Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Arte

Uomini e donne illustri di casa Sforza. La collezione di ritratti

GENZANO DI ROMA, Palazzo SFORZA CESARINI / 27 MARZO – 24 MAGGIO 2015

Ben note sono le imprese urbanistiche, architettoniche ed artistiche dei Cesarini a Genzano, che la critica ha messo in luce in modo egregio. La personalità di Giuliano Cesarini, ad esempio, emerge come uno dei protagonisti della cultura barocca romana, insieme a letterati di grande raffinatezza, come Virginio. L'unione con gli Sforza di Santa Stemma Sforza Fiora, a seguito del matrimonio di Federico Sforza e Livia Cesarini nel 1673, consolida ed estende l'ambito politico ed economico della doppia casata al contesto europeo, con esiti felici anche per Genzano, dove Livia sviluppa l'opera familiare in vari campi.

La collezione dei ritratti di proprietà della famiglia Sforza Cesarini, costituita da 89 quadri, di cui 87 in mostra, offre la possibilità di conoscere i volti dei personaggi illustri della casata, tanto più interessanti in quanto fatti dipingere a partire dalla fine del Seicento. Si tratta degli "antenati", che Livia e Federico hanno deciso di fissare in immagini celebranti i progenitori del ramo milanese degli Sforza di Milano, di quello di Pesaro ed infine di quello di Santa Fiora, erede dei primi due, fino all'unione con i Cesarini, anch'essi ritratti. Un grande albero genealogico illustrato, in cui sono inseriti anche quadri di notevole qualità, probabilmente ascrivibili alla scuola di Baciccio, Giovanni Francesco Morandi, Pompeo Batoni, Teodoro Matteini, Francesco Podesti.

Questa collezione di ritratti, seguendo l'attenta e straordinaria attività di rinnovamento delle finanze familiari promossa da Livia Cesarini nelle proprietà di famiglia, trova la sua prima collocazione nella dimora di Caprarola; ben presto, però, è il Palazzo di Genzano a ricevere in modo stabile la funzione di residenza privilegiata della casata passata e presente, riservando un ambiente all'esposizione dei ritratti, preparati e seguiti da altri quadri posti nei vani limitrofi. I ritratti tornano quindi a casa, illustrati in pannelli e strumenti didattici in grado di illustrare le diverse personalità e la qualità artistica delle opere.

I volti degli uomini e delle donne vissuti nel Trecento e nel Quattrocento sono tratti da medaglie, rilievi ed altre celebri immagini, adattati sottolineandone la somiglianza e la continuità ma abbigliando i personaggi con eleganti abiti e gioielli del periodo di riferimento, in un interessante campionario della moda di vari secoli.
In questa strategia di autolegittimazione attraverso le immagini, attuata in casa Sforza a partire da Francesco e Bianca Maria Visconti di Milano, un posto a parte occupano i cardinali, che orientano verso la corte romana il futuro di ricchezza e potere della casata, fino al cardinale Federico, che unisce in matrimonio Livia ed il nipote Federico Sforza, e le dame, che tessono la rete di alleanze in grado di estendere il potere e la ricchezza familiari, introducendo innovazioni nella gestione del patrimonio e curando ogni aspetto dell'educazione dei figli: gli Sforza Cesarini, proprio a partire dal matrimonio sopra ricordato, estendono in modo mirabile queste capacità, che segnano un continuo sviluppo da Livia fino a Carolina Shirley, moglie di Lorenzo Sforza Cesarini, cui si deve la trasformazione del parco annesso al Palazzo Sforza Cesarini di Genzano secondo i dettami dello stile paesistico o all'inglese. Il carattere di omogeneità dei quadri è affidato fin dal 1713 a semplici cornici dorate, che inquadrano i ritratti, in tele in misura "da mezza testa", adatte a valorizzare il volto ed il busto riccamente abbigliato delle personalità ritratte.


Gli Sforza di Milano e di Pesaro.
La dinastia sforzesca ha inizio con il celebre Giacomo, detto Muzio, Attendolo (28 maggio 1369 - 4 gennaio 1424), che da Cotignola si muove alla conquista di vari territori italiani, essendo tra i più importanti condottieri dell'epoca, fino all'insediamento nel ducato di Milano, attuato dal figlio Francesco, con il
matrimonio con Bianca Maria Visconti, erede del ducato milanese. I ritratti della dinastia raffigurano uomini e donne, sottolineando fin dall'inizio l'importanza delle figure femminili nell'affermazione del casato.
Dal ramo milanese deriva quello di Pesaro, di cui l'esponente più celebre anche nelle più recenti pubblicazioni è Giovanni Sforza (5 luglio 1466 - 27 luglio 1510), figlio di Costanzo, marito di Lucrezia Borgia dal 1493 al 1497. Gli Sforza valorizzano in modo determinante Pesaro ed il territorio, anche con una raffinata politica culturale.

Gli Sforza di Santa Fiora
Il matrimonio del 1439 di Bosio Sforza, figlio di Muzio Attendolo, con Cecilia Aldobrandeschi assicura alla famiglia il possesso di un'importante contea, collocata tra lo Stato Pontificio, la Repubblica di Siena e il dominio fiorentino. Con questo ramo è collegato anche quello Sforza del Parmense, che ha avuto origine sempre da Bosio. Estinti ben presto nel Cinquecento i casati milanesi e pesaresi, il ramo di Santa Fiora si insedia, oltre che nella contea, a Roma, dove sviluppa un'affermazione di grande rilievo, soprattutto con il cardinale Camerlengo Guido Ascanio Sforza. A questo ramo appartiene Federico, che si unisce nel 1673 a Livia Cesarini.

