
Giorgia (Angela Baraldi) è un'investigatrice privata che ama un po' troppo l'alcol e, vicino ai quaranta e con i sentimenti ormai terremotati, si è ruvidamente arroccata nel suo stato di single e lavora, solitaria, per l'agenzia investigativa del padre ex carabiniere alcolizzato.
La protagonista indaga sui segreti del prossimo - adulteri per lo più - spiando con la macchina fotografica, il teleobiettivo e le fotocamere dei telefonini, passando le notti in locali dove si suona, dove si beve e in questo girotondo di vite spiate viene assalita dal dubbio di aver sprecato la sua vita e di non sapere riconoscere la verità sulla storia della sorella morta sedici anni prima.
Ne fuoriesce un fortissimo dramma psicologico, che ci mette davanti al nostro profondo nascosto, di memorie sopite, di scheletri nell'armadio, di segreti inconfessabili di cui tutti siamo più o meno portatori.
Un film intenso, forte, deciso, controcorrente, con un cast formidabile diretto magistralmente da un Salvatores che non ha perso il suo smalto e non vuole ripetersi nei successi che conosciamo bene; per questo ne crea un altro: Quo Vadis Baby, un film che rimarrà un cult forse per pochi, inizialmente, ma come sempre la qualità è fuori dai conti del commercio spudorato. Sono tanti i segnali che nel lungometraggio rimandano ancora alla civiltà dell'immagine, al cinema, alla riproducibilità della vita e della verità .
Salvatores rilancia una lezione di cinema passando per Lang e Bertolucci e firmando le scene con un tocco stilistico e maturo tutto suo. Per questo il film che ne esce è pieno di una meravigliosa spontaneità che lo porta ad assumere i toni di una rara ed estrema delicatezza.
Per gli amanti del film d’autore, da vedere. "Quo Vadis, Baby?", regia di Gabriele Salvatores, con Gigio Alberti, Angela Baraldi, Luigi Maria Burruano, Elio Germano, Andrea Renzi, Claudia Zanella, Italia, 2005.
Per la rubrica
Cinema
- Numero 44 luglio 2005