Giuseppe Pontiggia
Mondadori 2001
L'handicap raccontato da chi lo affronta ogni giorno, scontrandosi di volta in volta con l' indifferenza, l' incomprensione, la pietà o addirittura la derisione verso che ne è affetto.
La vita di un bambino disabile rivelata senza false speranze, né attenuanti o concessioni, neppure linguistiche: per un maestro come Pontiggia usi impropri o abusi lessicali sarebbero imperdonabili. Continue le riflessioni in tal senso all'interno del libro: l'area lessicale dell'handicap è ormai in preda alla nevrosi. Molti si chiedono perché cieco sia diventato non vedente e sordo non udente: cieco definisce irreparabilmente una persona, mentre non vedente circoscrive l'assenza di una funzione. Il testo si configura in effetti anche come metatesto: uno studio appassionato sulla forza ed i limiti del linguaggio stesso; un libro che attraverso la ricerca linguistica semplifica concetti densi di significato, meditazioni filosofiche, offrendoli al lettore con una chiarezza e fluidità straordinaria.
Un'opera lucida e commovente, contemporaneamente saggio e romanzo, dove la fusione fra intuizione artistica e conoscenza intellettuale dà vita ad una sintesi di rara profondità e bellezza.
Nati due volte
Per la rubrica
Cibo per la mente
- Numero 34 agosto 2004