RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Primo piano

Quando i bambini fanno ooh

Pacchi e sorprese sotto l’albero

Da piccola non chiedevo regali a Babbo Natale. Dispensatrice di giocattoli per eccellenza era la Befana, e quella tra il 5 e il 6 gennaio era la notte magica, spesa in gran parte con l’orecchio teso ad ascoltare se la vecchina caso mai inciampasse con la scopa o venisse a controllare che dormissi nel lettino; almeno finché il sonno non incalzava, e la mattina seguente lo stupore dei regali risvegliava dolcemente la breve notte.
Soltanto più grandicella – per suggerimento delle mie amiche che – dicevano – che te ne fai dei regali alla fine delle vacanze?, trasferii le richieste di doni al panciuto vecchione che, però,
non ho mai amato: la verità è che non ci credevo già più: la meravigliosa euforia del dono portato dal cielo da un’oscura benefattrice, cedeva il posto alla gioia sì, ma misurata, dello scambio reciproco dei doni.
Oggi i nostri bambini ne ricevono tanti di regali, forse troppi ed a prescindere dalle feste comandate, ma quelli natalizi, in risposta a tanto di letterine scritte al nonno barbuto (la Befana da quanto so è sempre meno gettonata), rappresentano comunque per loro un momento magico.
Ma quali giochi amano i bimbi del 2005? Come cambiano i gusti da un anno all’altro e quanto sono influenzati dai media? La nostra “inviata” Marta Di Flumeri ha intervistato, assaporando già aria natalizia, alcuni commercianti di giocattoli del territorio: tutti hanno confermato che i bambini preferiscono giochi che abbiano un riscontro televisivo e/o cinematografico, legato a dei cartoon: è il caso delle nuove Barbie Magic Pegasus e Cenerentola (per via degli annessi cartoni), della bambola Winx, che quest’anno ha soppiantato di gran lunga le Bratz (troppo costose e non supportate dalla fama del cartoon), e dell’Action figure (wrestling), cioè di una specie di Big Gim muscolosi, corredati di gadgets quali cappellini, portacellulari, portachiavi, cinte etc. Allo stesso modo tutti i negozianti hanno riscontrato un calo nella vendita delle costruzioni Lego, forse perché, oggi, obbligate alla costruzione di oggetti precisi e non più aperte alla creatività dei ragazzi come una volta, e al contrario un picco di vendite di video giochi, in particolare quelli per play-station (soprattutto PS 2). Novità assoluta in questo campo l’Eye-Toy: una telecamerina montabile sulla play-station che riprende il giocatore proiettando i suoi movimenti all’interno del gioco stesso, e la diffusione dei Computer Kid: prescolastici interattivi, costo circa 50,00 €, per imparare a scrivere. Per quanto riguarda la prima infanzia, oltre a videogiochi per piccolini (a partire dai 2/3 anni), troneggiano in pole position costruzioni morbide e giochi sonori; se slittiamo all’adolescenza, notiamo grande interesse per l’universo fantasy (l’Harry Potter mania colpisce ancora?): fioriscono negozi di fate-elfi-gnomi anche come oggettistica da collezione, oltre che pub e locali con ambientazione incantata e pareti addobbate di troll e folletti. Ciò che mi lascia un po’ perplessa è che il gioco, paradossalmente, diventa sempre più individuale: vecchi giochi di società tipo Monopoli o Trivial Pursuit giacciono impolverati nei negozi, il gioco virtuale è quello più amato dai ragazzi nel dialogo/monologo con l’ormai inseparabile PC; l’evasione nel fantastico ha sempre i propri adepti ed i programmi televisivi influenzano le scelte dei regali: valori da sempre legati al gioco come la creatività, la socializzazione, lo scambio ed il confronto stanno andando perduti, cosa che induce se non altro a riflettere sui valori che come società trasmettiamo ai bambini e su eventuali strategie parallele ed alternative di gioco. Noi intanto, per dare il buon esempio di socialità, organizzeremo una manche a Trivial, in una delle biblioteche: argomento scelto: ma Libri e Letteratura, che domande!
Per la rubrica Primo piano - Numero 48 dicembre 2005