Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

La fine dei cieli di cristallo

L’astronomia al bivio del ‘600

Il Museo dell'Osservatorio Astronomico di Monte Porzio Catone, conserva le bellissime Tavole Sciateriche, orologi solari ideati da Kircher nel 1636:

Presentato, con una video-conferenza, lo scorso 17 marzo presso la Biblioteca Nazionale di Roma,
il libro del Prof. Roberto Buonanno " La fine dei cieli di cristallo- L'astronomia al bivio del '600"
è dedicato in particolar modo alla figura del matematico gesuita tedesco Athanasius Kircher, personaggio eclettico al quale si devono numerose "invenzioni" ed una vastissima serie di pubblicazioni. Il libro di Roberto Buonanno continua idealmente il percorso di ricerca sulla storia dell'astronomia tra '500 e '800, iniziato con la precedente pubblicazione" Il cielo sopra Roma. I luoghi dell' astronomia"
Un progetto composito che si inserisce nell'ambito della mostra "Visioni celesti", in corso fino al 28 maggio nelle sale espositive della Biblioteca Nazionale, con un affascinante racconto affidato a documenti, pubblicazioni, incisioni e curiosità, aventi per tema l'astronomia antica.

 

MA CHI ERA ATHANASIUS KIRCHER ?
Kircher nasce a Fulda in Germania, nel 1602, e muore a Roma nel 1680. Nel 1628 insegnò Filosofia e Matematica all'Università di Wuerzburg, nel 1633 si trasferì a Roma, chiamato dal cardinale Bellarmino. Dal 1638 fu professore presso il Collegio Romano dove creò il celebre Museo Kircheriano. Genio barocco, ispiratore di Bernini, in particolar modo per le "strabilianti" macchine teatrali, Kircher si interessò di innumerevoli discipline, tra le quali archeologia, astronomia, vulcanologia, lingue orientali, fisica, portando avanti studi sul magnetismo terrestre e sull'ottica.
In una saletta del Museo dell'Osservatorio Astronomico di Roma a Monte Porzio Catone, sono conservate le bellissime Tavole Sciateriche, orologi solari da lui ideati nel 1636:
" E' nel gioco delle luci e delle ombre - racconta Buonanno - come scriverà nell' "Ars Magna lucis et umbrae", che può rivelarsi il disegno della Natura. E sono le luci e le ombre che scrivono il trattato di cosmologia kircheriana rappresentato dai quattro orologi solari conservati nell'Osservatorio Astronomico di Roma a Monte Porzio Catone. Si tratta di quattro tavole di ardesia magnificamente affrescate e che richiedono almeno due visite: la prima per ammirare l'armonia e la bellezza artistica e la seconda per avere una, sia pur lontana, percezione delle infinite informazioni di carattere astronomico che, attraverso le ombre proiettate da una quantità di diversi gnomoni, si possono ottenere" ( da: " Il cielo sopra Roma").


GALILEO E KIRCHER
Kircher giunge a Roma nel 1633, l'anno in cui Galileo subisce il processo e viene costretto all'abiura. Contro di lui, in prima linea la Compagnia di Gesù, con la quale entrerà in rotta nel 1634.
Ma qual'era la posizione di Kircher in merito alle nuove teorie astronomiche sostenute da Galileo? Kircher non può accettare la rotazione della Terra attorno al Sole e, sostenendo l'astronomia magnetica del Cabeo, afferma che la Terra è tenuta al centro dell'Universo tramite la propria forza magnetica.
Galileo conosce Kircher, ma non lo nomina; ne sente parlare per la prima volta in una lettera inviatagli nel 1634 dall'amico Giacomo Boccardi " ...Non m'imagino potere finire questa per nuova più grata a lei di quella dell'inventione d'uno horologio dove l'hore vengono notate da una certa radica, la quale per proprietà naturale si va movendo continuamente col sole dell'istesso suo moto, posta che sia in libertà dentro all'acqua. Un tal Gesuita Tedesco, arrivato a Roma da poco tempo in qua, il quale si domanda P. Anastasio, n'è stato l'inventore. Egli confessa nondimeno averlo cavato da certi autori Arabi, essendo detto Padre molto versato nelle lingue orientali ...".
Per Galileo "L'Universo è scritto in lingua matematica", mentre per Padre Kircher l'Universo appartiene alla bellezza e totalità di un Dio creatore. " Nulla è più bello della conoscenza del tutto" affermerà e questo " tutto" sarà da lui indagato, catalogato, descritto e studiato, con minuziosi quanto affascinanti scritti, supportati da immagini ed incisioni di rara bellezza.
"Se si vogliono capire i libri di Kircher - sottolinea il Prof. Buonanno- bisogna sempre osservare le bellissime immagini, realizzate ad incisione, delle "antiporte", ricche di simboli e allegorie, dettagli che rimandano ad una conoscenza criptica del Macrocosmo ma anche del Microcosmo".


