Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

I Colli Albani terra di solitudine e silenzi

Buoi nella campagna romana

Un percorso attraverso la pittura e la lettura, tre libri per apprezzare l'arte figurativa moderna in Italia, attraverso le tele dei macchiaioli che operarono in Toscana, la terra, i paesaggi, le atmosfere dell'Italia centrale. Di lì eccoci a casa nostra con i dipinti sulla Campagna Romana dei Bamboccianti, degli artisti del Grand Tour, dei 25 della Campagna Romana fino ai grandi pittori della Scuola Romana. Terra di solitudini e silenzi, i Colli Albani e l'agro sottostante affascinarono tutti gli intellettuali stranieri che si trovarono a soggiornare in Italia durante i loro percorsi. E con il nostro terzo libro approfondiamo il Grand Tour, Roma, la sua campagna e le immagini come si presentavano agli occhi dei viaggiatori nel corso delle loro peregrinazioni.

 


Genio dei Macchiaioli. Mario Borgiotti: occhio conoscitore, anima del collezionista, Viareggio, Centro Matteucci per l'Arte Moderna, Catalogo della Mostra a cura di Silvestra Bietoletti, Viareggio 1 luglio-13 novembre, 2011.
Indagare, documentare e presentare l'arte moderna, in particolare il periodo che va dall'Unità d'Italia agli inizi del nuovo secolo, è il progetto culturale avviato dal Centro Matteucci per l'Arte Moderna di Viareggio, che ha messo in mostra una esposizione dal titolo "Genio dei Macchiaioli. Mario Borgiotti: occhio conoscitore, anima di collezionista" che si tiene presso il Centro Matteucci a Viareggio dal 1 luglio al 13 novembre 2011.
Per questo è necessario ritessere le fila del gusto collezionistico di uno dei più grandi "marchand-amateur" italiani, Mario Borgiotti. Nato a Livorno nel 1906, ma fiorentino d'adozione, è stato, per oltre quarant'anni, il vero punto di riferimento per la conoscenza e la valorizzazione della pittura toscana di area macchiaiola. L'opera di pittori come Lega, Fattori, Signorini, Abbati, Borrani, Cabianca, D'Ancona appare oggi definita e conchiusa grazie al recupero, a lui dovuto, di dipinti altrimenti inediti o attribuiti ad altri. Mario Borgiotti era dotato della capacità geniale di percepire i valori pittorici nella loro essenza, intuendo con uno sguardo il capolavoro autentico dall'opera comune.


Clemente Marigliani, La Campagna Romana dai Bamboccianti alla Scuola Romana, Roma, De Luca Editori d'Arte, 2010.
Roma e la suggestiva Campagna Romana nella pittura di genere della seconda metà del Seicento, passando per le rappresentazioni degli artisti presenti nella capitale in occasione del Grand Tour, fino ad arrivare ai XXV della Campagna Romana dei primi del Novecento e ai grandi pittori della Scuola Romana in un percorso contraddistinto da olii, acquarelli, disegni e incisioni. Un viaggio nel tempo a partire dai Bamboccianti, che ritraevano scene popolari di vita comune, raffigurazioni di rovine e capricci architettonici, antiche osterie e in tutto questo una grande ammirazione per Roma e la sua provincia.
La Campagna Romana appare già ai pittori del Seicento, del Settecento fino ai protagonisti del Gran Tour, come la terra della solitudine e del silenzio: paludi, prati con orizzonti segnati dal dolce profilo di colline, ampie distese disabitate punteggiate da ruderi, catene montuose fitte di boschi, antichi acquedotti incastonati nei prati.
La luce e i colori delle terre intorno a Roma affascinarono un po' tutti gli artisti stranieri attivi a Roma nella prima metà dell'Ottocento. Nei secoli XVIII e XIX, visitare l'Italia è considerato dalle classi colte europee parte essenziale della educazione di ogni giovane gentiluomo. Il termine Grand Tour compare per la prima volta nel "Voyage or a Compleat Journey through Italy" dell'inglese Richard Lassels, pubblicato nel 1670 come guida per studiosi, artisti e collezionisti d'arte in visita all'Italia. Nel libro si possono apprezzare le struggenti immagini di Roma, Albano, Ariccia, Nemi, Frascati, Genzano, Anzio, Nettuno.
Tra i pittori di pregio Philipp Peter Roos detto Rosa di Tivoli (1657-1706) che ama inserire nelle sue composizioni di pecore e capre, le figure di pastori trattati raffinata esecuzione. Altro pittore di notevole importanza è Hubert Robert (1733-1808) specializzato nella pittura di rovine con figurine guizzanti e fantastiche visioni.


Roma e la Campagna romana nel Grand Tour, Atti del Convegno Interdisciplinare, a cura di Marina Formica, Roma-Bari, Editori Laterza, 2009.
La pratica del viaggio in Europa dal Seicento fino all'Ottocento, acquisì un posto centrale nella formazione della classe dirigente inglese e dei nobili giovani dell'aristocrazia del Continente. Il Grand Tour venne sempre considerato un'esperienza fondamentale e in essa si cimentarono scrittori, pittori, musicisti, uomini di cultura. Nel corso di lunghe, faticose, e talvolta rischiose, peregrinazioni, il momento più decisivo restava l'incontro con Roma, la meta centrale di tutta la civiltà occidentale. Oggetti, cimeli, reperti, immagini costituirono il tramite con cui centinaia di viaggiatori tentarono di portarne in patria miti e atmosfere. Ma ciò che monumenti, chiese, rovine e palazzi di Roma non potevano dare, lo restituiva le sensazioni e le immagini della Campagna romana, per i colori, le atmosfere, la struggente malinconia, la lentezza del trascorrere del tempo, gli spazi magici e misteriosi. Da questa commistione originale, derivarono i modi e le forme con cui i viaggiatori ripensarono se stessi e la propria storia, le radici e l'identità. L'Italia e Roma ricevono così una forma culturale attraverso gli occhi, la parola e la memoria dei visitatori, dando origine a un mito destinato a lunga fortuna.
La mostra consente di ammirare alcune opere d'arte di cui si erano perse le tracce o che erano state dimenticate e la cui presentazione al pubblico procede secondo le pubblicazioni dello stesso Borgiotti, che, da appassionato critico qual era, pubblicò moltissimi volumi sull'argomento.

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 105 ottobre 2011