Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

If Provincia then

Castel Gandolfo

Intervista a Maurizio Colacchi


"...Un coordina-mento tra sindaci di aree omogenee è necessario. Si poteva fare anche all'interno della Provincia...
È tanto più necessario oggi che le risorse economiche per far fronte ai bisogni sono di molto diminuite." Maurizio Colacchi

Con l'approvazione della nuova legge finanziaria, possiamo considerare avviato il processo di abolizione delle Province, o comunque del loro superamento. Si parla di organismi sovra-ordinati rispetto ai Comuni, con riferimento ad "aree omogenee". I Castelli Romani sono un'"area omogenea"? e quali sono gli elementi, le caratteristiche per cui è giustificato parlare dei Castelli Romani come di un'"area omogenea"? La cultura può essere uno di questi elementi?
Prima di arrivare a questo dovremmo un attimo ragionare sulla proposta. L'abolizione delle Province lascia un po' perplessi, nel senso che le Province sono previste dalla no-stra Costituzione e quindi bisognerebbe prima fare una revisione della Carta Costituzionale per poter poi procedere; infatti già alcune Regioni, e credo anche la Regione Lazio, ha all'ordine del giorno questa discussione sulla costituzionalità dell'abolizione delle Province. Così come è stata formulata questa proposta non ha senso. Naturalmente ci sono fattori importanti che riguardano le funzioni che le Province hanno svolto in tutti questi anni... non è che si possono togliere facilmente! I Comuni e la Regione sono in grado poi di sopperire alle funzioni che gli verranno trasferite? hanno i soldi per garantire il personale utilizzato o convertito? Ci sono un'infinità di questioni che io ritengo debbano essere meglio ragionate. Sono molto preoccupato per questa situa-zione. anche perché, devo dire, come sempre ci sono comuni che funzionano e comuni che non funzionano, ci sono regioni che funzionano e regioni che non funzionano, ci sono Province che funzionano e Province che non funzionano... Noi nella Provincia di Roma abbiamo risolto problemi molto complessi e delicati con efficienza, efficacia e immediatezza. Poi certo voglio affrontare un ragionamento che possa essere utile per migliorare aspetti locali... perché mi rendo conto, come lei diceva prima, che i Castelli Romani fanno parte tutti di un unicum, non soltanto geografico ma culturale, storico, hanno una tradizione comune...

Quindi sono un'"area omogenea"...
Certo che i Castelli Romani sono un'area omogenea! e devo dire che in questi anni ho potuto vedere - sono ormai al termine dei miei dieci anni da sindaco - quanto si siano avvicinate le posizioni che una volta erano molto divergenti... perché i campanilismi comunali emergevano molto prepotentemente... Siamo riusciti invece con questa nuova classe dirigente di sindaci eletti, a trovare intese importanti sul territorio. Abbiamo anche risolto problemi di "area vasta", che è senz'altro una cosa positiva.

Quali sono i connotati di questa omogeneità, in che cosa consiste questa omogeneità dei Castelli Romani? Lei ne ha parlato sul piano paesaggistico, sul piano storico, sul piano economico, produttivo... si può dire che esiste anche un'area culturale omogenea dei Castelli Romani?
Ma sì, senz'altro. Basta vedere le tante ini-ziative che nascono all'interno dei singoli comuni, che poi coinvolgono anche tutti gli altri comuni dei Castelli Romani: la sagra della porchetta ad Ariccia non è solo la sagra della porchetta di Ariccia, non è un evento solo locale ma coinvolge tutti i Castelli Romani... la sagra dell'uva a Marino, la sagra delle castagne a Rocca di papa, la sagra delle pesche a Castelgandolfo, coinvolge tutto l'hinterland dei comuni vicini e proprio lì si vede e si sente l'identità e l'omogeneità.

Il Consorzio Sistema Bibliotecario dei Castelli Romani ha realizzato per alcuni anni il progetto "Sagre e Profane", che aveva come obiettivo proprio la creazione di percorsi comuni, in cui le iniziative autonome dei singoli comuni confluissero in una visione di rete, in una visione di area...
Dobbiamo infatti entrare in una nuova mentalità, lavorare per non essere più comuni satelliti di Roma capitale.

Allora è giusto, anzi auspicabile, che quest'area sia governata da un ente sovra-comunale, sovra-ordinato inca-ricato di affrontare i problemi comuni?
Qui ritorniamo al fatto che eliminiamo le Province e poi creiamo tante piccole realtà... Quella di raccordo è una funzione che avrebbero dovuto svolgere, e bene, le Province. Su questo punto ho qualche perplessità. Abbia-mo visto che laddove sono nati alcuni consorzi, lo stesso Parco Regionale dei Castelli Romani, non si è riusciti a realizzare né la svolta né la dimensione capace di intervenire sulle problematiche locali di carattere am-bientale, archeologico, economico... E da cosa, da chi, questo nuovo ente deve essere gestito?

