Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Itinerari letterari

Gabriele D'Annunzio e i Castelli della memoria

Sull'onda del ricordo della sua tormentosa relazione con Barbara Leoni, Gabriele D'Annunzio sceglie i Castelli Romani come meta d'amore per Ippolita e Giorgio, gli amanti, protagonisti del romanzo Trionfo della morte. La coppia si accinge a festeggiare il secondo anniversario del primo incontro avvenuto in primavera .

"Ecco la Cecchina!" - esclama Ippolita, appena giunti - Una serenità quasi adamantina s'incurvava su la campagna sazia d'acque. Ancora nell'aria diafana erravano atomi di luce crepuscolare...Il vecchio albergo di Ludovico Togni,...inspirava subito un senso di pace quasi conventuale. Ogni suppellettile aveva un aspetto di familiare vecchiezza.

Di Albano non si vede che l'umidore della terra e l'interno di un modesto alloggio, uno squarcio denso di mestizia dove Ippolita e Giorgio si rifugiano nella funerea rievocazione del passato felice, ritmata dall'ossessivo battere dei selciatori sulla strada o dal martellare della pioggia.

Un giorno gli amanti tornarono dal lago di Nemi...Avevano fatto colazione nella Villa Cesarini, sotto le pompose camelie fiorite...avevano contemplato lo Specchio di Diana freddo e impenetrabile alla vista come un ghiaccio azzurro.

L'inquietante cerchio d'acque li avvince, quasi li attrae verso di sè: un preludio del mare Adriatico dove precipiteranno avviluppati nell'ultimo abbraccio mortale, alla fine della loro vicenda amorosa.
In verità, rare sono le visite "turistiche" ai luoghi prescelti. Gli amanti preferiscono stazionare ad Albano, nel malinconico albergo consono al loro stato d'animo, che si dibatte tra una passione superlativa e totalizzante e la miserabile quotidianità.
Giunge infine l'ora della partenza.

Ippolita raccolse tutti i suoi fiori, già appassiti nei bicchieri: le violette della Villa Cesarini , i ciclamini, gli anemoni e le pervinche del Parco Chigi, e le rose scempie di Castel Gandolfo, e anche un ramo di mandorlo , colto in vicinanza dei Bagni di Diana, tornando dall'Emissario...Verdissime le ortiche, innumerevoli,ornavano i Bagni di Diana, l'antro misterioso ove gli stillicidii erano musicali col favore degli echi. Ed ella [Ippolita] dall'ombra umida guardava il campo esterno tutto coperto di mandorli e di peschi, rosei ed argentei, infinitamente delicati sul pallido indaco delle acque lacustri. - Ogni fiore, un'imagine.

Per la rubrica Itinerari letterari - Numero 25 ottobre 2003