Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

Le interviste di Aldo Onorati

Un prezioso documento sul Secondo Novecento: "La voce e la memoria"

Da Pasolini a Carlo Levi, da Dario Fo a Lucio Dalla, da Piero Angela a Giacomo Manzù: 30 anni di storia e di cultura, di arte ed ecologia narrata dai protagonisti


Aldo Onorati è conosciuto come scrittore, poeta, dantista, voce narrante dei Castelli (tanto che Domenico Rea scrisse: "I Castelli Romani esistono, esistono le loro leggende, ma a renderli vivi e credibili sono le pagine dello scrittore Onorati"), ma non come giornalista operante in campo nazionale su testate quali "L'Osservatore Romano", "Il Popolo", "Avvenire, "Giornale d'Italia", "Specchio economico", "Dipartimento scuola-educazione di Rai-Tv terzo programma", nonché direttore di organi letterari e periodici di cultura. E' stato un lavoro, quello del giornalista, 'a latere', ma non meno importante degli altri. Infatti, con Edilet è uscito in questi giorni "La voce e la memoria: interviste a personaggi del '900" (a cura di Marco Onofrio e Fabio Pierangeli, pp. 230, E. 22,00), che il settimanale "Il Venerdì di Repubblica" ha recensito scrivendo: "...in questi dialoghi è conservato un pezzo significativo della storia della cultura italiana del '900".

Le interviste hanno inizio nel 1960 e si concludono nel 1990. E' una selezione operata da Marco Onofrio e Fabio Pierangeli, e sono trattati i più vari ed attuali (ieri come oggi) problemi della nostra società, in rapporto anche con il mondo per quanto concerneva gli avvenimenti politici coevi. Si va dalla cultura in generale (letteratura, editoria, musica, scultura, teatro, cinema, giornalismo, università, scuola e didattica, violenza e libertà) all'ecologia, dai problemi dell'editoria (importanti i colloqui con i responsabili delle grandi editrici italiane) a quelli della civiltà audiovisiva (e il rapporto di questa con il libro), dalla religione (basterebbero le interviste a Sergio Quinzio e a Dom Franzoni: quest'ultimo ha rilasciato un ampio, polemico commento sul Vangelo e la Chiesa ad Aldo Onorati e Raffaele Di Paolo - con il quale il Nostro ha lavorato ad altre interviste - sei giorni prima che fosse sospeso "a divinis") alla nuova etica proposta da Leonida Repaci e ai problemi dell'urbanistica trattati dall'allora sindaco di Roma Carlo Giulio Argan, dall'agricoltura all'archeologia, dalla politica di quegli anni al conformismo etc. Per farla breve, citerò in ordine cronologico i personaggi intervistati: Pasolini, Carlo Levi, E.F. Accrocca, Armando Armando, il maggiore editore pedagogico italiano, Gabriele Baldini, Giorgio Petrocchi, Luigi Emery indimenticabile corrispondente della RAI da Parigi e membro nel direttivo della Resistenza, Francesco Grisi (Onorati "sente tutte le campane", non è di parte), Mario Pomilio l'autore del "Quinto Evangelio", Giorgio Bàrberi Squarotti, Luigi Volpicelli, Giorgio Saviane (e già, 45 anni fa, affrontava, in questa intervista, con apertura oggi conquistata, il problema dell'omosessualità), Dom Giovanni Franzoni. Per il "Pianeta libro" Onorati ha dialogato con la Bompiani, la Adelphi, la Mondadori, la Garzanti, le editrici cattoliche etc. Quindi Lucio Dalla, Dario Fo (premio Nobel per la Letteratura), Elena Croce figlia del grande filosofo Benedetto Croce. Poi c'è un inserto attualissimo sulla civiltà audiovisiva, con interventi di Rodolfo Doni, Ferruccio Ulivi, Milena Milani, Giuliano Manacorda, Mario Petroni, Walter Mauro. Segue (e siamo al 1980) l'ultima intervista a Diego Fabbri, autore del celebre "Processo a Gesù", Sergio Quinzio (al quale si deve un monumentale commento alla Bibbia edito da Adelphi), Domenico Rea, Giacomo Manzù, Goffredo Detrassi (fra i maggiori compositori del Novecento), Antony Quinn, Leonida Repaci il fondatore del premio Viareggio, Giulio Carlo Argan, Roberto Rossellini (il padre del Neorealismo cinematografico, regista di "Roma città aperta" e di "Paisà"), Leo Magnino, Fulco Pratesi, Piero Angela, di nuovo Domenico Rea e Gaspare Barbiellini Amidei (nel 1989 direttore del quotidiano "Il tempo").

Credo che questi pochi cenni bastino a dare un'idea della vastità dei temi trattati nel libro.
Riflette nella prefazione Marco Onofrio: "Sono preziose e benemerite tutte le operazioni di ripristino della coscienza storica, attraverso invasi di recupero e conservazione della memoria, sia individuale sia pubblica e condivisa. Ecco l'importanza di questo volume; che non è solo un libro di interviste, ma si può leggere anche come una raccolta di analisi estetiche e sociologiche, un saggio di "storia orale", un documento della nostra civiltà".

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 126 luglio 2015