Ma l'esigenza ci sarebbe?
Sì, ma dobbiamo "inventare" una struttura che non diventi un altro carrozzone... non si deve finire per creare nuovi posti di lavoro per i disoccupati della politica... Certo che avrebbe senso un coordinamento tra gli amministratori dei vari comuni: è non soltanto utile ma anche necessario!

Facciamo un esempio. Ciascun comune elabora il proprio piano regolatore, stabilisce quindi quale sarà la sua espansione demografica e abitativa, i servizi, i trasporti ecc... questi interventi locali andrebbero coordinati, in una visione più generale... perché se Castelgandolfo decide di raddoppiare la sua popolazione, chiaramente crea un problema anche agli altri comuni... Insomma, i problemi sono integrati.
È vero. Noi però gli strumenti già li abbia-mo. Le Regioni, le Province, già dovevano svolgere queste funzioni. Ciò che Lei dice è vero, infatti quando Castelgandolfo ha ela-borato il piano regolatore - io all'epoca ero assessore - cercammo di coinvolgere anche i Sindaci dei comuni qui intorno, con la Provincia, l'ente parco... Perché è chiaro che un intervento importante su un comune, sull'espansione abitativa, sull'individuazione di servizi da dare alla città, ricade sugli altri comuni. E' così, non può essere diversamente, e difatti un coordinamento tra sindaci di aree omogenee si poteva fare anche all'interno della Provincia... È tanto più ne-cessario oggi che le risorse economiche per far fronte ai bisogni sono di molto diminuite. Faccio un esempio: è inutile che ogni comune abbia un palazzetto dello sport, è inutile che tutti i comuni abbiano due o tre campi di calcio... non ha senso... È bene che un palazzetto ci sia e però sia a disposizione di un'area più vasta, che realizzi il maggior livello possibile di partecipazione... anche perché è importante poter gestire le spese di gestione in maniera appropriata. Ciò è imposto dal buon senso e comunque te lo impongono i fatti perché i costi di gestione sono alti. Dopo la legge Gasbarri sulla limitazione delle emittenti televisive, sulle antenne dei cellulari, ecc., ho prodotto un regolamento comunale in cui ho indicato pochi siti, lontani dalle scuole e dai centri abitati, di proprietà del comune, dove potevano essere installate queste antenne e sono riuscito a fare questo regolamento consiliare tenendo testa anche alle multinazionali del settore, per limitare al massimo gli inconvenienti. Poi però mi sono reso conto che quando ho detto di no ad un ulteriore incremento, lo stesso gestore ha spostato l'antenna di trecento metri e l'ha messa al confine di un altro comune. Io non ho risolto il problema, perché comunque quest'antenna è a due passi e bombarda di onde i miei concittadini. Auspicavo una legge regionale che dettasse i criteri a cui tutti i comuni si dovevano attenere... ma poichè tutti i comuni agiscono secondo le proprie opportunità, quel problema mi ricade addosso senza che abbia potuto risolverlo. Lo stesso problema si pone per il piano regolatore, noi l'abbiamo fatto molto contenuto, però migliaia di metri cubi stanno sorgendo ai nostri confini, è chiaro poi che le nostre strade non possono più tenere... anche se io non ho fatto una grande espansione..!

Quali settori, quali servizi dovrebbero essere gestiti con una visione più glo-bale, più di area: la viabilità, l'urbani-stica, la sanità?
Parliamo dell'ospedale dei Castelli: in effetti, aveva una funzione di area. Per creare un ospedale dei Castelli però devi dare ai comuni la possibilità di raggiungere l'ospedale nel più breve tempo possibile, perché se io parto da Montecompatri per andare all'ospedale dei Castelli e ci vuole un'ora e mezza per arrivarci, allora faccio prima ad arrivare a Roma. E' comunque indispen-sabile però, avere un centro ospedaliero veramente importante, anche perché abbiamo un'area che supera i trecentomila abitanti, e non è cosa da poco...

