Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

A come artisti

Protagonisti nei Castelli Romani

Presentiamo Ilaria Tucci, emergente attrice di teatro, espressione di un talento giocoso, spirito autenticamente libero...Con lei abbiamo giocato. Continuando a giocare invitiamo i lettori a scoprire tra le domande poste, quella vera...

Ce l'hai un nome d'arte?
Il mio primo maestro di teatro mi chiama Lalla e solo lui oggi usa questo soprannome.
Lo usava anche Irene, la mia amichetta d'infanzia, che abitava in Piazza Toniolo 5/L a Pisa, dove sono nata.
Irene si mangiava le caccole del naso, e a me faceva impressione, ma al contempo provavo una sorta di curiosa attrazione per questa sua abitudine.
Non sono riuscita a tentare l'impresa se non dopo qualche anno, verso gli undici, forse influenzata dal frequentare le scuole medie a Grottaferrata.
Ora Irene studia medicina.

Mare o montagna? Vino o birra?
Mare. Ma sono andata a vivere in bassamontagna. Perché?
Perché se fossi al mare, essendo lucertola, me ne starei sotto il sole tutto il dì.
E, dopo 2 o 3 o 4...giorni passati così, cadrei in una crisi di nullafacenza, rischiando di cominciare ad odiare il mare. Così, visto che voglio continuare ad amare il mare, ne rimango lontana, immersa nell'iperattività del clima di bassamontagna.
Vino. Innanzitutto perché già da piccola lo assaporavo grazie a mio nonno che intingeva un dito nel bicchiere. Poi a 8 anni. In campeggio. Nove di mattina. Mi sveglio prima degli altri. Esco dalla roulotte. Ho sete. Prendo la prima bottiglia che trovo e bevo. Vino bianco. Mia madre s'affaccia...io continuo a bere. Ho sete...

I fichi secchi possono racchiudere tanti significati... Che opinione hai di essi?
Ho trascorso i migliori momenti della mia vita ad interessarmi sul senso del fico.
E' l'albero che mi interessa. Riconoscere da esso se i frutti saranno a settembre, ad ottobre o chissà quando. Però il ficosecco rappresenta per me le fiere, i mercati, le domeniche a passeggio con mio papà, in un tempo indefinito del passato...

Qual è la tua passione?
Passione viene da patior...no, scusa mi correggo (oddio gli errori, odio gli errori, oh Dio, gli errori!), pathos; il mio pathos...pathos....pathos.....è il vivere la cucina italiana con un tocco di creatività, quella che puoi scoprire tra una carota, un settecolli, del riso thailandese e un buon vino meridionale (di quello buono), vicino a Leuca oppure nei pressi di Otranto. (rosso).
Per quanto riguarda la danza, la pizzica-pizzica, quantunque l'apprezzi, ha stufato.
Perciò promuovo laboratori di saltarello.

Tra i tuoi autori di riferimento a quale ti ispiri maggiormente?
GIGGI ZANAZZO! Un grande autore del novecento, purtroppo misconosciuto, trascurato dalla cosiddetta "cultura ufficiale".
GIGGI mi ha insegnato molte cose, tra cui le regole di un gioco chiamato la passatella, un ggioco de camora e de mafia, che finiva sempre in bburiane e accortellate.
Un'altra figura a cui mi sono ispirata per molto tempo è Carletto, il porchettaro di Frascati, ma è parecchio che non lo vedo. La sua trovata della porchetta light la trovo geniale (ma come ti viene in mente!)

Parlaci dei tuoi prossimi progetti.
Dopo aver lavorato per 4 mesi ad un nuovo spettacolo...debuttiamo, e poi scappo a Londra 10 giorni. A purificarmi. Dicono che il teatro inglese sia eccezionale...lo userò come purgante!

Ora puoi confessare...
Ebbene si. Ho deciso, l'altra notte rientrando pei vicoli bui di Rocca Priora, che devo assolutamente dedicarmi all'infanzia. Andare qualche mese a lavorare come tirocinante in un teatro a Pisa (loro ancora non lo sanno) dove ci sono dei pedagoghi molto bravi, e poi, chiudere gli occhi e buttarmi in una nuova avventura...

Per la rubrica A come artisti - Numero 32 maggio 2004