soggette alla scure dei bilanci, in Regione, in Provincia come pure nei Comuni. Le amministrazioni, devo riconoscerlo, ci sono state sempre più vicine, ci hanno sostenuto e aiutato, ma per fare certi salti di qualità, occorrono politiche coraggiose, dove i risultati si vedono a lungo termine.
Sono note dolenti, non musicali, con le quali, ironia della sorte, bisogna fare sempre i conti.

 

Biografia

Mario Fermante, diplomato in tromba al Conservatorio di Santa Cecilia, ha svolto attività concertistica con importanti realtà musicali della capitale. Come strumentista ha partecipato a diverse tournée in Italia e all'estero; ha inciso musica per ottoni e coro con le case discografiche Edizioni Paoline e Radio Vaticana; ha vinto diverse audizioni tra cui all'Accademia di Santa Cecilia, per la musica da camera per ottoni, e al Teatro dell'Opera di Roma, come tromba di fila.
Ha diretto in concerti pubblici la Banda dell'Atac di Roma.
Da quasi 20 anni guida della banda di Genzano, attualmente si divide tra la direzione della stessa ed il ruolo di docente presso la Scuola media "De Sanctis" di Genzano.


Per la rubrica Musica - Numero 64 luglio 2007