RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Primo piano

Energia S.O.S.tenibile

Quale futuro per un pianeta in crisi energetica

Il dibattito scientifico–culturale intorno alla globalizzazione ha, tra gli altri, una protagonista di rilievo quale l’energia alternativa, non ancora considerata adeguatamente in Italia.
È dalla crisi petrolifera del 1973 in realtà che si è dovuto pensare seriamente a fonti energetiche diverse dai combustibili fossili, sia per lo spettro di un loro prevedibile esaurimento, sia per la sempre maggiore compromissione del clima terrestre (l'anidride carbonica prodotta dalle combustioni è una delle maggiori cause dell'effetto serra).
Inoltre il recente decollo industriale dell’India e della Cina ha fatto aumentare vertiginosamente la richiesta di energia su scala mondiale.
Senza avere la pretesa di affrontare in maniera esaustiva un tema così complesso, andrebbe comunque sottolineato che non casualmente le aree più conflittuali del pianeta sono quelle più direttamente collegate all'oro nero e ai suoi derivati. Il problema di un'energia che renda alcune nazioni meno dipendenti dalle altre non può essere affrontato solo da un punto di vista scientifico. L’energia condiziona la nostra economia, l’occupazione, lo sviluppo sociale e la qualità dell’ambiente. È evidente, dunque, come la sua gestione debba essere strettamente collegata alla politica economica, sociale, ambientale di ciascun paese nonché ai suoi rapporti internazionali.
Nei paesi industriali, come in quelli in via di sviluppo, si rendono necessarie ed urgenti politiche che siano volte da un lato al risparmio energetico, dall’altro alla ricerca e messa in atto di altre metodologie di produzione dell’energia che sostituiscano i combustibili fossili (petrolio e gas metano) con fonti che siano rinnovabili, disponibili in quantitativi sufficienti a soddisfare una domanda di dimensioni mondiali, e quasi innocue per l’ambiente.
Di fatto la scienza, oggi, favorita dagli strumenti - normativi, economici -, avrebbe già tutte le competenze per arrivare a soddisfare con le energie alternative sul medio e lungo termine gran parte del fabbisogno mondiale: in alcuni casi si tratta di continuare con decisione la sperimentazione già iniziata da anni per arrivare alla fusione nucleare basata sull’idrogeno, che renderebbe il paese indipendente dai fornitori di combustibile, come è invece nel caso di quello fossile; in altri di poter utilizzare quelle tecnologie adatte a captare, accumulare, trasformare l’energia proveniente dalle varie fonti (dal solare all’eolico per produrre energia termica ed elettrica; dalle biomasse - rifiuti urbani compresi - ai biocarburanti per uso termico, elettrico e meccanico).
Si tratta di fonti di energia a basso impatto ambientale, sia a livello locale che globale, con in più il vantaggio di essere territorialmente distribuibili e, come dicevamo, di non necessitare di combustibili (forniti sempre dalla natura o, solo nel caso delle biomasse, dalle stesse attività locali dell’uomo). Il loro massiccio utilizzo comporterebbe – da una parte – una riduzione delle problematiche economiche, logistiche e ambientali correlate al trasporto dei combustibili stessi, e – dall’altra – il coinvolgimento diretto degli utenti finali dell’energia, incoraggiando il controllo locale delle risorse. In più, il carattere distribuito di queste sorgenti, consentirebbe di produrre energia laddove essa deve essere consumata, snellendo in maniera significativa le problematiche politiche, tecniche ed economiche della trasmissione e distribuzione dell’energia. Infine, l’uso di queste fonti porterebbe indubbi vantaggi sia in termini di creazione di posti di lavoro in molti settori industriali e agricoli, sia a livello di bilancio nazionale, soprattutto in quei paesi che non possiedono riserve di risorse energetiche tradizionali.
Forse il vertiginoso aumento del prezzo del greggio potrebbe far “salire” anche l'interesse per la ricerca di “altre” fonti di energia. Al di là comunque di una politica nazionale ed internazionale di ricerca è in ogni caso da rimarcare che la legislazione di molti paesi favorisce scelte individuali responsabili in questa direzione. Anche in Italia è già possibile, ad esempio, installare sui tetti delle proprie case impianti solari termici o fotovoltaici, rivolgendosi ad aziende ad hoc. I costi da affrontare sono ancora sostenuti, ma in continua discesa (del 33% medio annuo dal 1996!); nel frattempo, è accessibile a tutti la possibilità di attuare già in famiglia un piano di oculato risparmio energetico, sia aumentando l'isolamento passivo delle costruzioni, sia scoraggiando l'uso di mezzi di trasporto individuali di notevole ingombro e consumo, sia rinunziando alla pretesa di avere una temperatura ambientale totalmente artificiale e riabituandosi a sopportare piccoli disagi dovuti al caldo o al freddo. In sintesi - nell’attesa che venga attuato un piano energetico mondiale “evoluto” - evitiamo comportamenti quotidiani che appesantiscano il problema energetico e adottiamo scelte e stili di vita che contribuiscono ad alleggerirlo.
Come - da bibliotecari - non ci stancheremo mai di rimarcare, rimane essenziale l’accesso all’informazione, soprattutto per seguire - oltre che lo sviluppo delle tecnologie in questo campo - la normativa in materia: infatti fondi, prestiti a tassi agevolati e sgravi fiscali stanno già diventando veri catalizzatori per lo sviluppo del settore.
È questa, forse, l’unica speranza del pianeta: quanto più numerosi saranno gli individui che conosceranno le tematiche ambientali ed energetiche divenendo coscienti della loro importanza e che cercheranno di applicare soluzioni alternative, tanto più facilmente si potranno attuare pressioni efficaci anche sul mondo politico, pretendendo iniziative concrete e risolutive.
Non vi sono soluzioni semplici e indolori, non esistono formule magiche. Ma possono esistere politiche intelligenti e cittadini informati che sappiano stimolarle.

Segnaliamo alle associazioni ambientaliste - che sappiamo numerose e attive nel promuovere nei Castelli Romani l’utilizzo di fonti di energia alternativa - la possibilità di far conoscere ancor meglio la propria attività al fine di un possibile coordinamento della propria azione sul territorio, iscrivendosi sul nostro sito www.romacastelli.it. Ricordiamo inoltre ai lettori che è in corso la realizzazione di una mappatura tematica delle associazioni che a vario titolo operano nel territorio castellano.

Per la rubrica Primo piano - Numero 46 ottobre 2005
Giacomo Tortorici |
Per la rubrica Primo piano - Numero 46 ottobre 2005