RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Sistema Territorio

Ascanio, tu sei del “Quadraro”...

Intervista

In occasione dell'evento organizzato da DiffusamenteMuseo a Grottaferrata presso il Campo dell'Arte sul tema "Acqua bene comune", in cui Riccardo Dalisi ha premiato con il Compasso di latta Ascanio Celestini e Costantino Faillace, Franco Portelli, più volte prezioso collaboratore della nostra redazione, ha intervistato Ascanio Celestini, ponendogli domande relative al suo rapporto, da romano, con i Castelli Romani e al suo personale modo di leggere la realtà culturale di questo territorio.
La nostra rivista è particolarmente interessata a raccogliere i punti di vista degli artisti sui Castelli, specialmente quelli che li conoscono e ne hanno apprezzato le potenzialità.
Crediamo che tali contributi ci aiutino nel complesso percorso che abbiamo intrapreso per trasformare questa area vasta a sud di roma in un territorio in grado di recuperare e valorizzare la sua naturale vocazione culturale. (E.D.)

Ascanio, tu sei del "Quadraro"...
Mio padre era del Quadraro. Io sono di Morena, invece...

Ah, quindi tu ora vivi a cavallo traRoma e i Castelli Romani...
Sì sì!

Quindi sei metà castellano e metà romano...
Beh, la zona dove stiamo noi - anche se Grottaferrata è più vicina rispetto al Quadraro, e comunque a metà strada - in realtà non ha proprio niente dei Castelli Romani, nel senso che non ha né quella autonomia culturale né quell'orgoglio dell'appartenenza ad un territorio. Uno dei Castelli Romani si sente dei Castelli Romani, addirittura uno di Frascati si sente "la perla dei Castelli Romani"! Noi no, stiamo in una borgata dove a malapena abbiamo un nome..!

Ma uno dei Castelli Romani in che cosa si distingue da un romano?
Allora... Io credo, per prima cosa... a livello proprio di suono, di lingua, diciamo proprio di pronuncia, oltre che di alcune parole...

Il castellano è un po' burino...
I romani direbbero questo! Però io non mi potrei mai permettere, perché vivo in una zona talmente di confine... Noi non siamo neanche burini, noi di borgata siamo meno che burini... e io non sto neanche in una borgata in qualche maniera nobilitata da un certo cinema neorealista o successivo, Pasolini e non solo... Noi siamo proprio una zona che non ha quel volto... come posso dire, pericoloso. Neanche quello... Siamo una borgata davvero poco meno che dormitorio. Invece chi viene dai Castelli Romani, io credo che si senta di appartenere, giustamente, ad un territorio che ha una sua autonomia culturale. Per esempio, per quanto riguarda il cibo. Il vino che si beveva a Roma è stato da sempre il vino dei Castelli, con qualche vicissitudine nel tempo, purtroppo, soprattutto negli anni '70 e'80, per quello scandalo dell'etanolo... Ma poi è tornato, fortunatamente, ad essere un vino di qualità.

