RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Beni culturali

Il suggestivo interrogativo aperto sul Barco Borghese: una “piattaforma” che da oltre 2000 anni affascina con i suoi segreti

Intervista a Massimiliano Valenti

È stato riaperto al pubblico il Barco Borghese, complesso archeologico di Monte Porzio Catone. Il nostro collaboratore Franco Portelli, in occasione dell'evento, ha intervistato il Sindaco Luciano Gori e il Direttore del Polo museale Dr. Massimiliano Valenti.

 

Che cosa è il Barco Borghese?
"Barco" è il termine rinascimentale con cui si indicava l'area recintata nella quale si teneva la selvaggina per le battute di caccia. Il Palazzo di Ariccia aveva il proprio Barco, così come Villa Mondragone. "Borghese" in quanto nel '600 ricadeva nelle proprietà dei Borghese. Il toponimo indica una gigantesca, grandiosa spianata, una grande piattaforma quadrangolare, di circa 250 x 220 metri. Una piattaforma artificiale affacciata sulla campagna romana, sostenuta nel lato più a valle, verso Roma, da una sequenza di 190 ambienti voltati ipogei, di età romana, e per due terzi, la parte a monte, realizzata creando un grande terrapieno che pareggia il profilo originario della collina. E' una grande piattaforma artificiale di età romana, riutilizzata in epoca rinascimentale. Abbiamo trovato anche materiali di età alto medievale, quindi già nell'VIII secolo d. C c'era sicuramente qualcosa.... Poi nel 1572-73, quando gli Altemps realizzarono la soprastante Villa Mondragone - erano proprietari anche di Villa Vecchia la piattaforma venne recintata da un muro continuo, ancora visibile, e, una parte delle sostruzioni venne sfruttata come stalle, le stalle degli Altemps. Villa Mondragone nel '600 passò alla famiglia Borghese e quindi entrò a far parte della grande proprietà Borghese, che si estendeva in questa zona, il Borghesianum, e comprendeva Villa Mondragone, Villa Tuscolana, la Villa Tuscolana vecchia (cioè la vecchia Villa Angelina), la Villa Borghese (prima Taverna poi Borghese poi Parisi) e il Barco Borghese, abbracciando praticamente tutto il territorio di Monte Porzio Catone.

Una piccola proprietà...
Il "Borghesianum" arrivava, con il Barco Borghese, fino alle porte di Frascati. Questo è uno dei motivi per cui il territorio di Monte Porzio Catone si incunea in maniera così strana dentro il territorio di Frascati, fino ad arrivare, proprio con l'area del Barco Borghese, quasi alla città.

Quindi si tratta di un complesso di centinaia di metri di lunghezza e di larghezza, che si articola in una successione di ambienti, centinaia di ambienti, e sopra questi ambienti una piattaforma, una estensione piatta. A cosa servivano questi ambienti, queste centinaia di locali più o meno grandi in cui si articola la parte inferiore del "manufatto" e a cosa serviva la parte soprastante, la piattaforma?
Belle domande...Ancora non lo sappiamo! Una premessa importante: il Barco Borghese è l'essenza della architettura romana... il vero portato della architettura e della ingegneria romana è la realizzazione di ambienti, di strutture in opera cementizia, un sistema costruttivo che si è usato fino all'Ottocento, fino a quando non è stato inventato il cemento armato. Nel mondo romano c'è qualche esempio di volta rinforzata con elementi metallici ma fino a quando non è stato utilizzato, scoperto e sviluppato il cemento armato si è sempre costruito come i romani hanno costruito il Barco Borghese... che per le sue dimensioni e per la sua monumentalitá è proprio uno degli esempi più eclatanti dell'architettura romana. Nel Barco Borghese siamo in presenza di uno sviluppo massivo di sostruzioni - non si tratta altro che di ambienti sostruttivi - cioè di una costruzione realizzata semplicemente per creare, estendere e sviluppare una superficie piana, un esteso piano di calpestio omogeneo...

