RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cinema

Un tranquillo giovedì di paura

Forme e tempi dell’orrore

Ultimo appuntamento della rassegna sul cinema horror promossa dalla biblioteca di Rocca Priora – sono stati già proiettati alcuni classici del genere, come Freaks di Tod Browning e La mummia di Karl Freund, due film degli anni ’30, La maschera del demonio (1960), capolavoro dell’horror made in Italy, in anticipo sui tempi, firmato da Mario Bava, e Il cervello di Frankenstein (1948), riuscita parodia interpretata da Gianni e Pinotto - il film di Cronenberg è un horror con ambizioni filosofiche, inquietante e spiazzante come tutto il cinema del maestro canadese. La protagonista, Allegra Geller (Jennifer Jason Leigh,), è una geniale creatrice di giochi virtuali e ne ha inventato uno strepitoso, eXistenZ. Per giocare bisogna farsi praticare una “bioporta” nella spina dorsale e collegarsi attraverso un dispositivo chiamato gamepod che agisce direttamente sul sistema nervoso, permettendo la totale fusione tra gioco e giocatore. Durante la presentazione ufficiale di eXistenZ, Allegra viene ferita da un fanatico di un sedicente Gruppo Realista, che disprezza i moderni giochi virtuali, ma riesce a fuggire con l’aiuto di Ted (Jude Law). Nell’attentato però il gamepod è stato danneggiato e per ripararlo è costretta a coinvolgere nel gioco l’amico…
Per la prima volta dopo quindici anni alle prese con un soggetto tutto suo (l’idea dello script sembra gli sia stata ispirata dall’incontro con lo scrittore Salman Rushdie condannato a morte dalla jihad islamica, dopo la pubblicazione dei Versetti satanici, e costretto quindi a viaggiare sempre con un computer portatile che rappresenta la sua “porta” verso il mondo e la comunicazione), Cronenberg, utilizzando qui la metafora del gioco e della realtà virtuale, continua l’esplorazione del lato mostruoso dell’essere umano, delle sue pulsioni segrete e delle paure più recondite (del resto, sostiene il regista, il compito dell’artista non è quello di «andare a vedere cosa succede là dove nessuno s’avventura»?). I temi e le ossessioni sono quelli di sempre: la metamorfosi del corpo, la perdita dell’identità, l’organismo e le sue protesi biologiche o tecnologiche, l’eterno conflitto tra inconscio e razionalità. E la “morale” è radicalmente pessimista: il reale e il virtuale, la realtà e la fantasia, la vita e la morte, che si sovrappongono in un labirintico gioco di specchi in cui è impossibile districarsi e trovare vie di fuga, sono le due facce di un universo paranoico e sconvolto, due dimensioni inscindibili dell’essere.
Per la rubrica Cinema - Numero 48 dicembre 2005