A ridosso dell'imminente pubblicazione del libro Ciclismo e alimentazione (Hoepli), dedicato ai ciclisti (e ovviamente alle cicliste) su mountain bike e in bici da corsa, colgo l'occasione per intervistare Francesca Rotondi, preparatrice atletica della nostra zona, nonché giornalista del settore, che da 25 anni collabora con riviste sportive (Cicloturismo e Mountain Bike Magazine), autrice di monografie su stretching, allenamento ed alimentazione (editrice Compagnia Editoriale).
Francesca mi accoglie in un ambiente a lei familiare, la palestra in cui lavora, così ci accomodiamo fra un attrezzo e l'altro della sala pesi in una piacevole pausa dagli allenamenti.
La cultura della natura e dello sport - in particolare nel ciclismo indissolubilmente legate - pensi sia abbastanza sviluppata nel territorio?
Sì, parecchio, sia per quanto riguarda la mountain bike che la bici da strada. Sono presenti numerosi sentieri indicati la cui frequenza, soprattutto domenicale, è molto elevata. Ad esempio il circuito del lago albano, facilissimo, ideale per chi inizia. Vengono inoltre organizzate diverse attività agonistiche di mountain bike e, una volta l'anno, gare di Ciclocross a Villa Doria. Certamente la cultura sportiva potrebbe e dovrebbe essere potenziata e meglio organizzata, perché il nostro territorio si presta enormemente alle attività sportive anche su strada.
Quali potrebbero essere gli strumenti di diffusione nella nostra zona?
Rispondo con un esempio concreto: il Comune di Ariccia ha predisposto un terreno retrostante il Palaghiaccio da utilizzare come circuito in bicicletta, e per ora già utilizzato dai bambini dei Centri estivi, i quali hanno la possibilità di cambiarsi in uno spazio chiuso ed allenarsi in un circuito protetto. Progetti come questo sono diffusi nel nord Italia, dall'Emilia Romagna in su, mentre qui mancano quasi totalmente. Ecco, bisognerebbe incrementare i circuiti protetti per bambini e ragazzi che intendono dedicarsi a questo sport: l'unico campo di atletica che abbiamo in zona, a Cecchina, è occupato dal calcio e dall'atletica; la bicicletta non è contemplata al suo interno. Oltretutto dei percorsi all'aperto, anche nei boschi, avrebbero molteplici funzioni: non ultime quelle di educazione e rispetto per l'ambiente praticati fin da piccoli.
A chi dovrebbe rivolgersi allora un bambino che, qui ai Castelli romani, volesse avvicinarsi al ciclismo?
Ad una delle tante società amatoriali della zona, perché nell'ambito di una squadra si incontrano sia compagni di disciplina che esperti che possano fornire consigli tecnici. Ciò ovviamente non obbliga all'agonismo che può essere trainante per molti ma vincolante per altri che invece vogliono coltivare questo sport in tutta libertà .
Se ci fossero piste ciclabili nel territorio migliorerebbe secondo te l'uso abituale della bicicletta anche come mezzo di locomozione non inquinante?
Certamente. Purtroppo la mancanza assoluta di piste ciclabili compromette l'uso della bicicletta nei Castelli romani, persino in zone come il Vivaro dove basterebbe davvero poco per crearle. Ma penso anche ad altri spazi dove potrebbero essere inserite, per esempio nei pressi del Museo civico albano, insieme ad altre strutture di base come canestri da basket o piattaforme per pattinare. A Villa Doria sarebbe invece facile e poco dispendioso creare un percorso vita. Lo sport è anche aggregazione, socialità , dovremmo fornire ai nostri ragazzi luoghi all'aperto con un minimo di strutture adeguate per praticare sport gratuitamente ed avere la consapevolezza che lo sport non è necessariamente a pagamento.
Sei favorevole all'uso della bicicletta assistita elettricamente per risolvere il problema della mobilità in salita?
Sì, la bicicletta potrebbe diventare un ottimo mezzo di spostamento, non inquinante, nelle città ; attualmente i fornitori propongono diversi incentivi economici per poterle acquistare. Da non trascurare poi l'aspetto turistico che i percorsi in bici ben organizzati potenzierebbero.
Parliamo invece del tuo rapporto con la scrittura: quando nasce e con quali motivazioni.
Ho usato da sempre la scrittura come mezzo meraviglioso di comunicazione, in particolare essa mi permette di trasmettere la mia esperienza, cosa che talvolta non posso fare sul piano pratico per mancanza di strutture. E' vero che i miei articoli sono tutti di competenza tecnico-scientifica, ma anche tramite essi è possibile veicolare esperienze e conoscenze, in particolare da donna alle donne che si allenano come cicliste in un contesto ancora prevalentemente maschile. Mi rende molto orgogliosa questa possibilità di parlare ad un pubblico femminile che sta faticosamente superando le resistenze di chi crede che il ciclismo sia prettamente uno sport maschile.
Bene, mi congedo da Francesca che torna ai suoi allenamenti e...a me è venuta voglia, quasi quasi faccio una pedalata!
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Note biografiche: Francesca Rotondi nasce a Roma nel 1961; nella capitale si diploma all'ISEF e pratica diversi sport a livello agonistico: tennis, ciclismo, mezzo fondo veloce;per nove anni è nella squadra nazionale di triathlon. Quindici anni fa si trasferisce ad Albano lavorando come personal trainer con specializzazione per ciclisti, podisti ed atleti. Da tre anni è impiegata nella palestra Meeting di Genzano come istruttrice e preparatrice atletica.