Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cinema

Renato Salvatori e Marisa Allasio a Frascati: Belle ma povere (1957)

«La piazza principale di Frascati fa da sfondo ad una scena di gelosia nel sequel di Poveri ma belli»

 

Sequel di Poveri ma belli, il film di Dino Risi riparte esattamente dove il precedente finiva: Romolo (Maurizio Arena) e Salvatore (Renato Salvatori) si sono fidanzati con le rispettive sorelle, Anna Maria (Alessandra Panaro) e Marisa (Lorella De Luca). Le due ragazze vorrebbero sposarsi al più presto, ma i due giovanotti non hanno molta voglia e, più che cercare un lavoro stabile, pensano ancora a divertirsi e a corteggiare belle ragazze, come Giovanna (Marisa Allasio), vecchia fiamma di entrambi, ora fidanzata con Franco (Riccardo Garrone), ricco gioielliere ed impenitente playboy. Dietro pressione delle rispettive fidanzate, Romolo e Salvatore si iscrivono ad una scuola serale di radiotecnica, ma mentre Romolo si impegna riuscendo ad aprire un piccolo negozietto, Salvatore viene cacciato dalla scuola e sta per mettersi su una cattiva strada...
Girato tra Roma, gli stabilimenti balneari di Ostia e i Castelli Romani, il film riprende, con gli stessi personaggi, le schermaglie amorose e sentimentali del primo nella Roma popolana degli anni '50. Alcune importanti sequenze del film sono state girate a Frascati. In particolare Piazza San Pietro fa da sfondo ad una scena di gelosia nella quale la bella Giovanna vuole scoprire le vere intenzione dei suoi spasimanti e far ingelosire il suo nuovo fidanzato Franco.
Riconosciamo in particolare la Galleria Vittorio Emanuele II (si intravede anche la vecchia insegna luminosa del supercinema, importante opera dell'architetto Ugo Luccichenti, recentemente trasformato in una libreria) e la bella cattedrale. Sull'onda del clamoroso successo di Poveri ma belli, Risi ripropone le gag e le situazioni del primo con la stessa malizia e la stessa ludica verve narrativa, sempre attento a raccontare l'evoluzione del costume nella società italiana. Ma il risultato è questa volta meno spontaneo e felice anche per via di una certa vena moralistica che appesantisce la freschezza narrativa e la spontaneità dei dialoghi presente invece nel precedente.
La trilogia si concluderà nel 1959 con Poveri milionari.

Per la rubrica Cinema - Numero 90 aprile 2010