Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Fund raising

La Biblio + compie 10 anni

Era il dicembre 2004 quando, proprio con un articolo sul Vivavoce, si parla per la prima volta di tessera Biblio+ nelle biblioteche dei Castelli Romani.

"...Iscriversi alla biblioteca e sostenerne anche in piccolissima parte i servizi già attivi e i nuovi e i potenziali, crediamo possa essere inteso come un'adesione ad un progetto di più ampio respiro, segnato dalla partecipazione di tutti coloro che credono nel valore della cultura come risorsa preziosa della società, da non disperdere, bensì da valorizzare e integrare nel tessuto sociale e produttivo comune" . (Vivavoce n. 38/2004)

E proprio con questo obiettivo nasce la Biblio+ quale strumento di coinvolgimento attivo del privato nel pubblico e, proprio da questo momento, nelle biblioteche dei Castelli Romani si inizia a parlare di fundraising.

Ma cosa significa fundraising? Purtroppo la traduzione italiana in "raccolta fondi" è limitata e non rende efficacemente il vero e più profondo significato di questa attività che spesso viene semplicemente e semplicisticamente interpretata come una richiesta di denaro.

In realtà fundraising deriva dal verbo inglese "to raise" che significa "accrescere, procurare, sollevare, far salire, elevare". Ed è secondo questa accezione che come biblioteche facciamo fundraising. Perché fundraising significa creare interazione, rapporti di "inter-esse", "scambio" sociale, reciprocità. Concetti che sembrano descrivere ciò che facciamo come biblioteche, ogni giorno.

Perché questa è la nostra idea di biblioteca, bene comune di tutti che accoglie le persone come membri di una comunità. Per questo è fondamentale che ciascuno, con il proprio contributo, diventi parte attiva delle biblioteche, le sostenga e si faccia "ambasciatore", verso chi non le conosce, dell'importanza che rivestono per lo sviluppo culturale, sociale ed economico di tutto il nostro territorio.

Perché questa è la nostra idea di come dovrebbe funzionare la relazione tra pubblico e privato: non un rapporto che si limiti a mettere a disposizione del pubblico risorse private, ma un rapporto tra partner che condividono un percorso comune per il raggiungimento di un obiettivo che soddisfi entrambi. Per questo portiamo avanti un modello di biblioteca, quello che chiamiamo "biblioteca diffusa", che vede la biblioteca pubblica funzionare dentro spazi privati quali parrucchieri, cinema, piscine, bar, ristoranti, gallerie d'arte , oppure la biblioteca pubblica funzionare dentro spazi pubblici - vedi la biblioteca in ospedale - ma gestiti direttamente da privati che se ne assumono l'onere, in una contaminazione positiva che dalle biblioteche si irradia sul territorio per tornare alle biblioteche con spunti e sollecitazioni che arricchiscono e innovano la biblioteconomia sul tema cruciale e dirimente "del come" offrire servizi sempre più rispondenti alle esigenze e alla richieste di ciascuno.

E allora, a distanza di 10 anni, dove ci ha portato questo modo di fare fundraising?

A pensare agli utenti non solo come generosi donatori, ma soprattutto attori attivi, impegnati e consapevoli del loro ruolo per la crescita delle biblioteche come bene comune.

A pensare alle aziende non come semplici sponsor di iniziative e progetti in cerca di pubblicità, ma partner attenti e interessati allo sviluppo dei territori che scelgono di crescere utilizzando appieno le risorse della cultura della creatività e dell'innovazione.

A mettere a punto, partendo da tali premesse, un vero e proprio piano di fundraising con tanto di azioni e strategie mirate.

E i risultati cominciano ad arrivare: negli ultimi due anni i numeri di chi ci sostiene iniziano ad avere davanti il segno +, come il nome della nostra card la BIBLIO + che ha compiuto 10 anni e che troveremo il modo di festeggiare.

Da qui vogliamo continuare perché vorremmo che ogni cittadino, ogni azienda, ogni luogo produttivo dei Castelli Romani, fosse partecipe e sostenitore consapevole di questo ambizioso progetto di sviluppo.

Per la rubrica Fund raising - Numero 124 febbraio 2015