Questa è la sua funzione primaria...
Si, per sostenere e ampliare una piattaforma...
In vista di una utilizzazione di questa piattaforma...
Certo... Questi ambienti, queste strutture si prestano a varie interpretazioni circa l'utilizzo, cui era destinata la zona superiore... Abbiamo detto che il fine è stato quello di creare una piattaforma... Ora, una sequenza di ambienti voltati si può mettere in relazione con la realizzazione di un grande magazzino, di una grande piazza... Il foro di Terracina, per esempio, era sostenuto nel lato a valle da una serie sottostante di gallerie voltate, che permettevano di estendere la superficie utilizzabile e quindi di avere un grande foro romano, tutto lastricato. Se si va a Terracina si vede tutto questo, ma bisogna sapere che una parte di questo foro non poggia su un piano naturale ma su un piano artificiale. Nel caso del Barco Borghese la soluzione è portata agli estremi e si arriva a sostruire artificialmente, con degli ambienti voltati, una superficie intorno ai ventimila mq.... In tutto il complesso siamo intorno ai cinquantamila mq., tra terreno riportato e piattaforma sostruita. Si tratta quindi di una piattaforma enorme... Possiamo pensare ad una villa gigantesca, una enorme villa romana, per la quale si sarebbe realizzato un gigantesco piano, sul quale si sarebbero poi costruiti vari corpi di fabbrica per il piano nobile... possiamo pensare ancora ad un grande santuario, un tempio, che nell'area antistante ha bisogno di una grande superficie dove svolgere le cerimonie religiose... Queste sono alcune ipotesi in campo...

Per la parte sottostante le ipotesi sono più definite...
Certo... ma il problema di fondo è: "è una sostruzione che serviva a ...?"

Un bel punto interrogativo!
Secondo la linea interpretativa tradizionale era una villa romana. Il Barco è stato visitato dai più grandi archeologi dell'Ottocento: Lanciani, Tomassetti, Nibby, come abbiamo visto nella recente, bellissima mostra dedicata ai Colli Albani, ospitata al Museo della Città di Monte Porzio prima e poi a Roma, nel suggestivo Complesso del Vittoriano. Siamo nell'agro tuscolano, siamo sul versante nord, affacciato verso Roma, dove c'è una grande concentrazione di ville romane, di strutture imponenti, e quindi, secondo questi studiosi, potrebbe trattarsi di una di queste strutture. Va segnalato però che l'articolazione planimetrica delle sostruzioni del Barco è completamente diversa dagli altri basamenti di ville, cioè di rovine che noi sappiamo essere state sicuramente delle ville. E di solito nella villa romana non c'è una estensione così incredibilmente vasta di ambienti voltati sostruttivi... le piattaforme sono un po' più piccole: abbiamo una, due file di ambienti che servono a creare i vari terrazzamenti su cui articolare la villa. L'esempio più eclatante l'abbiamo vicino, è Frascati, dove questa villa enorme si articolava su una serie di piattaforme in successione, ma ce ne sono tante altre... la villa Mondragone insiste su una piattaforma di villa romana più o meno coeva al Barco Borghese, ma molto più piccola, e di dimensioni ridotte nell'articolazione planimetrica. Potremmo anche pensare ad un prototipo, a un tentativo di realizzare una cosa eclatante... potrebbe essere così, penso... siamo nel territorio tuscolano, che si caratterizzava per la presenza di ville dei personaggi più importanti della storia tardo repubblicana romana, gli stessi personaggi che realizzavano monumenti pubblici e privati a Roma e quindi avevano a disposizione maestranze e architetti di primissimo livello... e quindi per le loro case di rappresentanza nel tuscolano avrebbero potuto fare la stessa cosa... ma l'articolazione del Barco Borghese è piuttosto particolare e così, studiando l'organizzazione degli ambienti sostruttivi, ho visto che in realtà essi non assomigliano molto al sistema utilizzato per le ville romane... ma sono molto simili a un altro monumento, però più piccolo del nostro Barco, che è il santuario extraurbano di Tuscolo, in cui c'è una simile organizzazione, una simile articolazione planimetrica della disposizione degli ambienti, ma il quadrato è un quarto del Barco e oltre alla piattaforma antistante, lì è stata trovata, a monte, l'area del tempio, cioè il nucleo cementizio attorno al quale era stato costruito il tempio romano... Quindi la suggestione è che il Barco Borghese possa essere stato un santuario, un grandioso santuario affacciato verso Roma, anzi affacciato verso la pianura di Prataporci. Ad un convegno realizzato alla Sapienza a Roma in onore di Xavier Dupré, ho accennato alla possibilità che possa trattarsi di un santuario, e c'è chi, in sede di discussione, ha prospettato la possibilità che possa trattarsi addirittura del santuario di Castore e Polluce, di cui conosciamo l'esistenza attraverso una testimonianza epigrafica, legato in qualche modo alla battaglia del Lago Regillo. Un santuario gigantesco... In realtà, però, occorre essere molto prudenti: manca il tempio, un'iscrizione, una statua... quindi la suggestione c'è ma non abbiamo nessuna prova concreta...

