Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cinema

Lino Banfi a Villa Aldobrandini: Vai avanti tu che mi vien da ridere (1982)

Diretto da Giorgio Capitani, abile artigiano del cinema commerciale e regista di fortunate serie televisive come Il maresciallo Rocca e Commesse, è un giallo comico, piuttosto convenzionale nella trama e nelle trovate, nel quale Lino Banfi interpreta il maldestro Commissario Bellachioma, costantemente bistrattato dai suoi superiori. Per cercare di riabilitarsi agli occhi del capo, Bellachioma si intromette in una delicata inchiesta della polizia che cerca di far luce su una serie di attentati ad un importante sceicco del petrolio. Anticipando le mosse dei suoi colleghi, riesce a catturare il travestito Andrea Ritter (Agostina Belli), unico testimone di questi delitti, per servirsene come esca per smascherare il killer (Gordon Mitchell). Da qui equivoci a iosa, fughe, travestimenti, compreso l'inevitabile innamoramento del commissario per il bel transessuale, che però forse è una donna.

Girato a Roma, sopratutto all'EUR, il film viene ricordato anche per la scena madre ripresa nella splendida cornice di Villa Aldobrandini a Frascati. La villa tuscolana è infatti la sede dell'ambasciata dove viene organizzato il grande ricevimento in onore dello sceicco. Malgrado l'imponente servizio di sicurezza, il killer riesce a intrufolarsi ugualmente tra gli invitati ed è pronto a colpire. Ma Bellachioma, travestito da cameriere per non farsi riconoscere dai suoi colleghi, con un intervento fortunato riesce a neutralizzare il sicario e ad ottenere l'agognato riconoscimento dal capo della Polizia...

Della bella villa frascatana riconosciamo il giardino e le terrazze antistanti la facciata posteriore dove è allestito il banchetto e dove sono girate la maggior parte delle sequenze. Una banda di musicisti formata da poliziotti in borghese intrattiene i blasonati ospiti nell'esedra del Teatro delle Acque, pronti ad intervenire ad ogni minimo segnale di allarme. Alcune scene sono girate anche nel salone del piano nobile, con lo sceicco che viene ripetutamente scaraventato a terra dal capo della polizia al più piccolo accenno di pericolo, finché all'ennesima minaccia, stufo, decide di buttarsi a terra da solo. La terrazza del Teatro delle Acque, davanti alla Scala delle Acque, è invece il nascondiglio scelto dal sicario per far fuoco sullo sceicco.
Malgrado il film di Capitani ricalchi gli schemi della farsa tradizionale e della commedia sexy, di cui Banfi è stato uno degli interpreti principali, ha però il pregio di non scadere quasi mai nella volgarità e nel cattivo gusto e di confrontarsi anche con un tema particolare, come quello di un amore diverso, con un certo garbo. Il personaggio di Banfi, poi, in un ruolo che ricorda quello già interpretato in Brigadiere Pasquale Zagaria ama la mamma e la polizia (1973) e che ritroveremo nel film di Dino Risi Il commissario Lo Gatto (1986), qui è più umano e meno grottesco del solito. Azzeccati anche i comprimari con la bella e sensuale Agostina Belli e Nando Paone nei panni dell'assistente Cavicchioni, pessimista e iettatore, nonché imbranato come il commissario, che scatena le ire "italo-pugliesi" di Bellachioma.

Per la rubrica Cinema - Numero 116 giugno 2013