Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Eventi

L’Abbazia di Grottaferrata

Ricordo di un evento

L'idea di realizzare una esposizione rievocativa delle varie ed importanti manifestazioni succedutesi nel periodo di ricorrenza del IX centenario dalla fondazione dell'Abbazia di Grottaferrata, il 1904 per l'appunto, è sorta e si è consolidata man mano che venivano riordinate ed inventariate le carte inerenti a quell'anniversario, conservate presso l'Archivio storico del Monumento Nazionale di Grottaferrata. Infatti, scorrendo la documentazione, apparivano con sempre maggiore evidenza il grandissimo impegno profuso e i mirabili risultati raggiunti dalla comunità monastica di Grottaferrata, ed in primis dal suo abate padre Arsenio Pellegrini, nel voler lasciare un segno e un ricordo tangibili di una plurisecolare presenza spirituale, artistica, storica, culturale, nel territorio dei Castelli Romani.
Si chiedeva quindi, da parte della Biblioteca del Monumento Nazionale, il coinvolgimento dell'Amministrazione Comunale di Grottaferrata e del Monastero Esarchico di S. Maria di Grottaferrata, ai fini della realizzazione del progetto. La risposta positiva delle due Istituzioni interpellate incoraggiava a proseguire nel lavoro iniziato, nella consapevolezza che lo sforzo di documentare quanto di importante e significativo avvenne a Grottaferrata, all'inizio del '900, non potesse assolutamente prescindere dalle carte conservate presso l'Archivio del Monastero e presso l'Archivio Storico comunale della cittadina dei Castelli.
Organizzati in gruppi di lavoro, tenendo conto delle professionalità tecnico-scientifiche ed amministrative presenti nelle tre realtà summenzionate, si è portato avanti l'impegno assunto, ciascuno nel suo ambito di competenza, e si è arrivati all'allestimento finale della mostra grazie anche a una fattiva opera di collaborazione. L'amministrazione civica di Grottaferrata si è assunta l'onere economico dell'iniziativa, coadiuvata dalla fondazione Fideuram - Gruppo SANPAOLO che, con il suo contributo finanziario, ha permesso la stampa del catalogo. Un ringraziamento particolare sentiamo di rivolgere a questi due Enti che, in un momento particolare quale quello che stiamo vivendo, nel quale si è costretti a dolorose scelte quotidiane sui progetti da finanziare con le sempre più scarse risorse disponibili, non hanno relegato in secondo piano il settore della cultura e della conoscenza del nostro più o meno recente passato.
Ed ora una breve descrizione sulla genesi e la realizzazione di quell'evento. Con l'approssimarsi dell'anno 1904, IX centenario dalla fondazione del monastero, l'abate Arsenio Pellegrini inviò una lettera alla comunità monastica invitando i confratelli ad esprimere, per iscritto, proposte e consigli inerenti all'organizzazione delle imminenti feste centenarie. Si era alla fine del 1901, ed i monaci risposero con spirito di sincera partecipazione e collaborazione. Essi erano consapevoli che non tutte le loro idee sarebbero state poi tradotte in realizzazioni concrete, e ciò per vari motivi: scarsità del tempo a disposizione, limitate forze in campo, non cospicue risorse finanziarie. Purtuttavia non si persero d'animo e iniziarono a lavorare alacremente per la buona riuscita della manifestazione. Mirarono altresì a coinvolgere nell'iniziativa la popolazione del piccolo comune castellano, le gerarchie ecclesiastiche, le rappresentanze istituzionali, alcuni esponenti dell'aristocrazia romana ed altri importanti soggetti. Si diede così origine a un processo di collaborazione ed impegno che condurrà, come vedremo, a mirabili risultati.
