Roma, Edizioni Scientifiche Magi, 2001.
Collana: Professione genitore
L'immaginario è, per antonomasia, il mondo dell'infanzia, e rappresenta il diritto del bambino a sognare e a scoprire. Scritto da una psicoterapeuta infantile, questo saggio pone il problema del rapporto tra l'"invasore multimediale" e il mondo immaginario, dai primissimi anni di vita fino all'età post-adolescenziale. Di fronte alla domestica onnipresenza televisiva, sono proprio gli adulti ad avvertire le maggiori difficoltà , oscillando spesso tra proibizione e permissività , sia per un reale imbarazzo sui tempi e le modalità da riservare al "consumo" televisivo, sia per una minore elasticità nel comprenderne i codici. Pur descrivendo varie tipologie di "bambino telespettatore", e constatando quindi la necessità di un atteggiamento diversificato dell'educatore in ogni situazione, l'autrice sottolinea comunque l'insostituibilità della presenza dell'adulto, perché l'infinito scorrere di immagini - che nei primi anni vengono vissute come reali - nonché il disordine e la varietà delle informazioni recepite non si intromettano a rischio di danni seri nell'universo personale bambino, ma vi siano per lui dei riferimenti chiari, che gli permettano di fare ordine e di gestire le proprie emozioni, distinguendo la realtà dall'immaginazione. La psicologa si mostra inoltre decisamente favorevole all'informatica, che ha reso oggi la TV davvero interattiva, permettendo ai bambini uno sviluppo precoce delle proprie capacità reattive e decisionali.