RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

Tra breve io ti scorderò, mio caro

La scrittrice romana e cosmopolita Gaia De Beaumont, già autrice di una biografia sulla statunitense Dorothy Parker, ha presentato in una bella serata invernale, nelle restaurate stanze dello show room Battistoni Interiors di Genzano, la biografia della grande poetessa americana Edna St Vincent Millay, nata nel 1892 e morta a soli 58 anni.
Edna, che fu chiamata sino all’età di venti anni Vincent, nome maschile, ha avuto una vita ed una personalità fuori dal comune, con le sue idiosincrasie, il carattere fragile e forte allo stesso tempo. Questa donna minuta proveniente dalle coste del Maine visse tra Parigi e New York all’epoca del jazz, del charleston, dei bar clandestini, delle gonne corte. Anticonformista e inquieta Edna, dopo i primi successi letterari, la laurea ed alcuni scandali, si lasciò soprattutto trascinare nelle follie degli anni ’20 a New York, per diventare famosissima tra i giovani del Greenwich Village per il modo con cui riusciva a interpretare, sia nella vita sia nella prima fase della sua produzione poetica, la ribellione al conformismo morale e il mito delle libertà essenziali.
Millay divenne un’icona del suo tempo, un emblema dell’avanguardia. I suoi versi - privilegiava il sonetto classico - erano letti in tutte le università americane, anche perché l’autrice, da intellettuale militante, si schierò apertamente contro l’esecuzione di Sacco e Vanzetti e a favore dell’intervento americano contro il nazismo durante la Seconda Guerra Mondiale. Cosa che le diede la notorietà.
Non era bellissima, piuttosto una “brutta attraente”, una irriducibile passionale, una nevrotica creativa, pure alcoolista e cocainomane. In fondo un essere che aveva bisogno di amore (di tanti amori) e dedizione, che pare ottenne infine da Eugen Jan Boissevain, sposato nel 1923.
Non solo dal punto di vista sentimentale, ma anche da quello letterario la poetessa fu una donna attanagliata dalle insicurezze: vinse il premio Pulitzer, ma fu sempre il giudice più severo della sua arte.
La lettura del libro di Gaia De Beaumont ci avvicina in maniera più profonda alla poesia della Millay, donna straordinaria sinora poco conosciuta nel nostro paese.

Gaia De Beaumont, “Tra breve io ti scorderò”, mio caro, Prima edizione 2004 “Gli specchi”, Marsilio Editori

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 40 marzo 2005