I cardinali
Artefici indiscutibili dell'abile strategia celebrativa e del consolidamento delle fortune familiari sono i cardinali della famiglia: Ascanio, celebre per le vicende legate a Rodrigo Borgia, eletto papa con il nome di Alessandro VI (1492 - 1503); Guido Ascanio, il cui ritratto, con una splendida mozzetta ed un volto reso poco leggibile da molteplici ridipinture, si ispira a celebri quadri, soprattutto di Tiziano e di Sebastiano del Piombo; Alessandro, Francesco ed infine Federico, cardinale che sposa nel 1673 Livia Cesarini e Federico Sforza, delineando l'ennesima felice rinascita familiare. Il ritratto del Cardinale Federico, documentato nel 1713, è citato in un inventario del 1830 come opera di Baciccio, attribuzione condivisibile, da confermare dopo un attento restauro.

Le nobili dame del Cinquecento e le "belle" del Seicento
I ritratti delle dame, decisamente fastosi, sono dedicati a gentildonne nate Sforza oppure entrate a far parte della famiglia per matrimonio, celebri per il prestigio del casato d'origine, cultura e bellezza, come Cristina figlia del re di Danimarca, Bona figlia di Ludovico di Savoia, Ippolita Sforza, moglie di Alfonso II d'Aragona re di Napoli.
Le "belle" appartengono invece ad un filone culturale ed artistico della seconda metà del Seicento, corrispondenti ad immagini di donne particolarmente abili nel tessere le trame di alleanze familiari e legate ad una moda di orientamento francese, come Artemisia Colonna Sforza e Adelaide De Thianges Sforza, raffigurate con abiti, gioielli ed acconciature tipiche, immortalate da Jacob Ferdinand Voet.


Gli Sforza Cesarini a Genzano dal Seicento al Settecento: Livia Cesarini e Federico Sforza, con gli avi ed i successori, all'insegna dell'eleganza e del progresso
La storia secolare degli Sforza si unisce a quella dei Cesarini, inquadrati nella dimora di Genzano. La sezione comprende i due sposi, accompagnati dai ritratti dei rispettivi padri. Prosegue con le immagini dei successori, in cui si sviluppa l'iconografia ritrattistica in raffinati quadri settecenteschi. Gaetano Sforza Cesarini (1728-1776), che rinuncia alla carriera ecclesiastica per sposarsi e garantire la discendenza, è raffigurato a figura intera nel 1768 da Pompeo Batoni: il volto del ritratto della collezione attuale, di buona qualità, riprende quello del quadro maggiore, da cui trae anche il modello dell'elegante abito. Anche la cognata Anna Barberini Sforza Cesarini, moglie di Filippo Sforza Cesarini, è ritratta secondo un modello ripreso in un quadro dello stesso Batoni.
L'eleganza sognante e di grande suggestione di Francesco Sforza Cesarini (1773-1816) richiama un altro ritratto di notevoli dimensioni, di Teodoro Matteini, che
raffigura il duca in una scena bucolica.

L'Ottocento in casa Sforza Cesarini a Genzano: romanticismo e progresso nei ritratti dei protagonisti
Celebre esponente del romanticismo ottocentesco, patriota e dal 1861 senatore del Regno d'Italia, è Lorenzo Sforza Cesarini (1807-1866), ritratto in età matura in un quadro di Francesco Podesti, al cui ambito è riconducibile anche il ritratto in esame, che raffigura il bel duca, dallo sguardo penetrante, in età giovanile, probabilmente raffigurato poco dopo il matrimonio con Caroline Shirley. .
È esposto per la prima volta il quadro raffigurante quest'ultima dama, ritratta con un elegante abito in posa composta e raffinata, seduta in poltrona e con un grande quadro accanto, raffigurante il parco annesso al palazzo di Genzano.
La serie di ritratti prosegue con i personaggi vissuti fino agli anni Trenta del Novecento, integrati con altre immagini di esponenti di casate di cui sono eredi.

 


Uomini e donne illustri di casa Sforza

27 marzo - 24 maggio 2015

Palazzo Sforza Cesarini
Genzano di Roma (RM)

Orari di apertura: Sabato ore 10:00-13:00 e 16:00-20:00; Domenica e festivi ore 10:00-13:00 e 15:00-20:00
Visite infrasettimanali: su prenotazione per scolaresche e gruppi (min. 15 persone)
Visite in costume storico: su prenotazione (Ass. Icononauta Diakronica - Tel. 393.9544247 )
Laboratori didattici "Faccia a faccia - Dal ritratto ai social network" a cura di Babycampus edutainment.
Su prenotazione dal lunedì al venerdì (Tel. 06.86704942-338.7008304-349.8066109)
Info: Comune di Genzano di Roma - Ufficio relazioni con il pubblico: 06.93711358-359-387 - Servizio turismo e beni culturali: 06.93711243

 

Per la rubrica Arte - Numero 125 aprile 2015