Il processo per la realizzazione delle feste centenarie si era infatti avviato. Una Commissione monastica, un Comitato Generale Romano composto da insigni personalità, un Comitato esecutivo costituito dal piccolo comune di Grottaferrata, avevano iniziato ad operare per concretizzare le varie proposte che erano state presentate. Ma la spinta più autorevole sarebbe infine venuta dalle due istituzioni che pure, nel recentissimo passato, avevano avuto rapporti non proprio idilliaci tra di loro, e cioè la Santa Sede e la Real Casa. I due pontefici, Leone XIII ed il suo successore Pio X, avranno parole di forte incoraggiamento nei confronti dell'abate Pellegrini e della sua opera, volta a ricordare degnamente il cenobio di Grottaferrata ed il suo santo fondatore. Pio X onorerà addirittura della sua presenza la conferenza tenuta in Roma dall'abate Pellegrini sull'Unione delle Chiese. Non di meno la nuova entità statale, da poco costituitasi sotto l'egida dei Savoia, garantirà il suo sostegno e il suo appoggio, anche economico, in favore del monastero. Lo stesso re Vittorio Emanuele III visiterà l'abbazia nel 1905, in occasione dell'Esposizione di Arte Italo-Bizantina; la regina madre Margherita di Savoia si recherà a Grottaferrata nel 1904, 1905 e 1906. Ed anche le istituzioni centrali non faranno mancare il loro contributo. Il pur recentissimo passato, intriso di contrasti e divisioni tra le istituzioni liberali e il mondo cattolico, sembrò veramente soggiacere di fronte alla tenace azione intessuta dall'abate Pellegrini in favore di un sia pur tenue riavvicinamento tra le due realtà or ora citate. Il concorso morale, se non proprio materiale, fornito dalle amministrazioni centrali del giovane regno, rappresenterà infatti una pagina molto importante nell'ambito delle vicende legate alle celebrazioni e manifestazioni centenarie. Dal presidente del Consiglio al ministro degli Affari Esteri, dal ministro del Tesoro a quello di Grazia e Giustizia e dei Culti, dal ministro per l'Agricoltura l'Industria e il Commercio a quello dell'Istruzione Pubblica, non mancheranno certamente parole e tangibili segni di plauso e di condivisione per quanto si stava realizzando. Senza dimenticare che molti di quegli altissimi rappresentanti delle istituzioni statali si recheranno personalmente in visita al monastero, agli inizi del '900, dimostrando con ciò di tenere in alta considerazione l'antico cenobio e soprattutto la sua mirabile opera, volta a favorire la riscoperta dell'arte bizantina in Italia. Il mondo dell'aristocrazia offrirà anch'esso la sua fattiva opera di collaborazione. In primis la famiglia Kanzler il cui membro barone Rodolfo, figlio del comandante delle milizie pontificie delegate alla difesa di Roma nel settembre del 1870, sarà uno dei due principali artefici (l'altro essendo l'abate Pellegrini) di quanto di importante e duraturo vedrà la luce in quegli anni. Ma, più in generale, le famiglie Antici Mattei, Rospigliosi, Pasolini, di Brazzà, D'Erp, Giustiniani, Moroni, Di Palestrina, Di Venosa, tanto per citarne alcune, non faranno mai mancare il loro incoraggiamento morale e materiale in favore di una degna riuscita delle feste centenarie. ì Così pure la piccola comunità grottaferratese, solo da pochi decenni resasi autonoma ed indipendente dal limitrofo comune di Frascati, che non avrebbe certamente immaginato di vedere, per alcuni anni, totalmente sconvolto il suo tranquillo e ripetitivo tran tran quotidiano. L'amministrazione civica del piccolo centro, di poco più di mille abitanti nel suo nucleo centrale, si era in realtà posta per tempo il problema ed aveva cercato di dare risposte adeguate, pur nei limiti delle ristrettezze anche economiche nelle quali si era spesso costretti ad agire. La costituzione di un Comitato civico per i festeggiamenti, l'invito ai cittadini a contribuire a rendere più gradevole l'aspetto esteriore della cittadina, ed in ultimo la concessione all'abate Pellegrini, nel gennaio del 1907, della Cittadinanza onoraria di Grottaferrata, saranno solo taluni degli aspetti che caratterizzeranno l'azione dell'amministrazione comunale in quegli anni. Ed anche le iniziative e le realizzazioni furono numerose e