Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Biblioteca diffusa

La biblioteca diffusa

Non è la prima volta che scriviamo della "Biblioteca diffusa", ma lo facciamo con questa periodicità costante perché crediamo sia il progetto cardine, la trama di fondo su cui si innescano e probabilmente si innescheranno nei prossimi anni una serie di altri progetti che potremmo definire declinazioni del sostantivo principale.
La biblioteca diffusa nasce dalla convinzione che la biblioteca pubblica, nella società contemporanea, amplia e rafforza il proprio ruolo, perché la conoscenza e i saperi di cui la biblioteca è mediatore sono oggi il capitale più importante su cui si gioca la competizione nel mondo globale. La biblioteca pubblica deve secondo noi mettere in atto tutte le strategie possibili per crescere ed espandere la sua influenza. Ma questo non per smanie di affermazione legate alla propria sopravvivenza; se ancora pochi giorni fa a Roma al Festival delle scienze l'economista indiano Amartya Sen, premio nobel per l'economia 2008, dedicava la sua lectio magistralis al rapporto tra felicità e disuguaglianze, se il suo libro Lo sviluppo è libertà, in cui ha teorizzato un approccio radicalmente nuovo al benessere dei popoli, ha avuto tanta eco e raccoglie l'interesse di tanti nomi della ricerca scientifica italiana e internazionale; solo questo ultimo evento, per non citare una sconfinata letteratura in merito al ruolo della cultura, della creatività e dell'innovazione nella società contemporanea, ci dice che la missione che le biblioteche si sono date, è perfettamente in linea con i tempi e risponde all'interesse generale del Paese. Biblioteca diffusa dunque e tutte le sue declinazioni per allargare la presenza della cultura dentro i luoghi di lavoro, negli spazi urbani, nelle coscienze dei cittadini.

Una definizione dunque che ci siamo attribuiti e che ci sta particolarmente a cuore è quella di contaminatori di cultura dentro le nostre città e i nostri paesi, una contaminazione positiva che parte dalle biblioteche, si irradia sul territorio e torna alle biblioteche per innovarle e renderle sempre più rispondenti alle esigenze di una società che cambia con estrema velocità e che ogni giorno cresce in complessità.

È partendo da questa complessità, che investe la società e tutte le sue articolazioni, che nasce il rapporto della biblioteca con l'azienda; un rapporto, anche questo, che non ha niente di già visto e sperimentato, ma che è tutto in fase di costruzione, e che affonda le sue radici nei presupposti teorici cui abbiamo molto sinteticamente accennato presupposti su cui abbiamo trovato condivisione per lo meno in due casi esemplari che raccontiamo nei prossimi articoli.

Per la rubrica Biblioteca diffusa - Numero 114 febbraio 2013