Quindi qualunque ipotesi sull'effettiva destinazione della piattaforma non è documentata...
Per impermeabilizzare e rendere visitabili gli ambienti ipogei, una parte dei 190 ambienti ipogei, abbiamo scavato anche sopra, il giardino Borghese, fino alla parte superiore delle volte, e cosa abbiamo trovato? ... terreno rimaneggiato, praticamente senza materiale di età romana, quindi tutto rimaneggiato a partire dal Rinascimento, quando la zona venne trasformata in frutteto, in giardino. Abbiamo trovato soprattutto materiale che andava dal 'Sette-'Ottocento in poi, tutto rivoltato... e poi abbiamo trovato questo enorme piano liscio di cementizio senza traccia di nulla... Solo in un settore periferico, in corrispondenza dello spigolo sud-occidentale della sostruzione, abbiamo trovato tracce di ambienti rasati... abbiamo trovato quindi la testimonianza che lì sopra c'era qualche cosa, cioè c'erano delle strutture elevate in opera laterizia, che erano state talmente distrutte da trovarne appena la traccia... Sul resto della superficie, nulla. Allora le possibilità sono due: o - nel Cinquecento o nel Seicento - per rendere coltivabile la zona, hanno scavato, distrutto tutto e poi reinterrato, in maniera tale da poterlo coltivare, zappettare, per renderlo fertile in qualche modo, oppure effettivamente non c'era nulla. Io sono più per questa seconda ipotesi perchè, quando abbiamo scavato, non abbiamo trovato una superficie irregolare, come potrebbe essere in caso di distruzione, abbiamo trovato invece proprio quello che sembrava un piano, un letto di malta, quindi una grande superficie piana. L'idea quindi è che sopra ci fosse una semplice grande piattaforma... forse con dei portici sui lati... Non abbiamo scavato però nella zona che non è sostruita, cioè quella del terrapieno, che non è stata mai indagata e dove magari ci potrebbe essere qualcosa che ha a che fare con un tempio... non lo sappiamo...

Limitandoci alla piattaforma, non è pensabile che sia stata costruita esclusivamente per creare questi 190 ambienti, da utilizzare semplicemente come magazzini?
Questa è una delle cose a cui abbiamo pensato all'inizio delle indagini, anche alla luce del fatto che in uno degli ambienti più interni, ed è una delle cose più interessanti del Barco Borghese, è conservato un ambiente - in questo momento non ancora visitabile perché non è ancora in sicurezza - con un corredo di iscrizioni di età romana, dipinte a pennello, tracciate a carboncino e incise. Sono vari gruppi di iscrizioni, che accennano, sinteticamente, a una ratio marmoraria cioè a un magazzino di marmi: sono indicate giornate lavorative, nomi di schiavi e quantità di "marmi movimentati". Si è pensato quindi ad un magazzino imperiale di marmi... ma questo non può essere, per due ordini di motivi: primo, l'ambiente, assai piccolo, in cui sono conservate queste iscrizioni è oggi raggiungibile attraverso uno sfondamento operato negli anni '70, con le ruspe... ma nell'antichità era chiuso, non era in collegamento con il resto delle sostruzioni e quindi era raggiungibile solo dall'esterno. Le quantità di materiale movimentato sono esigue e non si riferiscono in realtà a marmi ma a sacchi, probabilmente a sacchi di polvere di marmo, quelli utilizzati per realizzare gli intonaci. Non solo, nelle porte di accesso sono spuntati con delle "x" i sacchi che entravano e uscivano da questo ambiente e le date che sono indicate si riferiscono ad un periodo breve... si tratta quindi di un magazzino provvisorio, utilizzato in un momento specifico della vita dell'edificio, per realizzare qualche decorazione. Non solo, le iscrizioni sono del Iº sec. d. C. mentre l'edificio è più antico. Primo problema per l'ipotesi "magazzino", quindi: l'ambiente in cui si realizzano queste attività non è in comunicazione con gli altri ambienti. Secondo problema: noi facciamo oggi un bellissimo percorso monumentale, spettacolare, romantico, "agevolato" dalla distruzione moderna (!) delle pareti divisorie attuata con mezzi meccanici a partire dagli anni '70 del '900 per facilitare il loro reiterato utilizzo come fungaia, ma in realtà abbiamo potuto appurare che nell'età antica i passaggi all'interno degli ambienti erano molto stretti, larghi settanta cm. e alti un metro e venti, un metro e cinquanta...

