Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

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Fahrenheit 451


"Farhenheit 451" è del 1953. Ray Bradbury racconta di un futuro in cui i pompieri sono armati di lanciafiamme e appiccano incendi. Il nemico più grande è la cultura, la carta stampata, i libri, chi osa leggerli o solo possederli. Montag è un pompiere che si accorge che la sua vita è incompleta. L'insoddisfazione per il suo lavoro e l'incontro con una donna sconosciuta gli aprono un mondo che non è ancora dominato dall'implacabile tirannia tecnologica. "Fahrenheit 451" è il racconto di una società dove i televisori giganti e la tremenda guerra che i pompieri combattono per bruciare i libri sono una strategia per ridurre il popolo ad un livello di passività totale. La tecnologia ha trasformato le pareti di casa in televisori e piccoli meccanismi da inserire nelle orecchie garantiscono di poter seguire sempre ed attentamente ogni secondo del palinsesto. La moglie di Montag è schiava, come molti, di questo sistema. È certo una visione negativa e pessimistica, ma si basa su una strategia di governo vecchia come il mondo: i romani davano al popolo i gladiatori, Bradbury concede alla sua ignorante società schermi sfavillanti e programmi coinvolgenti.

Questo libro ha 50 anni ("Grande Fratello" di Orwell è invece del 1949). I due libri uniti nella loro terribile profezia (un governo che ha il controllo totale sui media e sui pensieri della gente), non sono purtroppo andati così lontani dalla nostra realtà.
Andiamo per gradi: il modo in cui viviamo è inequivocabilmente suggerito dai mass media; ognuno di noi è vittima e carnefice dello stupro che la televisione commette ogni giorno sui bambini, sui giovani, sugli adulti e sugli anziani.
La televisione nel libro di Bradbury non ha rivali perché il libro viene bruciato, la cultura è combattuta. Guy Montag vedendo la moglie con le amiche per l'ennesima volte domate dalle tre pareti colorate della casa reagisce leggendo loro una poesia.
Chi di noi reagisce alla televisione? Chi di noi ne ha il coraggio? Quando si torna stanchi dal lavoro o dalla scuola la cosa più semplice è accendere la scatola. Ognuno di noi è felice del meritato riposo davanti ai colori e alla musica che ci spara addosso la tv. "Un po' di relax" pensiamo. Qui entra in gioco il Grande Fratello di Orwell: ci regala il modo più semplice per ricaricarci: l'ozio davanti la tv. Quest'ultima (strumento indispensabile del nostro Grande Fratello) ci plasma per non farci rendere conto di essere come la moglie di Montag: felici della vita che ci obbligano a vivere. Montag legge una poesia illegalmente e viene denunciato dalla moglie stessa; deve scappare. Si unisce ad un gruppo di accademici che amano la cultura e imparano i testi a memoria per poterli tramandare. Per Bradbury è meglio un mondo pieno di cultura che un mondo pieno di uomini che bruciano libri. L' opera si chiude con uno scenario di guerra atomica che, come le fiamme per i libri, brucia l'uomo e lo purifica.

Leggendo "Fahrenheit 451" mi viene da pensare a tante altre storie dove la cultura è il simbolo del riscatto, il mezzo per il quale il suddito reagisce al sovrano. In "Stargate" di Roland Emmerich era la scrittura ad essere vietata, anche un disegno sulla sabbia era visto come un affronto al dio tiranno. Ne "Il nome della rosa" la lettura di certi testi era punita con la morte e l'incendio della biblioteca mi riporta ad eventi molto vicini ai nostri tempi. Tante volte nella letteratura e nel cinema è stata ribadita l'importanza della cultura. Il popolo ignorante è facile da dominare. Noi abbiamo la possibilità di scegliere tra la conoscenza e l' elettroshock che ci fa la televisione. È chiaro che chi guadagna dalla nostra non-conoscenza ha fatto in modo che sia molto allettante, facile e piacevole starsene seduto a godere col tubo catodico, ma ogni volta che mi lascio andare davanti la televisione ripenso a "Fahrenheit 451", alle fiamme dei pompieri e a Montag che recita poesie e colleziona libri, ripenso a Bradbury che 50 anni fa aveva percepito l'orrore dell' anti-cultura per dominare il popolo, e ripenso a George Orwell e al suo maledetto Grande Fratello, molto simile a chi ai giorni d'oggi guadagna con il nostro elettroencefalogramma piatto. Fortunatamente nella società in cui viviamo ci sono scuole, librerie e biblioteche che divulgano e tutelano il libro, per noi è ancora un valore e un bene prezioso. Fahrenheit 451 è la temperatura alla quale brucia la carta secondo la scala di valori anglosassoni, vorrei sapere la temperatura alla quale brucia la televisione per poter parlare di un futuro in cui saremo liberi di non guardarla. A quale temperatura invece brucia la nostra voglia di diventare essere umani veramente liberi? In un mondo così allettante l' orgoglio dell'uomo pensante dovrebbe carbonizzare ogni offerta o compromesso che ci viene fatto per comprare la nostra libertà di pensare, agire e capire.