Quindi i problemi di coordinamento e di "sovra-comunalità" esistono... e richiedono strutture politico-ammini-strative adeguate. Un altro problema è quello del rapporto con Roma, che fino ad oggi non è stato foriero di grandi vantaggi per i Castelli Romani... Nell'ultimo decennio la popolazione dei Castelli Romani è quadruplicata, arrivando ad oltre 300 mila abitanti: una grande città diffusa sul nostro territorio. Questo sviluppo ha avuto effetti sull'edilizia, sulla viabilità, ecc.. Come potremo affrontare questi problemi che ancora oggi sono ben lungi dall'essere risolti? con quali strumenti, con quali obiettivi, con quali strategie?... perché non possiamo isolarci da Roma né possiamo "fonderci" con Roma, come stiamo rischiando...
I Castelli Romani sono nati prima di Roma, perché la mitica Albalonga sorgeva sulle sponde del lago... noi abbiamo veramente una storia importante. Credo che Roma abbia dato alcune opportunità ai Castelli Romani, ma oggi è diventata un problema serio, che dobbiamo affrontare bene. Innanzi tutto la vicinanza di Roma, secondo me, ha contribuito a bloccare alcune potenzialità che avevano questi territori, che se fossero stati un pochino più distanti dalla capitale, avrebbero subito un po' meno l'aggressione di Roma e dei romani e avrebbero meglio salvaguardato alcune peculiarità, alcune bellezze, alcune tradizioni, di cui ci sentiamo orgogliosi, e che avrebbero portato sviluppo e ricchezza. Faccio un esempio. Noi siamo gemellati con Chateneuf du Pape. E' un piccolo paesino a dieci chilometri da Avignone, dove i pontefici, durante la cattività avignonese, nel 1300, andavano a villeggiare, come fanno da quattrocento anni a questa parte con Castelgandolfo. Questo paesino è famoso in tutto il mondo, perché vi si produce uno dei migliori vini di Francia e quindi del mondo. Trovi distese enormi di vigneti piantati su dei ciottoli che il Rodano ha la-sciato quando l'alveo si è trasformato... per ogni ettaro di vigna producono trenta quintali di uva ... curano molto la qualità e su questo hanno fondato la loro ricchezza: tutto il paese vive agiatamente sulla produzione del vino. Noi abbiamo un territorio dei Castelli Romani che secondo me non ha niente da invidiare a quello di Chateneuf du Pape: qui dovrebbero essere prodotti vini veramente di eccellenza, ma che però la vicinanza di Roma ha bloccato... perché i nostri antenati, i nostri nonni, i nostri padri, non hanno curato la qualità. Cercavano solo la quantità perché con Roma comunque il mercato era sicuro. Questi territori non hanno mai investito veramente su questo... poi c'è stata l'aggressione della città. Il terreno agricolo costava talmente poco rispetto a quello edificabile che la nostra città si è trasformata, anche per l'aggressività dei costruttori. Ciò ha bloccato le potenzialità di questi territori producendo un danno economico straordinario: oggi si sta cercando di tornare indietro però questo territorio ormai è devastato. Continuiamo a fare case perché qui le case costano tanto, a Castel Gandolfo costano come a Piazza di Spagna. Da Roma vogliono scappare perché qui si vive meglio che in città, e poi conviene di più investire qui... le scuole funzionano meglio... c'è più attenzione... la sicurezza è sotto controllo... per cui qui si vive meglio. Questa è una risorsa per Roma, ma per noi sta diventando un serio problema. Recentemente ho detto che alcuni nostri comuni per la vicinanza con Roma, appartengono sempre meno ai Castelli Romani e stanno diventando sempre più periferia romana, borgate romane. Cosa fare quindi per uscire fuori da questo problema? E' difficile dirlo, perché noi politicamente siamo molto deboli nei confronti di Roma. Il Comune di Roma è più forte, addirittura ha più potere della Regione Lazio... se ci fosse stata una classe dirigente in grado di far decollare subito le metropolitane, forse avremmo potuto anche noi partecipare a un disegno complessivo di gestione di un'area vasta.

Un'area metropolitana che comprende anche il Comune di Roma?
Che comprende anche il Comune di Roma certo, Roma e provincia... anche noi, all'interno dell'area metropolitana, avremmo potuto far sentire le nostre ragioni. L'area metropolitana prevedeva questo: l'assorbimento delle funzioni comunali all'interno di un'area metropolitana, in modo che il Piano Regolatore che si fa per l'area metropolitana, viene concordato da tutti i comuni... l'area metropolitana avrebbe avuto la responsabilità dell'intero territorio e avrebbe affrontato, secondo me, con maggior successo i problemi comuni.

Indipendentemente dallo scenario politico-amministrativo - area metropolitana, provincia, altre strutture - l'area dei Castelli Romani dovrebbe avere comunque una sua identità più definita, per poter interloquire con i colossi che la circondano...
Sì, mettendoci insieme riusciremmo ad esprimere e a far sentire meglio le nostre esi-genze. Questa è una funzione che avrebbe potuto svolgere benissimo la Provincia, per esempio per mediare il rapporto con Roma. Nicola Zingaretti in qualche occasione ha tentato anche di difendere le posizioni dei comuni della Provincia, però poi Roma nella sua autonomia di gestione continua a delibe-rare quello che le fa comodo. Io ho avuto una discussione aperta con Roma sulle Olimpiadi, in quanto Castelgandolfo è città olimpica e qui abbiamo avuto le gare di canoa e di canottaggio nel 1960. Parlai con Alemanno perché volevo in qualche modo entrare in questo progetto e mettere a disposizione dei servizi già pronti, dei siti attrezzati... si doveva fare soltanto un po' manutenzione. Ho anche scritto ad Alemanno per avere un incontro, ma non ho avuto risposta ...e quindi io mi sento debole politicamente...

 

Per la rubrica If Provincia then - Numero 110 maggio 2012