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Cibo per la mente

Il futuro del libro

Amazon è sul punto di attivare un nuovo servizio per i propri utenti: il prestito temporaneo di libri elettronici a pagamento, accessibili a partire da 11.000 biblioteche americane. Una vera rivoluzione, nei modi e nelle forme, della fruizione culturale che, se ha già toccato le librerie, ora passa il testimone alle biblioteche, luogo per eccellenza del prestito gratuito del libro. Per chi si scandalizzasse del fatto che la più grande biblioteca virtuale del mondo faccia pagare "l'affitto" dei suoi libri, basti ricordare il fatto che non scompariranno comunque le finalità, gli obiettivi e gli scopi delle biblioteche, ossia la conservazione e la trasmissione del sapere e della conoscenza tra passato, presente e futuro.
Anzi le forme e i supporti cambieranno (dal luogo fisico al luogo virtuale, dal cartaceo al digitale) ma per accostarsi e procedere insieme integrandosi, per promuovere e perpetuare la cultura universale facendo convivere, per il momento, libro di carta e libro elettronico. Il nodo cruciale comunque resta: se in biblioteca il prestito è libero e gratuito, in questo caso il servizio è a pagamento. Si può solo auspicare che, in un futuro non troppo lontano, le biblioteche di pubblica lettura si carichino degli oneri dei costi e facciano del prestito dei libri digitali un nuovo servizio di pubblica utilità, di crescita delle biblioteche e persino di democrazia.
Ma Robert Darnton, ex professore a Princeton ed ex direttore della biblioteca di Harvard, fondatore del Gutenberg-e program, va oltre e non si stanca di ricordare come per internet, la garanzia di democrazia sia incompatibile con la politica di monopolio di un altro pilastro dell'era digitale: Google. L'operazione Google Book Search deve insegnarci che il patrimonio della conoscenza è troppo prezioso per affidarne la continuità al solo monopolio privato. Avreste mai ipotizzato, per esempio, che Google una volta iniziato il suo progetto di digitalizzazione dei libri, sarebbe stata poi obbligata da una class action in difesa del copyright, a firmare un compromesso che avrebbe costretto le biblioteche che avevano fornito i libri gratuitamente, a dover pagare per accedervi? Ecco una delle trappole già svelate.
Il professore di Harvard spiega invece il suo progetto, alternativo a Google: una biblioteca universale, aperta a tutti, da realizzare in Rete: "Un gruppo di persone di cui faccio parte sta cercando di creare una Biblioteca Digitale Pubblica degli Stati Uniti (Digital Public Library of America) che si propone di fare concorrenza e battere Google sul suo stesso terreno, rendendo accessibile gratuitamente il patrimonio culturale americano non solo a tutti gli americani ma al mondo intero. Piuttosto che dipendere dallo Stato sul piano finanziario puntiamo su una coalizione di fondazioni private. Un consorzio di biblioteche metterà a disposizione i libri e gli altri materiali".
Quello che preoccupa maggiormente Robert Darnton, è il fatto che la gestione e l'organizzazione di una siffatta rivoluzione culturale sia lasciata unicamente nelle mani di informatici e giuristi, i primi si occuperebbero del supporto e della trasmissione dei dati, i secondi delle questioni legate al copyright e alla proprietà letteraria. Nessun posto per gli esperti del libro? Bibliografi, studiosi di biblioteconomia, storici del libro e della lettura, esperti di storia della tipografia e dell'editoria, non avranno niente da dire in merito ai cambiamenti. Eppure nessuno meglio di loro, sa quanto i problemi affrontati oggi, siano gli stessi che si ponevano nella seconda metà del Quattrocento quando fece la sua apparizione il libro stampato, come per esempio la circolazione transnazionale, la censura, la pirateria, la fluidità della proprietà letteraria, l'instabilità e la natura effimera ed ambigua dei testi, proprio come la prima edizione in folio delle opere di Shakespeare o le prime edizioni delle opere complete di Voltaire.
Tutti i bibliotecari sanno quanto mutevole sia, nella "Repubblica delle lettere", l'informazione che circola nei documenti stampati. Perfino il sogno di una biblioteca universale, che oggi ci sembra futuristico, può farsi risalire al 1600 quando Francesco Marucelli, nella sua mastodontica opera "Mare magnum", provò a redigere una bibliografia che comprendesse tutto il sapere di allora. Insomma con un occhio di riguardo alla digitalizzazione e ai problemi legati alla conservazione della nostra memoria, l'autore del libro ci consegna un rapporto del quale, tutti quelli che si occupano di libri e di editoria, più i lettori appassionati, dovrebbero avere conoscenza.

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Robert Darnton
Il futuro del libro
Adelphi, 2011

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 106 novembre 2011