Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Sistema Territorio

distretto culturale Castelli Romani

LE AZIONI DI SISTEMA

L'Agenda strategica, documento aperto e flessibile, nato come strumento per l'attuazione di un sistema territoriale integrato, è stata approvata da tutti i Sindaci dei Castelli Romani contemporaneamente alla fase di avvio del progetto di Area integrata (L.R.40/99) e pubblicata come allegato nel numero 60 del Vivavoce (Marzo 2007)

Nel numero 67 della stessa rivista a dicembre del 2007 Madel Crasta, riferendosi al progetto di Area Integrata, scriveva:


...ispirandosi all'Agenda strategica, il Consorzio SBCR ha presentato alla Regione Lazio il progetto esecutivo dell'Area, secondo le linee guida indicate dalla Regione stessa: individuazione e selezione dei punti di forza riconoscibili, proposta di itinerari turistico-culturali e piano di comunicazione.
Questi primi passi sono assolutamente coerenti con il processo di costruzione del sistema territoriale, promuovono una visione d'insieme anche verso l'esterno e sono improntati a logiche di aggregazione e condivisione, le sole in grado di sostenere oggi le sfide di una competizione globale....
E ancora più avanti
...Nel clima generale di scarsa fiducia sulle concrete possibilità di realizzare programmi complessi e proiettati nel tempo oltre la fase degli annunci ufficiali, il caso dei Castelli Romani sta dimostrando che attraverso la costanza e la partecipazione degli attori sociali è possibile avviare processi di cambiamento e assicurare progressivamente risultati misurabili...
Ad ottobre del 2009 (n.85 della Rivista), la stessa Madel Crasta nel fare il punto sull'attuale fase di realizzazione del Sistema Territoriale Castelli Romani, dopo una disamina attenta delle azioni intraprese afferma: il quadro che si delinea è dunque niente affatto fumoso e generico, come spesso capita in sorte agli obiettivi ambiziosi, al contrario si sta mantenendo la rotta e, soprattutto, si dimostra concretamente come, seppure con grande fatica, possono crescere e rafforzarsi azioni di sistema che vedono protagonista l'insieme del capitale sociale e non solo alcuni settori.

Oggi credo sia possibile affermare che si portano a casa i primi risultati: 100 chilometri di Francigena, quella del Sud, inaugurati ad ottobre dello scorso anno, la metà dei quali in territorio castellano e l'approvazione del progetto delle Antiche vie del Lazio, dentro il quale la Francigena è iscritta, finanziato con la stessa legge

Ma questa è solo una parte della storia.

Di fatto il Consorzio lavora ad un progetto più ambizioso, che sia chiaro non è del Consorzio, ma dei Comuni che ne fanno parte. Diciamo che il Consorzio ne è l'ente attuatore.
Si tratta del progetto di Distretto culturale, che significa in parole povere mettere a sistema l'intero territorio dei Castelli, riprogettarne lo sviluppo, facendo leva sulla cultura, la creatività e l'innovazione. Parole abusate, si potrebbe osservare, nulla di nuovo all'orizzonte. Invece no. Nel concreto in questa Area alcune logiche sono decollate e in parte fanno scuola.

Prendiamo il caso di una manifestazione che ricorre ogni anno con diverse edizioni e che il Consorzio ha battezzato "Sagre&Profane": si promuovono, con gli strumenti di informazione e comunicazione del Consorzio, tutti gli eventi organizzati in un determinato periodo dell'anno dai diciassette comuni dell'Area; se ne valorizzano le relazioni reciproche, ottimizzandone la distribuzione, proponendone la fruizione attraverso una lettura tematica, che il visitatore/utente percepisce grazie a piccoli eventi di collegamento sul tema, progettati per l'occasione. Sagre&Profane è stato classificato, anche in un recente progetto sul turismo culturale realizzato con la Grecia, come un intervento di marketing territoriale relativo ad un'area vasta.
Che c'entra tutto questo con l'idea di riprogettare il territorio facendo leva su cultura, creatività e innovazione? Concetti come territorio e conoscenza, territorio e creatività potrebbero sembrare lontani, se non antitetici - l'uno materiale, l'altro effimero - e invece l'evento culturale con il suo bagaglio di idee e proposte si rinforza, direi "esplode" quando è in grado di captare ciò che la storia e la tradizione locale cercano di esprimere attraverso l'arte e la cultura. Ecco dunque che ascoltare i segnali, anche deboli, che provengono dal locale diventa un' attività di grande importanza per un territorio che fa della cultura la materia prima del suo sviluppo e le azioni e gli interventi che legano cultura, arte e territorio svolgono appunto una funzione di marketing territoriale che potrà anche arrivare a creare un brand di successo, indispensabile, in un economia globale, alla competitività dell'intera filiera economica.

Ma le logiche del distretto culturale, con le quali si è progettato e viene annualmente realizzato Sagre&Profane, stanno dietro anche ad altri progetti consortili, alcuni più avanzati, altri in embrione.

Mi riferisco al progetto MentiApeRTE che punta a creare un Sistema della creatività ai Castelli Romani e per il quale la Biblioteca di Genzano ha già attivato uno spazio ad hoc che favorisce un primo approccio alla creatività.
A quello intitolato Il serpentone del libro e della lettura, che ha ottenuto un primo finanziamento con la legge regionale n.16 e che ambisce a valorizzare l'intera filiera del libro, attraverso la costruzione di un circuito virtuoso tra biblioteche pubbliche, librerie, case editrici e tutti i soggetti che rientrano nella categoria dei cosiddetti "produttori di contenuti", fino ad arrivare al progetto di Biblioteca diffusa che vorrebbe ridisegnare il modello delle biblioteche castellane, pensando ad un sistema ancora più radicato e ramificato dell'attuale, perché prevede la presenza delle biblioteche anche in luoghi e spazi non tradizionalmente destinati a svolgere una funzione culturale.

Inoltre, e non da ultimo, il progetto Vivavoce, di cui questa rivista è una delle componenti, che svolge una funzione permanente di ricognizione, documentazione e valorizzazione delle risorse materiali e immateriali di questo territorio e nello svolgimento di tale attività favorisce e rafforza le reti dei soggetti che a diverso titolo vivono i Castelli romani, producendo, gestendo e consumando cultura

 

Ed è per essere più incisivi in tale direzione, che il Consorzio (Ente Pubblico) ha dato vita ad una Fondazione per la Cultura Castelli Romani(Ente privato) che ambisce a sostenere tutti quei processi culturali che partono dal riconoscimento dei valori identitari locali, intesi in senso progressivo e a far partecipare e condividere il progetto distrettuale di trasformazione oltre che ai soggetti fino ad oggi coinvolti, per lo più a carattere pubblico, anche ai soggetti privati che trovino strategicamente convincente l'idea di un territorio che si riprogetta su basi culturali.

Per la rubrica Sistema Territorio - Numero 92 giugno 2010