Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

If Provincia then

Monte Porzio

"I Comuni per affrontare le difficoltà economiche devono ragionare insieme:questo è "fare cultura", questo è salvaguardare la propria identità

Luciano Gori
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Siamo abituati a pensare alla Provincia come un ente territorialmente molto esteso che coordina un numero di comuni piuttosto rilevante. Adesso invece una delle ipotesi è che le Province siano sostituite da organismi intercomunali - o sovra comunali - territorialmente più ristretti, che gestiscano un numero di comuni più ridotto.
Questo vuol dire che prevarrà la logica delle aree territoriali omogenee? E i Castelli Romani sono un'area omogenea? Quali sono gli elementi costitutivi di questa omogeneità e della identità stessa dei Castelli Romani?

Dal punto di vista territoriale e logistico i comuni dei Castelli Romani sono vicini tra loro anche solo tre chilometri e li lega in modo particolare la trasformazione del prodotto locale tipico, il vino Frascati doc, come il Montecompatri, i Colli Albani, i Colli lanuvini. Il vino per i Castelli Romani è stato un'elemento di identificazione, a livello mondiale, molto importante. Poi, dagli anni Sessanta, l'economia dei Castelli Romani si è trasformata: da un'economia prettamente agricola ad un'economia terziaria e turistica. Ma l'identità e l'identificazione dell'area dei Castelli Romani sono date dal prodotto "vino" e dall'omogeneità territoriale.

La cultura è un elemento costitutivo di questa identità?
Certo. Noi abbiamo anche una storia che ci lega a Roma. Con Roma noi abbiamo avuto un'identificazione storico-culturale: l'abbiamo avuta nel passato e nel presente, e dobbiamo averla anche nel futuro.

Quindi, secondo lei, è legittimo pensare ad un ente sovraordinato che assicuri la governance dell'area dei Castelli Romani.

Questo è auspicabile... poi però bisogna vedere politicamente e amministrativamente come questo si realizza e quali sono i costi. Dobbiamo comunque avere una sinergia con Roma, malgrado la nostra identità...

Se si darà vita ad un ente sovraordinato ai comuni, questo dovrà comportare un trasferimento di competenze e di attribuzioni dai comuni all'ente...?
Sono convinto di sì, poi bisognerà vedere, con le economie di bilancio realizzate, se questo ente sarà un peso o no. Ma da un punto di vista politico-amministrativo è assolutamente necessario.

Con quali strumenti e con quali modalità può essere realizzato l'equilibrio tra le esigenze locali e quelle della comunità "allargata"?
Oggi abbiamo la Comunità Montana, il Parco dei Castelli Romani, il Consorzio delle Biblioteche, c'è questa unione di comuni che ci tiene legati. Abbiamo avuto un incontro tra sindaci per salvare la Comunità Montana: vorremmo approfondire l'idea di mettere a regime "comunitario" alcuni servizi essenziali come la raccolta differenziata, la polizia locale, l'illuminazione,il trasporto pubblico locale. Come sindaco di Monte Porzio, ho avviato delle iniziative per poter coordinare queste tematiche con i comuni vicini. Ci stanno particolarmente a cuore il problema del trasporto pubblico locale e quello della raccolta differenziata. La Regione ha detto che potrebbe finanziare in toto il progetto se riusciamo a trovare altri comuni che si uniscano a noi per la raccolta differenziata.

I Comuni quindi, per affrontare le difficoltà economiche, devono ragionare insieme: questo è "fare cultura", questo è "salvaguardare la propria identità"...
Roma e i Castelli Romani sono da sempre caratterizzati da una interrelazione molto forte. Questo ha creato anche molti problemi. Lo spostamento di un numero enorme di romani verso i Castelli ha prodotto l'aumento demografico e quindi boom edilizio, problemi ambientali, crisi nei servizi pubblici... Il destino dell'area dei Castelli Romani è l'"asservimento" al bacino romano? Quale dovrebbe essere il rapporto tra Roma e i Castelli Romani, come si può invertire questo processo e salvaguardare l'identità storica e culturale della nostra area?
Negli anni Sessanta o Settanta la popolazione era molto ristretta e c'era il problema di portare abitanti ai Castelli Romani per lo sviluppo economico, quindi gli amministratori di allora hanno fatto piani regolatori scellerati, che hanno inciso anche su siti anche paesaggistici notevoli. Molti abbandonarono l'agricoltura per lavorare come impiegati a Roma. Oggi c'è una tendenza contraria perché i Castelli hanno una qualità di vita migliore e più sostenibile rispetto a Roma. Bisogna creare uno scambio interculturale, ma bisogna proteggere anche la nostra identità con aree cuscinetto, per evitare la fusione urbanistica con Roma, per non diventare borgate di Roma.

Uno strumento potente sono i piani regolatori...
G. Non a caso il Comune di Monte Porzio ha identificato, nelle aree a sud, confinanti con Roma, i vigneti storici come aree agricole speciali di alto pregio. Questo crea un distacco con Roma che mantiene l'identità urbanistica.

Cosa si può fare per sviluppare le attività e i servizi culturali, strutture per il teatro, la danza, i musei, la formazione?
Il Sistema Bibliotecario Castelli Romani è molto importante. Così il sistema museale guidato dalla Comunità Montana, che ha creato il Museum Grand Tour. Monte Porzio ora sta cercando di aprire una nuova scuola di musica da concerto, con l'aiuto degli imprenditori locali: vogliamo costruire un auditorium perché riteniamo fondamentale avere un punto di incontro sociale e culturale, anche per le attività turistiche. La cultura anche in un momento di grande difficoltà economica è un settore che deve avere particolare attenzione.

Ritiene dunque che debbano essere messe in rete le risorse culturali dell'area dei Castelli Romani?
Certo. Per esempio, noi che abbiamo un Polo museale importante, di cui fa parte una struttura eccezionale come il Barco Borghese, pensiamo che è fondamentale fare sistema con gli altri musei e gli altri siti storici, artististici e archeologici dei Castelli Romani.

 

Per la rubrica If Provincia then - Numero 110 maggio 2012