Oggi ci sono delle eccellenze ai Castelli Romani!
E' vero. Ci sono delle cantine che fanno il vino anche senza solfiti, biologico. Insomma, io lo bevo il vino del Castelli... ma sono molto curioso anche dei vini dei territori dove fino a poco tempo fa non c'era manco la vite, manco la terra!
Secondo te, c'è speranza che i Castelli vengano finalmente associati, nell'immaginario collettivo, non solo al vino, alle tagliatelle e alla porchetta, ma anche al loro ricchissimo patrimonio culturale, storico, archeologico?
Vedi, per Roma i Castelli Romani potrebbero essere una risorsa che molte altre grandi città europee non hanno. Cioè... quello che accade nelle grandi aree urbanizzate - adesso non vorrei parlare al posto di un architetto! - è che piano piano ci si allontana dal centro e si va in zone sempre di più degradate. I Castelli Romani no.
I Castelli Romani di fatto sono una sorta di periferia della città di Roma, ma non quanto a livello culturale... o meglio non quanto a livello storico-culturale, di tradizioni, di autonomia culturale. Posti come Grottaferrata, come Frascati, come, via via, Marino e tutti gli altri piccoli centri dei Castelli, potrebbero molto velocemente e anche con una certa facilità diventare dei luoghi di incontro culturale a livello europeo, mondiale. Perché stanno proprio a ridosso del centro. Fra l'altro c'è l'aeroporto di Ciampino proprio sotto, la ferrovia... Per cui potrebbero essere quel distaccamento culturale, quella risorsa culturale che può offrire quello che la città non può più offrire per molti motivi, sia per il caos che c'è in una grande città rispetto al piccolo ordine che ci può essere nei piccoli centri, sia perché ci può essere una possibilità di manovra molto più rapida rispetto ai grandi centri. Frascati potrebbe diventare quello che è l'Auditorium, il Parco della Musica. Grottaferrata potrebbe essere un centro di produzione teatrale importante. Il cinema...
Tutto questo potrebbero diventare questi piccoli centri. Ma se noi li vediamo come sono oggi... Praticamente non hanno manco un teatro... Una città come Frascati, che spesso è chiamata "la perla dei Castelli Romani", un teatro non ce l'ha! Il teatro di Frascati è il teatro dei preti, che è un posto che ogni volta che ci si entra bisogna allestirlo da zero. Almeno questo è capitato a me due anni fa. C'è uno spazio espositivo, le Scuderie Aldobrandini, però anche quello è un luogo molto difficile da gestire, prima cosa perché gli spazi sono abbastanza piccoli.
Poi quello che chiamano Auditorium è uno stanzone dove è complicato portare qualsiasi cosa, acustico soltanto per certi tipi di acustica e l'amplificato è un problema...
Per cui diciamo che bisognerebbe investire molto, molto di più nella cultura nei Castelli Romani. Peraltro con un ritorno praticamente certo, sicuro.
E questo sarebbe un bene anche per la città di Roma e non solo per i Castelli Romani. Anche per l'immediata periferia, quella dove io abito. Peraltro anche lì ci sarebbero spazi: c'è uno spazio straordinario come le Officine Marconi, che è stato semi-ristrutturato e poi lasciato lì in uno stato di coma. E quello potrebbe essere invece uno dei grandi posti che vediamo in giro per l'Europa, a Berlino
, a Bruxelles...

Possiamo inserirti tra i testimonial dei nostri progetti di rilancio dei Castelli Romani?
Io faccio una piccola proposta - che ho rubato a Filippo del Teatro Il Lido, che è stato uno dei primi occupanti di quello spazio, il primo a gestirlo - una proposta che un architetto, un urbanista, capirebbe perfettamente e che è il Piano Regolatore Culturale.
Come si fa un Piano Regolatore per l'urbanistica - quando si fa e quando si fa bene - così si fa il Piano Regolatore per la cultura. Prima di intervenire bisogna capire quali sono le risorse, quali sono le richieste... perché magari noi andiamo a fare un bel teatro a Frascati e invece i frascatani hanno bisogno di altro, magari di avere un treno che ritorna da Roma alle tre di notte, perché dicono: "io non ho bisogno di un teatro, io voglio andare a Roma", per dire... Oppure capiamo che hanno bisogno di uno spazio all'aperto che funzioni e che sia bene allestito, di non dovere allestire sempre da zero tutto quanto... o magari hanno bisogno di formazione oppure hanno bisogno per prima cosa di un teatro per le scuole dove andare a fare i laboratori...
Ecco, noi dobbiamo fare un Piano Regolatore Culturale per il territorio dove andiamo a intervenire perché sennò... Io ne vedo continuamente, continuamente, di spazi ristrutturati - raramente bene... - che però sono dei grandi scatoloni vuoti!
Per esempio, prendiamo il numero degli spettatori: noi dobbiamo capire quanti spettatori ha una città come Frascati, perché potrebbe avere biso-gno, rispetto ai suoi abitanti, di un teatro di 3-400 posti e magari ha bisogno di due spazi, uno da 300 posti e uno da 1500 posti, perché a un certo punto catalizza l'interesse di tutti i Castelli Romani più quello della città di Roma.
Però queste cose non le sanno né gli artisti né gli architetti.
Queste cose gli artisti, gli architetti, i tecnici, gli imprenditori, gli amministratori le vengono a sapere se cercano non soltanto di fare degli studi ma proprio di rapportarsi con gli abitanti del territorio nel quale vanno ad intervenire.

Ti ringrazio molto.
Grazie a te.

Per la rubrica Sistema Territorio - Numero 103 luglio 2011