Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

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Una morale senza Dio per tener fuori la religione dall'etica

Holloway, R.
Ponte alle Grazie, 2001


L'argomento di questo libro non è Dio né la sua esistenza, anzi muove dalla convinzione che Dio e religione debbano essere tenuti separati dalla ricerca di principi etici generali. E' quindi un libro senza Dio. Lo scopo dichiarato è di unire credenti e non credenti alla ricerca di un'etica praticabile nella nostra epoca. L'autore, vescovo di Edimburgo, invita a riflettere sulla distinzione tra le visioni religiose del comportamento umano e l'approccio etico. Esamina, primo fra tutti, il concetto di peccato e di immoralità. Il peccato ha un forte connotato religioso: è una disobbedienza fatta a Dio. Il che ingenera spesso anche in tempi recenti, nei sistemi religiosi basati sull'obbedienza esteriore, confusione con pratiche e ritualità devozionali. La morale, al contrario, si fonda sulle conseguenze del comportamento, non su un credo, non su superstizioni e preferenze. L'autore sottolinea che nella nostra epoca la sfida più difficile è quella di individuare i principi fondamentali che possano guidarci attraverso il labirinto morale dei "sistemi assoluti" che pretendono offrire risposte giuste a ogni dilemma. Questo libro fa emergere che spesso i sistemi morali buoni entrano in conflitto tra loro. Quindi nella ricerca dei valori vi è una dimensione tragica da parte dell'uomo. Infine viene lanciato lo spiraglio che una soluzione "umana" è l'inevitabilità e la positività del pluralismo etico.