RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cinema

Fellini e i Castelli Romani - "Le notti di Cabiria" (1957)

Dopo l’insuccesso de Il bidone, Fellini esamina diversi progetti, ma quello che lo convince maggiormente riguarda la storia di una prostituta, ispirata ad una stravagante passeggiatrice romana di nome Wanda, conosciuta durante le riprese del film precedente. Fellini mette in relazione la figura di Wanda con un fatto di cronaca che gli fornisce ulteriori spunti per la storia e l’ambientazione: il 12 luglio 1955 sul costone del lago di Castel Gandolfo, in località Acqua Acetosa, viene ritrovato il corpo senza testa di una donna assassinata. Battezzata dai giornali “la decapitata di Castel Gandolfo”, la sventurata è in realtà una cameriera trentenne che, in vista del matrimonio con un “bravo ragazzo”, aveva ritirato tutti i risparmi, volatilizzati insieme all’omicida rimasto ignoto ed impunito. Dalla sintesi di queste due vicende nasce il personaggio di Cabiria, ingenua e strampalata prostituta, sballottata dalla vita e umiliata dagli uomini, ma che conserva malgrado tutto un inguaribile ottimismo, anche dopo l’ultima cocente delusione. Un personaggio fiabesco e sentimentale, realistico e poetico ad un tempo, che Giulietta Masina sentiva molto vicino al suo temperamento e che considerò sempre il più bel personaggio della sua carriera.
Dopo aver deciso per sommi capi il copione del film, in compagnia dei suoi collaboratori, ai quali si aggiunse il giovane Pier Paolo Pasolini, ingaggiato dal regista come consulente per riscrivere alcuni dialoghi nel gergo delle periferie, Fellini comincia il consueto pellegrinare notturno in macchina tra Roma e dintorni alla ricerca di personaggi e scenari. L’intera parte finale del film è girata nel centro di Castel Gandolfo, al lago Albano e nei boschi di Palazzolo: Cabiria sembra aver incontrato finalmente l’uomo della sua vita, Oscar, un distinto ragioniere che la riempie di attenzione e le chiede di sposarlo. Per iniziare una nuova vita accanto a lui, non esita a vendere la casa e ritirare tutti i soldi con l’idea di aprire un negozietto a Grottaferrata. I due innamorati vanno a festeggiare in una trattoria di Castel Gandolfo con splendida terrazza panoramica sul lago (si tratta del noto ristorante Bucci) e, dopo aver pranzato, fanno quattro passi nel centro del paese (riconosciamo via dei Zecchini e via Saponara, mentre sui muri delle case alcuni manifesti pubblicitari danno il benvenuto ai visitatori e annunciano una tombola con premio finale da 100.000 lire), poi si dirigono verso i boschi limitrofi per ammirare il tramonto sul lago. Cabiria pensa ad un momento di intimità, ma proprio mentre i raggi del tramonto scintillano sullo specchio d’acqua immobile, Oscar rivela improvvisamente le sue vere intenzioni: le strappa la borsetta e fugge via. In preda alla più profonda disperazione, Cabiria vagabonda senza una meta, ma l’incontro con un’allegra e spensierata comitiva di giovani che suona e balla (l’incontro avviene sulla via dei Laghi in località La Foresta), le fa tornare il sorriso e le regala la carica per ricominciare ancora una volta.
Il Lago di Castel Gandolfo e i boschi di Palazzolo con la straordinaria bellezza di una natura selvaggia e incontaminata, resa ancora più suggestiva alla luce del crepuscolo, fanno da incantevole contraltare allo stato d’animo della protagonista, ai suoi sentimenti contrastanti, ma anche alla sua inesauribile speranza di una vita migliore. Delicata e musicale come una sinfonia, la sequenza finale rimane tra le pagine più intense e struggenti di tutto il cinema di Fellini, «un prodigio di potenza e di forza, nel senso più nobile del termine» (François Truffaut).
Il film trionfa a Cannes e Giulietta Masina riceve all’unanimità il premio per la miglior attrice. Svanite improvvisamente le polemiche e le ansie della vigilia (il film esce peraltro nel pieno del dibattito sulla legge Merlin per la soppressione delle case di tolleranza), Le notti di Cabiria è accolto bene da critica e pubblico. Vince 6 nastri d’argento e altri importanti riconoscimenti coronati dall’assegnazione dell’Oscar come miglior film straniero. Diventa un successo internazionale e una delle opere più universalmente amate e apprezzate di Fellini.
Per la rubrica Cinema - Numero 62 maggio 2007