meritorie. Vennero effettuati interventi di restauro nel monastero; fu commissionata all'ebanista Boccaccini la costruzione del coro ligneo della chiesa; fu realizzata, ad opera della fiorente scuola di miniatura diretta dal padre Gregorio Stassi, una serie di pregevoli cartoline miniate raffiguranti i vari aspetti della storia dell'antico cenobio; furono tenute alcune importanti conferenze commemorative nella Città Eterna, nel palazzo della Cancelleria Apostolica e nella sala del Concistoro, nel 1903 e nel 1904; furono programmate, sempre in Roma nella Sala Umberto di Via della Mercede, delle interessanti rappresentazioni (i cosiddetti "quadri storici viventi") volte a ripercorrere gli aspetti salienti della lunga vita del monastero; fu progettata, realizzata, e collocata nel piazzale d'ingresso dell'abbazia, la statua bronzea raffigurante San Nilo, opera dell'artista Raffaele Zaccagnini; fu realizzata, e collocata nello spazio antistante la chiesa, la fontana liturgica; solo per citare le iniziative maggiori. Ma una in particolare assunse enorme rilevanza rispetto a tutte le altre: l'Esposizione di arte italo-bizantina, prima in Europa nel suo genere. A questa esposizione avevano lavorato assiduamente il barone Rodolfo Kanzler, esperto di arte sacra, e l'abate Arsenio Pellegrini. Si dovettero superare difficoltà e problemi di ogni genere, si dovettero reperire finanziamenti rivelatisi quasi sempre insufficienti rispetto alle enormi necessità, si dovette rimandare più volte la programmata inaugurazione, ma alla fine il successo fu enorme, ben al di là di ogni pur rosea previsione. Il concorso di espositori e visitatori si rivelò notevole, pur tra i limiti obiettivi dettati dai non cospicui mezzi a disposizione e dal fatto che si era deciso di far svolgere la mostra in un piccolissimo borgo anziché in una grande metropoli, dove normalmente venivano organizzate manifestazioni di tale importanza. Conseguenza diretta di questo continuo afflusso di visitatori fu altresì lo slittamento della data di chiusura della mostra, inizialmente prevista per il giugno 1905 ed arrivata invece, di proroga in proroga, allo stesso mese dell'anno successivo.
Ricordiamo soltanto - tra coloro che vennero ad apprezzare le fatiche del Pellegrini e del Kanzler - il re Vittorio Emanuele III, la regina madre Margherita di Savoia, Paolo Boselli, Vittorio Emanuele Orlando, Gabriele D'Annunzio, i principi Doria, Lancellotti, Boncompagni, il ministro Tittoni, l'onorevole Fusinato, l'ambasciatore degli Stati Uniti White, l'onorevole Brunialti, il professor De Gubernatis, il generale Bini, il vice console di Grecia professor Giammanini, insieme ad altri numerosissimi alti esponenti del mondo politico, diplomatico, ecclesiastico, militare, nobiliare, e via discorrendo. Grottaferrata in quel periodo, come si evince bene dalle più o meno estese cronache dei principali giornali dell'epoca, era divenuta quasi il centro del mondo, con un andirivieni di carrozze, omnibus, automobili e quant'altro tale da segnare, e in qualche caso stravolgere, la più o meno tranquilla vita del piccolo borgo contadino.

 



Iniziativa compresa tra le manifestazioni volte a ricordare i 150 anni dell'Unità d'Italia.
Premio di Rappresentanza del Presidente della Repubblica Manifestazione inserita nelle "GIORNATE EUROPEE DEL PATRIMONIO - Anno 2011"
Inaugurazione:
Sabato 24 Settembre 2011, ore 17,00
Sala conferenze dell'Abbazia di S. Nilo
Corso del Popolo, 128
Grottaferrata (Roma)
Mostra fotografico-documentaria
Abbazia di S. Nilo, sala dell'antica Tipografia 25 settembre - 30 ottobre 2011
Orario 10-13/17-19. Ingresso libero
Per informazioni 06.94541584
bmn-grf@beniculturali.it
06.945401615
turismo@comune.grottaferrata.roma.it

Per la rubrica Eventi - Numero 104 settembre 2011
Claudio Santangeli |
Per la rubrica Eventi - Numero 104 settembre 2011
Paola Micocci |
Per la rubrica Eventi - Numero 104 settembre 2011