RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Enogastronomia

Riconoscimento delle D.O.C.G.

I Castelli salgono nella piramide dei vini

Denominazioni di Origine Controllata e Garantita per i Vini “Frascati Superiore” e “Cannellino di Frascati”

Il Comitato Nazionale per la Tutela e la Valorizzazione delle Denominazioni di Origine, nella riunione del 20 e 21 aprile 2011, ha "dato parere favorevole per il riconoscimento delle DOCG Frascati Superiore e Cannellino di Frascati".
“È stata conseguentemente modificata la DOC Frascati, dal cui disciplinare sono state estrapolate le tipologie Superiore e Cannellino".
“Inoltre è stata valutata positivamente l'istanza di riconoscimento della DOC Roma che si avvale di 7 tipologie di vini"1. Tra queste ultime è compresa la tipologia Romanella spumante.
I vini "Frascati Superiore" e "Cannellino di Frascati" salgono, con il riconoscimento della Denominazione di Origine Controllata e Garantita, nel gradino più alto della cosiddetta piramide dei vini. Sono i primi vini DOCG dei Castelli Romani e i secondi del Lazio dopo il "Cesanese del Piglio".
La DOC Roma interessa anche il comprensorio dei Castelli Romani.
Al momento di andare in stampa risulta pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 136 del 14/06/2011 il parere favorevole del Comitato Nazionale delle Denominazioni di Origine riguardante la richiesta di riconoscimento della DOC Roma e l'approvazione del relativo disciplinare di produzione. Dalla data di pubblicazione decorre il termine di 30 giorni per eventuali istanze e controdeduzioni, prima dell'approvazione definitiva. I dettagli concernenti la produzione di uva per ettaro, gli uvaggi, le gradazioni alcoliche minime, etc., saranno riportati nei prossimi numeri della Rivista. Il disciplinare di produzione dei vini Frascati DOCG e Cannellino di Frascati DOCG non è stato ancora pubblicato. Nel frattempo sono sopraggiunte "grane" burocratiche per il Frascati DOCG?
Attendiamo il responso ufficiale.

INTERVISTA ALL'AGRONOMO STEFANO IORI

Incontriamo il professor Stefano Iori, o meglio lo rincontriamo dopo molto tempo al raduno di un gruppo di "vecchi" amici che nel lontano 1977 realizzarono la RG1 radiogrottaferrata 1. Era il periodo delle prime radio "private" e il Sottoscritto insieme al professor Iori conduceva una trasmissione enologica in diretta con quiz a premi (bottiglie di vino): "Per Bacco, ovvero l'hobby vino". Non esisteva alcuna "scaletta" ma tutto era fatto a "braccio". Quanta acqua è passata sotto i ponti o se preferite quanto vino nel frattempo è stato prodotto ...
Il consumo pro-capite annuo si attestava, allora, intorno ai 140 litri. Oggi non superiamo i 40 litri! Altri tempi!
Perché non approfittare della presenza del caro amico Stefano per conoscere il suo parere sulla vitivinicoltura dei Castelli Romani?
Stefano Iori ha un curriculum vitae invidiabile: diploma di perito agrario e laurea in Scienze agrarie; Agente Generale del Lazio e dell'Italia centrale per una ditta specializzata nella costruzione e nell'arredamento di stalle per bovini e suini; vincitore di concorso di Ispettore agrario presso il Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste; titolare di cattedra di estimo presso l'Istituto tecnico per geometri di Frascati; incaricato dalla Regione Lazio del calcolo della liquidazione di usi civici del Comune di Montefiascone; socio fondatore dell'Enohobby Club Castelli Romani. Oggi svolge l'attività di consulente nel settore agrario e volentieri risponde alle nostre domande, in modo sintetico e preciso.

Al fine di accrescere la qualità dei vini è utile prevedere l'implementazione di nuovi vitigni?
Non mi sembra necessario. Alcuni tentativi si possono anche fare, ma con rigore scientifico e senza "calpestare" la tradizione.

Che tipo di ripercussioni ha su un "marchio" aziendale un eventuale abbandono di vitigni autoctoni a fronte di un'implementazione di altri vitigni?
Ai fini del prodotto ottenuto, con piccole implementazioni, si potrebbe avere un vantaggio qualitativo e una ripercussione positiva sul "marchio" aziendale.

Le aziende che hanno innovato hanno aperto nuovi canali di commercializzazione?
Sicuramente. Anche se nel comprensorio manca una coordinazione generale della commercializzazione dei vini. Sarebbe importante averla se non a livello comprensoriale almeno per ogni singola area Doc.

Tali cambiamenti come vengono accolti dai committenti loca-li/nazionali/esteri)?
Positivamente a tutti i livelli. Attenzione però a non creare un sistema commerciale ancora più disarticolato, disomogeneo. Vedi la risposta alla precedente domanda.

Quale è la dimensione media delle aziende che hanno innovato?
Sono aziende con una superficie media di 10 - 15 ettari circa. Rimane difficile, complicata e molto costosa l'innovazione per le aziende più piccole.

Quante sono?
Posso stimarle in una percentuale del 15 - 20%.

La "tipicità" del prodotto (vino) è un dato essenziale? Va mantenuta e meglio definita? E come?
E' un dato essenziale, occorre definirla meglio con una comune volontà di intenti. L'enoturista, il consumatore in genere è facilmente predisposto a un prodotto le cui peculiarità sono ben definite e facilmente riscontrabili.

Quali prospettive può fornire a tutto il comparto vitivinicolo la "Strada dei Vini dei Castelli Romani" ed è una iniziativa sufficientemente conosciuta a cui, comunque, è bene aderire?
Iniziativa troppo poco conosciuta, nonostante gli anni che sono passati. Desidero ricordare che la prima legge sulla Strada dei Vini dei Castelli Romani fu quella della Regione Lazio, emanata nel lontano 1983 su proposta dell'Enohobby Club Castelli Romani.
E' indispensabile aderire alla Strada e non rimanere inermi.
Non bisogna attendere che i progetti siano fatti dagli altri (a volte molto incompetenti) e in maniera non coordinata.

Il marketing territoriale e l'e-commerce sono operazioni da sviluppare e coordinare? E come?
Sicuramente. A cominciare dalla Strada dei Vini. Le iniziative enoturistiche vanno incentivate e, ripeto, coordinate.

Un miglioramento organolettico dei vini dei Castelli Romani può convivere con una migliore qualità di vita del viticoltore? E come?
Certamente. La migliore qualità va ben regolamentata e valorizzata con i moderni mezzi di marketing.
Grazie professor Iori. Speriamo di rincontrarci molto presto e non tra altri trenta anni, al previsto secondo raduno della radio RG1...

Per la rubrica Enogastronomia - Numero 103 luglio 2011