Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Tafter

Nuova editoria per nuovi lettori?

Quali sono le sembianze del lettore italiano? Cosa legge e come si evolvono le abitudini di lettura? Probabilmente il luogo comune secondo cui la lettura è un mondo poco frequentato, ed in Italia ci sono molti più aspiranti scrittori che lettori, non è più così vero come si pensa. A leggere le statistiche fornite dall'ultima rilevazione sulla lettura effettuata dall'Istat, il quadro non sembra poi così fosco. A quanto pare, l'hobby della lettura appassiona sempre più italiani. Secondo i dati relativi al 2009 il numero di lettori è aumentato di mezzo milione rispetto all'anno precedente. I lettori sono pari ad 45,1 %, vale a dire 25 milioni di persone, 20 milioni dei quali in possesso di un titolo di studio elevato.
A giudicare dal successo riscosso dalla manifestazione "Libri come", evento ospitato lo scorso fine settimana a Roma all'Auditorium Parco della Musica, che ha registrato presenze pari a 41 mila spettatori, i lettori non sono solo passivi fruitori del libro, ma partecipano molto attivamente agli eventi che hanno a tema la lettura (festival, saloni dedicati all'editoria, reading). Sembra tra l'altro che iniziative di questo genere fanno aumentare e rendere più costante il rapporto con la lettura stessa. In questo caso, una così forte partecipazione di pubblico evidenzia un elemento che probabilmente non è stato finora sufficientemente indagato: i lettori costituiscono una particolare categoria di "consumatori" caratterizzata da forte senso critico ed una crescente consapevolezza del mercato del libro. Non è un caso che un elevato gradimento all'interno della kermese sia stato ricevuto dagli incontri "meno tradizionali" e più lontani dalla celebrazione della figura dello scrittore e del suo lavoro; affollati, al di là di ogni più rosea aspettativa, sono state le conferenze dedicate ad argomenti apparentemente per addetti ai lavori come quelle dedicate alla formazione del prezzo di copertina o al lavoro del libraio. Segno che l'interesse non si ferma più solo alla lettura, ma si estende al "dietro le quinte" della produzione letteraria, e agli aspetti più prettamente operativi legati all'industria editoriale.
Ma, a voler indagare più a fondo le dinamiche che il settore vive, non si può non considerare il cambiamento delle modalità di fruizione di contenuti. Se per capire come si evolveranno in Italia le abitudini di lettura di libri attraverso nuovi strumenti tecnologici come Kindle e iPad, si dovrà aspettare ancora un po' (negli USA Amazon ha registrato a Natale il sorpasso delle vendite di e-book su libri cartacei), si può affermare che è già cambiata la fruizione dell'editoria quotidiana. Cambiamenti che hanno incrementato la crisi che vive sia l'editoria quotidiana che quella periodica e specializzata. Una crisi aggravata anche da vari provvedimenti legislativi, tra i quali, ultimo in ordine di tempo, un decreto che prevede di eliminare le tariffe agevolate per l'editoria sulle spedizioni in abbonamento di quotidiani e periodici. Si tratta, secondo gli interessati, di un forte ridimensionamento degli unici contributi indiretti che supportano il canale distributivo degli abbonamenti, in Italia tradizionalmente in affanno. Una decisione che si tradurrebbe in una perdita pari a 200 milioni di euro per un settore che ha vissuto pericolose emorragie dovute alla congiuntura economica negativa.
Il trend, a meno di inversioni di tendenza, è chiaro: i lettori di informazione quotidiana non sono diminuiti, ma è la fruizione ad esser cambiata. Meno carta stampata e più computer e telefonino per leggere ed aggiornarsi in tempo reale. Effettivamente, come ammonisce Timothy Egan, esperto di media dell'Herald Tribune, il vero paradosso che viviamo è che "è in crisi il formato dei quotidiani, non la sostanza". Sebbene la strada non sia ancora tracciata, e probabilmente andranno trovati nuovi modelli economici che tengano in considerazione le novità in corso, è lecito pensare che la convergenza di differenti media non può che portare benefici in termini di incremento della abitudini di lettura.

 


 

Riferimenti:
www.auditoriumroma.it
www.aie.it
www.repubblica.it

Per la rubrica Tafter - Numero 91 maggio 2010