... Quindi difficilmente agibili per un magazzino...
... Certo, per movimentare i materiali... In realtà i percorsi, i giri che si possono fare oggi non sono quelli antichi... Abbiamo ricostruito quelli che potevano essere i percorsi antichi per un magazzino, per spostare i materiali. Ci sono alcuni ambienti che erano effettivamente ampi e facilmente accessibili, altri invece, ben il 95%, erano molto compattati, molto stretti, non accessibili. Quindi c'è un settore ristretto in cui si poteva circolare facilmente, e per questo settore si può ipotizzare un utilizzo, forse anche come magazzino, ma non di marmi. Il resto era una sola, unica gigantesca sostruzione e i passaggi erano semplicemente funzionali alla possibilità di ispezione degli ambienti e, credo, per consentire una certa aerazione, perchè chiudere tutti questi ambienti avrebbe creato dei problemi di umidità.

Questa ridda di ipotesi testimonia l'importanza del sito. Possiamo considerarlo un laboratorio di ricerca e di studio?
Debbo aggiungere e precisare una cosa importante: noi abbiamo scavato sul lato Nord del monumento e abbiamo scoperto una fronte monumentale affacciata su Roma, una fronte imponente che richiama molto, in questo caso, quella di un santuario. Abbiamo trovato degli ambienti decorati da semi colonne con capitelli tuscanici, una grande aula quadrata con nicchia sul fondo che ospitava quasi sicuramente una statua e che aveva un peristilio al suo interno. Questo rimarca l'importanza del complesso. E nello scavo abbiamo trovato migliaia di frammenti di marmi provenienti da tutte le parti del Mediterraneo e dell'impero romano. Il complesso era decorato in una maniera incredibile, fastosa... abbiamo trovato frammenti di decorazione parietale di opus sectile...

Il che è in contraddizione con l'ipotesi di destinazione a puro magazzino...
Perfetto! E perchè l'abbiamo trovati? Perchè nell'area, in epoca rinascimentale, si era installata una calcara, quindi abbiamo trovato le tracce del forno e migliaia di frammenti dei marmi che venivano frantumati... serpentino, rosso antico, porfido, pavonazzetto, giallo antico... colonne di cui erano sezionati tutti quanti i listelli per ricavare blocchi, capitelli, per essere cotti e ricavare calce... magari per realizzare la stessa soprastante Villa Mondragone! Il complesso quindi è importante dal punto di vista archeologico, perchè i materiali che abbiamo trovato negli scavi sono eclatanti: marmi, terrecotte architettoniche ancora policrome, vasi di sigillata italica unici, di aretina, tutti decorati. L'importanza del complesso archeologico è dovuta anche, come accennato, alle soluzioni architettoniche e ingegneristiche adottate... un vero e proprio manuale di tecnica costruttiva romana... eccezionalmente importante anche dal punto di vista didattico. Un cantiere di elaborazione di soluzioni per restauri e recuperi di complessi antichi... e i casi di questo tipo non sono tanti... Una proposta unica per questo territorio: in questo momento, a parte la proposta del Parco Archeologico e Culturale del Tuscolo, non esistono altre aree archeologiche aperte ufficialmente al pubblico, che siano gestite all'interno di un Polo Museale, come quello di Monte Porzio Catone, collegate direttamente ad un Museo dove sono esposti i materiali provenienti dagli scavi e nel quale vengono fornite visite guidate da personale specializzato, laureato in archeologia e che quindi può interagire in maniera qualificata con il pubblico. Penso che il Barco Borghese sia un fiore all'occhiello nel panorama culturale dei Castelli Romani...

