
La meccanica quantistica ci insegna però che lo spin può assumere solo determinati valori: interi (0, 1, 2, ...) o semi-interi (1/2, 3/2, ...). Questo non è un dato da poco perché determina il comportamento di una particella e quindi dell'intero Universo. Le particelle come i quark , quelle composte dai quark o gli elettroni hanno spin semi-intero e sono considerate i mattoni dell'Universo.
Le particelle come i fotoni o i gluoni hanno spin intero e sono i mediatori delle forze fondamentali. Di conseguenza, al contrario della massa o della carica elettrica, lo spin è la grandezza fisica che “specializza” il comportamento delle particelle.
La formulazione teorica dello spin è stata fatta negli anni '20 dal fisico austriaco Wolfgang Pauli, ma, come accennato in precedenza, la misura sperimentale dello spin ha riservato per anni incertezze dovute al fatto che lo spin totale di una particella non corrispondeva allo spin totale portato dai suoi costituenti elementari. Solo negli ultimi anni, grazie alle difficili misure di alta precisione dell'esperimento HERMES presso i laboratori DESY di Amburgo, in collaborazione con i fisici del laboratorio dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare di Frascati ( http://hermes.desy.de e http://www.lnf.infn.it ), il complicato puzzle è stato risolto. Lo spin dei nucleoni è dato non solo dalla somma dello spin dei quark, ma da quello dei gluoni (particelle mediatrici che vengono scambiate tra i quark) e da tutte le particelle e anti-particelle, che quest'ultimi possono formare all'interno del nucleone, in un'incessante danza di evanescenti particelle in continua creazione e annichilazione.
Il puzzle dello spin è sulla via della completa risoluzione e così anche il modello delineato finora dai fisici per descrivere il comportamento della materia nell'Universo è salvo ... almeno per il momento.
Per la rubrica
Gocce di scienza
- Numero 50 marzo 2006