Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

Giovanna la pazza

Ferri, Edgarda
Mondadori,1996

La storia ci insegna, attraverso i tanti avvenimenti, le sofferenze delle donne e la loro ardua fatica per conquistare la libertà e la dignità. Giovanna è una di queste. Figlia dei re "cattolici" Ferdinando d'Aragona e Isabella di Castiglia, cresce in una corte spagnola rigida e soffocante, circondata dalla severità di una madre preoccupata soprattutto dell'unità politica e religiosa della Spagna, perseguitando e massacrando mori ed ebrei, e da un padre che non cercherà tanto di comprenderla, repressa dal clima pesante e rigido della corte, in mezzo a monaci e preghiere, vestita di abiti neri, subirà, pur se costretta, la negativa influenza della madre e poi del marito Filippo il bello, re di Borgogna e di Asburgo, ed in seguito del figlio Carlo V che arriverà a conquistare un vasto impero così grande che su di esso "non tramontava mai il sole" Giovanna cerca di reagire, è una donna forte con un animo dolce e sensibile, piena di impulsi ed emotività ama con tutta se stessa Filippo e spinta da forti passioni cerca sempre di legarlo a sé, ma il marito non la ricambia con la stesso amore e immerso negli sfarzi e nella superficialità della corte borgognona, ignora spesso Giovanna, la lascia sola, la isola cominciando a dubitare della sua salute mentale. Giovanna non è abituata all'arroganza della corte e a quella del marito, è molto gelosa lo amerà fino alla morte prematura e anche oltre. E' lei la regina di Castiglia ma il padre mira ad assicurarsi il trono spagnolo mentre in seguito il figlio Carlo cercherà di unire i domini spagnoli a quelli tedeschi. Le cronache la descrivono sola depressa schizofrenica, è soltanto una donna non compresa, vittima del potere maschile, non accetta le imposizioni, l'arroganza, la falsità. Viene rinchiusa nella fortezza di Tordesillas abbandonata a se stessa, lontano da tutti in completa solitudine, torturata spesso dalla "cuerda" per convincerla a pregare e ad andare a messa. Avrà il supremo ed estremo coraggio di ribellarsi sino alla fine rifiutando i sacramenti, morirà nell'abbandono e nella sofferenza invocando il Signore. Una donna con una grande e tormentata personalità infinitamente grande dentro l'anima, "sacrificata" sull'altare del potere e dell'arroganza e della pazzia "razionale" quella vera, degli uomini che non hanno mai voluto capirla.

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 21 maggio 2003