e non solo...
e non solo... diciamo non solo perchè oltretutto per dimensioni, complessità e articolazione delle sostruzioni è la più grande macrostruttura compatta di edificio romano che esista nel mondo romano, tra le più grandi che esistano. Regge tranquillamente il confronto con la Domus Aurea, anche se quella è tutta affrescata, o con il Palazzo degli Imperatori sul Palatino. E' una proposta, da questo punto di vista, molto importante.

Penso ai Mercati di Traiano...
Si... con una particolare valenza evocativa del territorio... perché qui siamo dove c'erano le ville di senatori e imperatori... quindi, in realtà, la visita guidata offre tanti spunti tecnici, archeologici, paesaggistici, di storia anche post antica, rinascimentale... Il visitatore esce da questa visita guidata con una immersione nella storia romana piena e anche post antica, e quindi è spinto a proseguire la visita anche al Tuscolo, a Villa Mondragone, ai musei di Monte Porzio... e anche a quelli dei dintorni, penso a Frascati e a Grottaferrata...

Hai messo giustamente in risalto l'importanza di disporre di persone che gestiscano in maniera qualificata il rapporto con il visitatore...
Il tema è fondamentale. e su questo terreno noi ci siamo impegnati molto... L'organizzazione del personale, è un mio preciso Indirizzo... Mi pregio di essere riuscito a convincere un'amministrazione a spendere dei soldi per coinvolgere personale qualificato... In questo momento il nostro personale - tutto personale laureato, specializzato nelle varie aree - sta realizzando i cataloghi scientifici dei musei di Monte Porzio Catone... Questa è una cosa importantissima e tutti stanno contribuendo.

Cosa fare per far conoscere il Barco Borghese, la sua importanza... i suoi "misteri" irrisolti... a conoscenza del grande pubblico - superando la ristretta cerchia degli esperti, degli "addetti ai lavori" - e per farne uno strumento di crescita culturale e di sviluppo del territorio?
E' un problema che ci siamo posti. E' un altro elemento su cui ho puntato molto, fin dall'inizio. Credo che se si hanno monumenti di un certo livello, e qui ci sono..., ci siano le possibilità per attrarre il grande pubblico. Non parliamo solo del Barco Borghese... parliamo, ad esempio, delle Ville Tuscolane rinascimentali, che sono un vero e proprio capolavoro.. Parliamo del Tuscolo... Parliamo dell'Abbazia di Grottaferrata... ecc. ecc. ecc. In generale, mi sembra che siamo un pò indietro nelle azioni... Però, ad esempio, per iniziativa della Comunità Montana è stato creato un Sistema Museale dei Castelli Romani e Prenestini, che si chiama" Museum Grand Tour", al quale il Polo Museale di Monte Porzio Catone aderisce, con l'obiettivo di unire le forze per promuoversi... per promuovere iniziative e azioni divulgative... La cosa su cui bisognerebbe lavorare un pò di più è la pubblicità, il rapporto con i buyers, con i tour operators. Questa è una azione che non può essere portata avanti dalle singole realtà museali o archeologiche... è un pacchetto che va venduto su scala territoriale,... un pacchetto articolato che deve comprendere il ristorante, l'albergo e la proposta culturale... in cui quindi devono giocare un ruolo molti attori. È l'unico modo per rendere vincente la proposta dei Castelli Romani, come alternativa o come appendice alla proposta culturale di Roma... Del resto nell'Ottocento nei Castelli Romani ci venivano apposta... Si chiamava "Petit Grand Tour"...Ma bisogna sapersi muovere, devono lavorarci dei professionisti... Questo territorio è custode di un patrimonio incredibile!

Grazie.

Per la rubrica Beni culturali - Numero 111 luglio 2012