Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Enogastronomia

Vendemmia

Nei giorni scorsi riordinando la libreria casalinga abbiamo trovato alcuni numeri della Rivista mensile enohobby edita, negli anni settanta dello scorso secolo, dalla Società Puma di Roma.
Come "vecchi" collaboratori tornare a sfogliare alcune pagine contenenti gli editoriali del Direttore responsabile dell'epoca, l'enotecnico Franco Tomassoli, ci ha procurato una certa emozione.
E' stato interessante inoltre rileggere i commenti, nostri e dei colleghi, sulla vitivinicoltura in generale e dei Castelli Romani in particolare. Sono "pezzi" scritti in un periodo in cui i consumi del vino in Italia erano circa tre volte superiori a quelli attuali, le Cantine sorgevano come funghi (soprattutto sotto forma di Cooperative sociali) ed era già iniziato su tutto il territorio nazionale il boom, poi con il passar degli anni notevolmente attenuatosi, della vendita per corrispondenza delle bottiglie di vino pregiato.
Riportiamo alcuni passi degli editoriali (F. Tomassoli, Editoriali, in enohobby, n. 2-3, 1974).
“Il mondo è in disordine, l'Europa è sbandata e nella nostra Italia tutti i settori sono in crisi; la stessa agricoltura e in essa la viticoltura e l'enologia sono stroncate da continue crisi di sovra produzione, di importazione e di esportazione, da costi troppo alti ... o troppo bassi del vino ...".
“I punti di riferimento che ogni uomo è abituato a riconoscere per cercare di condurre in porto la propria navicella nel modo più tranquillo possibile, sono sempre più imprecisi, e di difficile interpretazione".
“Solo la natura, sia pure fatta scempio dei suoi beni, resiste ancora seguitando a riprodurre i suoi genuini miracoli attraverso meccanismi tanto semplici ma ancora quasi completamente sconosciuti".
“Per seguire il cammino della nostra vita, per riconoscere i suoi basilari punti di riferimento sotto la loro mimetizzazione, è necessario riaccostarsi continuamente in uno dei tanti modi possibili, alla natura stessa".
"L'uva è una delle più complete e genuine creazioni della natura. Con il suo armonico complesso di sostanze nutritive è un microuniverso vivente composto di zuccheri, acidi, alcoli, proteine, enzimi, vitamine e tante altre cose in continua evoluzione, dal momento iniziale dall'assorbimento dei succhi dal terreno e dal calore del sole, fino agli ultimi stadi, talvolta dopo decenni, dell'invecchiamento del vino".
Dopo circa quaranta anni i principali problemi vitivinicoli (e non solo quelli) non sono ancora stati, come sembra, completamente risolti.
Le esaltanti emozioni di produrre uva e di assaggiare poi un ottimo bicchiere di VINO (quello vero dei Castelli, che si scrive veramente a lettere maiuscole come momento del più autentico ritorno alla natura) rimangono, però, invariate.
Siamo nel mese di ottobre e nei territori dei Castelli Romani (come in tanta altre zone d'Italia) la vendemmia è in corso. I Paesi sono in festa, i viticoltori lo sono un po' meno (per la bassa remunerazione delle uve che stanno raccogliendo, anche se l'annata sembra tecnicamente buona).
La vendemmia, come sappiamo, non ha una data fissa.
Diversi, infatti, sono i fattori che possono anticipare o posticipare il periodo di raccolta delle uve, ivi compreso il prodotto finale (vino) che si vuole ottenere.
Il periodo della maturazione è caratterizzato dall'aumento degli zuccheri, dalla diminuzione degli acidi, dalla concentrazione delle sostanze minerali, etc.
In alcuni casi si attende la sopramaturazione dell'uva. In altri termini l'uva matura rimane sulla vite: la raccolta è effettuata tardivamente, come nel caso del Cannellino di Frascati, cui può seguire un parziale appassimento in idonei locali.
Durante la sopramaturazione accadono i seguenti fenomeni: perdita di acqua per evaporazione; concentrazione degli zuccheri e delle sostanze contenute nel mosto; notevole diminuzione o scomparsa dell'acido malico (che dà una sensazione di acerbo e se in eccesso conferisce durezza al vino).
In alcuni territori viticoli poteva verificarsi in epoca passata, anche grazie ad alcune favorevoli condizioni climatiche, lo sviluppo latente della Botrytis Cinerea o marciume o muffa nobile con la produzione di vini dotati di particolari e pregiate caratteristiche organolettiche.

 


ENOPILLOLE
BOTRYTIS CINEREA
E' una muffa (marciume grigio o muffa grigia) che attacca gli acini prossimi alla maturazione. E' favorita da un alto grado di umidità atmosferica. Danneggia la buccia e ossida il mosto.
BOTRYTIS NOBILE
Forma della Botrytis cinerea (marciume nobile) che non completa lo sviluppo dei miceli per condizioni ambientali sfavorevoli (mancanza di umidità, clima caldo e secco). Nell'acino avviene una perdita di acqua con conseguente concentrazione degli zuccheri. Tutto questo porta, per alcune varietà di uva, a un miglioramento organolettico del prodotto finito.

 



BIBLIOGRAFIA
De Angelis G. e S., Crea il tuo vino, Enohobby editrice, Roma.
Vinciguerra C. (a c. di), Vino per Hobby.Glossario, Sea sas, Marino, 2002.

Per la rubrica Enogastronomia - Numero 105 ottobre 2011