Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

Stringendo un colorato nulla tra le mani

Agnese Metta, Stringendo un colorato nulla tra le mani. 19 luglio 1943 - 4 giugno 1944, Bologna, Tipolito Tamari, 2016.

"Ascoltava lo sfatto rumore di un fico caduto a terra con sonnolenta mollezza e gustava il suo liquido trasudante miele. Il sole ardente maturava l'uva e ne covava i riflessi di pallido bronzo o di vivace rubino. A volte, nell'ombroso capannone, di primo meriggio, un filtro di luce scandagliava un prodigioso pulviscolo: una filigrana aurea e argentata attraversata da brividi di leggerezza e Clara si divertiva per poco a stringere quel colorato nulla tra le mani. Ora ne sorride al ricordo, ma erano le sue piacevolezze di quel tempo."

I ricordi e le testimonianze di guerra restano sempre documenti importantissimi per conoscere la "nostra storia" per avere memoria e tramandarla ai figli e ai nipoti. La grande narrazione della Seconda Guerra Mondiale è quella che offre il libro di Angela Metta "Stringendo un colorato nulla tra le mani", edito nel 2016. Laureata in Lettere moderne, ha insegnato Materie letterarie nelle Scuole medie superiori; ora in pensione si dedica a scrivere poesie ottenendo lusinghieri riconoscimenti e premi per la qualità e la sensibilità dei temi proposti. Nulla andrà perduto della nostra storia se come ha fatto Agnese Metta, tutti avranno riportato fedelmente le proprie esperienze perché i giovani e le generazioni future possano farne tesoro.
Gli avvenimenti raccontati in questo libro si svolgono tra il 19 luglio 1943 e il 4 giugno 1944. Siamo dunque in piena guerra, l'autrice la ripercorre nei suoi momenti più cruciali e anche più dolorosi per le popolazioni che la subivano. Ogni racconto è un tassello che ci aiuta a rimettere in piedi il nostro passato, la nostra vita e ci è di monito per scegliere sempre la pace e la giustizia.
Clara è una bambina di quattordici anni che vive con la mamma e il papà quando una mattina dal cielo particolarmente azzurro gli aerei americani sganciano bombe sul piccolo aeroporto di Ciampino. Contemporaneo al bombardamento di San Lorenzo a Roma, anche Ciampino visse la sua tragedia. "Clara vide i corpi pietosamente accomodati sulle carriole usate per i lavori di campagna o addirittura distesi sulle spianatoie di legno usate per stendere la pasta...". Il mondo fiabesco e sognante di una ragazza giovanissima svanisce per sempre e lascia il posto a una realtà molto più difficile.
Madre e figlia scappano a Marino, più tardi alle due donne si unì il padre. Di fronte alla tragedia la ragazzina si rammarica per tutti gli italiani che negli anni precedenti la guerra avevano scelto il fascismo, così come, per quanto bambina, non può che stigmatizzare il comportamento tenuto da Benito Mussolini.

"A Marino si riusciva così a sopravvivere meglio che in città: giardini, terrazze e cortili mutati in orti, erano il segno di un ricorso ad un minimo fazzoletto di terra per estrarne qualcosa da mettere sotto i denti".
Ma ecco che proprio mentre la famigliola si trova rifugiata a Villa Senni tra Marino e Ciampino, l'improvviso bombardamento di Frascati, avvenuto il 3 settembre rompe quel breve attimo di quiete che si sta attraversando: la distruzione e la morte si sono impadronite di Frascati.
La famiglia fugge a Roccaraso, in Abruzzo, terra d'origine del padre, ma lì la situazione sarà anche più dolorosa. Il cibo scarseggia e la fame si fa sentire sempre più insidiosa con i suoi morsi.
"Si sentivano i presagi dell'autunno; la luce ocra del tramonto non si insinuava più con foga nel fogliame, il sottile pulviscolo del fogliame sapeva di mosto, qualche grappolo d'uva mostrava ancora nei chicchi il suo sontuoso estenuato liquore, avanzo di una turgida passata bellezza."
La dolcezza appassita della campagna si mostrava intorno nelle piante e negli alberi; la natura appariva come velata di nebbia e di sonno. Ai rossi crepuscoli si sostituiva una lanuggine grigia che invadeva, ormai, i miseri avanzi della luce pomeridiana.

Lo stato di calma per questo paese lontano dal mondo, è solo apparente. Roccaraso sta per essere investito dal più triste periodo della guerra. Chiuso tra le sue montagne, per la sua posizione dominante, il paese è la strada che congiunge l'Adriatico al Tirreno, un punto nevralgico di difesa, il cuore della linea Gustav destinata a contrastare l'avanzata degli anglo-americani. Clara e la sua famiglia riuscono appena in tempo a prendere un treno per trasferirsi a Sulmona, perché alla fine di ottobre del 1943, Roccaraso viene minata e completamente distrutta. Da Sulmona si torna a Marino. Ma anche qui la ricostituita serenità presto si rivela un'illusione. Ricominciano i bombardamenti. La calma si rompe nella notte tra il 22 e il 23 gennaio 1944: lo sbarco degli alleati a Anzio, a meno di trenta chilometri da marino,inserisce di fatto il paese nella zona delle operazioni. Il 2 febbraio "sibili laceranti e tremende esplosioni squarciarono l'atmosfera: il paese fu sepolto nel fumo e nella polvere dei calcinacci; contò 352 vittime. Clara arriva a Roma in un nobile palazzo situato in via XX settembre... in attesa della liberazione!


Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 136 marzo 2018