RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Itinerari letterari

Le reliquie di San Cirillo

Riportiamo un passo tratto dal romanzo Le reliquie di San Cirillo di Nikolaj Spasskij, pubblicato dalla casa editrice Rizzoli nel 2004, disponibile presso la Biblioteca Comunale di Grottaferrata e di Albano/Cecchina.

Monastero di Santa Maria di Grottaferrata

Era lunedì 14 ottobre. “Il giorno dell’Intercessione della santissima Madre di Dio, per il calendario ortodosso” notò Tregubin tra sé e sé. Alle tre e mezzo del pomeriggio iniziava l’esame per procedere al riconoscimento delle reliquie di san Cirillo. Nella sagrestia del monastero italo-bizantino di Santa Maria di Grottaferrata, noto come monastero di San Nilo, si erano riuniti il cardinale Gluck, prefetto della Congregazione per gli affari delle Chiese orientali, monsignor Lupoli, delegato del cardinale prefetto che presiedeva la Congregazione per le cause dei santi, l’ingegner Scarmozzino, il sindaco di Grottaferrata, padre Bartolomeo, abate del monastero di San Nilo, padre Matteo, bibliotecario del monastero, il professor Girolamo Marchioni, direttore dell’Istituto di anatomia della facoltà di Medicina all’Università cattolica del Sacro Cuore a Roma e un cancelliere vescovile della Congregazione, Monsignor Ventivoglio, che doveva svolgere le mansioni di segretario e redigere il verbale.
Sul tavolo c’era una scatola piuttosto grande, circa il doppio di una scatola da scarpe, chiusa, di un cartone robusto color giallino scolorito. Sembrava molto vecchia. In scatole simili negli anni Cinquanta e Sessanta si tenevano, nei musei, i piccoli pezzi da esposizione.
I dettagli dell’operazione li conoscevano monsignor Lupoli e il bibliotecario. Tregubin e Lupoli si conoscevano da tempo, spesso organizzavano gite per i monasteri del circondario: Montecassino, Casamari… Tutti capivano comunque perfettamente cosa si richiedesse loro, persino il sindaco. Così l’esame fu rapido e andò tutto liscio.
Presiedeva la riunione il cardinale, il più alto in grado: “E dunque, con l’aiuto di Dio, diamo inizio alla seduta”.
Ventivoglio lesse il decreto del cardinale prefetto della Congregazione per le cause dei santi, sulla costituzione di una commissione per la procedura di riconoscimento delle reliquie di san Cirillo. Si accinsero a prestare il giuramento.
“Io, servo di Dio, John Gluck, cardinale prefetto delle Congregazione per gli affari delle Chiese orientali, giuro di eseguire fedelmente il compito affidatomi per il riconoscimento delle sacre reliquie di san Cirillo. Che Dio mi aiuti e mi assistano questi Santi Evangeli.”
Gli astanti ripeterono in fretta, dopo il cardinale, il testo del giuramento. Poi tutti firmarono un modulo già pronto. La porta fu chiusa a chiave.
“Ora prego monsignor Lupoli di dare lettura della testimonianza di padre Matteo, bibliotecario del Monastero di San Nilo.”
Le testimonianze erano brevi. Padre Matteo testimoniava che nel luglio del 1963 faceva parte del gruppo di esperti che esaminavano, su mandato del Segretario di Stato Giovanni Cicognani, gli archivi della famiglia Antici-Mattei, conservati nel palazzo di famiglia di Recanati. Capeggiava il gruppo padre Leonard Boyle. Come era noto, il loro lavoro fu coronato solo in parte da successo: non fu rinvenuto nessun documento riguardante le reliquie di San Cirillo. Tuttavia si appurò che nella cappella di famiglia Antici-Mattei, in una piccola urna, c’era un frammento osseo lungo all’incirca sei centimetri, con tutta probabilità un dito. Su una logora carta dentro l’urna si leggeva la scritta: EX OSSIBUS S. CYRILLI M. […]

Per la rubrica Itinerari letterari - Numero 41 aprile 2005