RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Appuntamenti nella capitale

Piccasso e la sua epoca

Il 27 ottobre è stata inaugurata la mostra dal titolo Picasso e la sua epoca, donazioni a musei americani; allestita dalla Fondazione Memmo di Palazzo Ruspoli in collaborazione con la Fundacion Marcelino Botin.
L’esposizione raccoglie circa quaranta opere dell’artista, considerato il più grande innovatore del XX° secolo, in gran parte provenienti dalle donazioni effettuate da collezionisti privati a musei americani.
Picasso meditando la lezione di Cézanne nei suoi quadri scompone le immagini in frammenti di realtà, visti tutti da angolazioni diverse, miscelati in una sintesi del tutto originale. Nei dipinti dell’artista, l’oggetto viene rappresentato da una molteplicità di punti di vista, così da ottenere una rappresentazione “totale” dell’oggetto. Tuttavia, questa sua particolare tecnica lo portava ad ottenere immagini dall’apparente incomprensibilità, in quanto risultavano del tutto diverse da come la nostra esperienza è abituata a vedere le cose.
Le opere della mostra sono esposte per la prima volta in Italia ed è possibile ripercorrere il lungo e complesso cammino artistico del maestro dal Cubismo al Surrealismo; il quadro che convenzionalmente, viene indicato come l’inizio del Cubismo è “Les demoiselles d’Avignon”, realizzato tra il 1906 e il 1907.
Karmel è il curatore di questa mostra, professore associato al dipartimento di Arte della New York University. I quadri esposti sono rilevanti non solo per l’autore ma per la loro storia: il “Nudo di Donna” di Picasso è un’opera affascinante e misteriosa del 1910, è stata acquistata da Walter e Louis Arensberg i quali seguendo i consigli di Marcel Duchamp avevano costituito una collezione senza pari di opere Cubiste e Dadaiste; la “Natura morta davanti a una finestra aperta” è una composizione lirica, tra Realismo e Cubismo, appartenuta a Albert Gallantin, il cui “Museum of Living Art” di Philadelphia fu il primo vero rivale del “Museum of Modern Art”; la “Donna con cappello” del 1934 sempre di Picasso, è un capolavoro del Surrealismo dai colori caldi, sensuali e dalle forme erotiche.
La mostra si articola in tre sezioni, corrispondenti a tre grandi linee di sviluppo dell’opera del genio spagnolo: cubismo, modernismo classico e surrealismo. Tra i numerosi protagonisti di questa “conversazione d’arte” figurano inizialmente Stanton MacDonald Wright con un paesaggio dove la sua California del 1919 prende spunti da Horta del hebro dipinta da Picasso nel 1909 e Fernand Leger con una bella maternità costruita a “regola d’arte cubista” nel 1921.
L’anatomia lascia il campo al paesaggio e alla natura morta, che si contendono l’attenzione dello spettatore “a colpi” di Stuart Davis e Braque (altro genio, esponente del Cubismo) e con “uomo al balcone” di Picasso che sembra quasi affacciarsi da una casa matissiana a Nizza.
L’ultima sala è surreale: la “Donna con cappello” sembra voglia sorvegliare in silenzio i suoi pupilli ed annuire con piacere all’action dripping del grande Jackson Pollock all’onde di De Kooning o alle astratte visioni di Gorky.
Questa mostra va interpretata seguendo i canoni dell’irrazionalità artistica tipica del primo novecento, che hanno poi aperto la strada ad ulteriori nuove sperimentazioni.