
Il respiro di cui ora ha bisogno è quello profondo, del romanzo. La trama è lì da anni, basta solo socchiudere gli occhi e riavvolgere il nastro, la memoria aiuterà a confondere, mischiare le carte, con il vento sibillino della verità. E se non dovesse andare, si può sperare in chi verrà dopo. All’artista è concessa l’illusione-privilegio di confidare e affidare se stesso alla lealtà del domani: perché la Storia è spietata, ma la Memoria onesta. Così è stato: Antonio Seccareccia ha lavorato per anni al romanzo di tutta una vita, senza paura di indugiare su revisioni e riscritture, ma non è riuscito a vederne la luce. Nel ’74 Bevilacqua gli propose di rivederlo e consegnarlo alle stampe, ma lui preferì aspettare: la storia doveva ancora maturare, il protagonista e il suo mondo dovevano essere lasciati a decantare, per delineare fattezze e caratteristiche. Andava corso il rischio di perdere una buona possibilità, l’ultima. Oggi, a dieci anni esatti dalla sua scomparsa, l’amore di sua figlia, ricuce lo strappo del tempo e ci restituisce quel romanzo: con una intermittenza che ha del miracolo, lei, che da lui ha ricevuto la vita, gliela ridona. Partenza da un mattino freddo è il titolo, freddo come il mattino in cui è partito da Galluccio, ancora ragazzo, lasciandosi la vecchia, amata vita alle spalle.
L’immagine del treno è quella ricorre più di frequente – a partire dalla copertina – ammantandosi di diversi significati: non segna solo semplicisticamente le tappe di una formazione: c’è un punto in cui la voce del treno, personificazione di qualcosa che viene da un altrove, riporta a galla segreti inconfessati, brandelli di vita rimossa, o rivela con un ghigno rabdomantiche profezie. In realtà questo romanzo ha il dono di incontrare lungo la sua strada quelle che sono le questioni più importanti: la famiglia, l’amicizia, l’amore, il sesso, la morte, la politica, la vita militare; ponendo interrogativi e riflessioni spesso amari, senza però avere mai la presunzione di giudicare.
Venerdì 25 maggio, presso la Sala Consiliare del Comune di Frascati, ne hanno parlato: Arnaldo Colasanti, Giulio Ferroni, Andrea Gareffi e Walter Mauro. In quella circostanza sono state ricordate le parole di invio augurale scritte da Mario Luzi, che fu il primo ad accorgersi dell’importanza di questo romanzo di Antonio Seccareccia: “secondo me è un gran bel libro”.
Antonio Seccareccia, Partenza da un mattino freddo, Giulio Perrone, 2007, € 15,00
Per la rubrica
Cibo per la mente
- Numero 63 giugno 2007