LA SAPIENZA E I GEROGLIFICI
" La Sapienza è un bene inesauribile: beato chiunque la trovi, sotto umane spoglie avrà aspetto divino" ( A. Kircher 1651)
Per Kircher la Sapienza è celata, si nasconde dietro messaggi occulti, come nei geroglifici egiziani, verso i quali il dotto Gesuita dedicherà ampi studi, sostenuti da colui che sarà il massimo estimatore e finanziatore delle ricerche kircheriane: Nicholàs Clàude Fabri de Peiresc.
Nascono così gli imponenti trattati quali " Obeliscus Pamphilius" del 1650, in 5 tomi, riferito all'obelisco della Fontana berniniana dei Quattro Fiumi, in Piazza Navona.
Seguirà - siamo nel 1665 - l'interpretazione della quarta iscrizione dell'Obelisco di Piazza della Minerva: un avvenimento che desterà grande clamore nelle cronache del tempo.
" Mentre si scavava nel terreno dei RR PP della Minerva - scrive in una lettera l'amico e collaboratore di Padre Kircher, Giuseppe Petrucci - fu trovato un obelisco il quale tanto appariva inferiore nella grandezza a tutti gli altri, altrettanto si rimirava più perfetto, e più intero di quanti ne siano. Al P.A. Kircher intendente di questi fu imposto che ne desse piena contezza; ma siccome la missione annuale alla Mentorella gli impediva di rimanere, lasciò a me l'incarico che non appena l'obelisco fosse tratto fuori, se ne facesse un disegno da inviargli a Tivoli dove si sarebbe fermato dopo aver compiuto la missione. Accadde che solamente tre lati si potessero disegnare, onde io impaziente, desideroso di adempiere quanto mi era stato ordinato mandai il disegno così imperfetto. Nella risposta fattami dal Padre, con gran meraviglia di chi vide, e di molte persone di dottrina non ordinaria, mi mandò il quarto lato disegnato di proprio pugno. A vista tanto inaspettata, stupefatto e curioso corsi subito a vedere se corrispondeva all'originale e rinvenni in essa il medesimo contenuto, senza segno di variazione alcuna, anzi in quei luoghi dove non v'erano scolpite figure, egli supplì con espormi quanto mancava" ( da: "Obeliscus Alexandrinus")


IL MAGNETISMO E LE MACCHINE
Negli studi sul magnetismo " Magnes, sive de Arte Magnetica" ( Roma 1641) Kircher sostiene che " Se l'asse terrestre è magnetico, allora anche la sfera delle stelle fisse deve essere magnetica. Infatti i copernicani, facendo ruotare la Terra, cadono in un paradosso: il magnetismo si estenderebbe ai cieli e la forza magnetica renderebbe gli oggetti di ferro inamovibili". Per Kircher considerare la Terra come un magnete era " Opinione absurda, indigna et intollerabile".
E' questo il tempo in cui il dotto Gesuita costruisce orologi magnetici, fino ad estendere i suoi studi sul magnetismo al mondo vegetale, come nel curioso orologio botanico, dove è un girasole a ruotare segnando l'ora.
Ma è negli esperimenti di ottica che lo studioso tedesco sorprende con le sue stravaganti invenzioni, tra le quali spicca certamente la "Lanterna magica", che precorre la macchina da presa.
Il prototipo viene pubblicato nell' "Ars magna lucis et umbrae" nel 1671. In una scatola contenente una lucerna ad olio, vengono inseriti vetrini colorati e dipinti con figure. I vetrini, posti come diapositive, sopra un obiettivo lenticolare, proiettano le immagini sul muro.
Con la "Lanterna magica" Kircher amava realizzare autentici spettacoli, utilizzando più vetrini, in sequenza, secondo il


AL BIVIO DEL 1600.
E' agli inizi del XVII sec. che l'astronomia prende coscienza dello spazio, indagando oltre quella volta di cristallo che, fino ad allora, definiva il cielo, proteggendo la Terra. Lo spazio si dilata, la Terra non è più il centro dell'Universo e l'Universo appare sconfinato.
Nella primavera del 1609 Galileo Galilei aveva costruito il suo telescopio e pochi mesi dopo dato alla luce il trattato "Sidereus Nuncius" .

 



Roberto Buonanno è Professore ordinario di Astronomia e Astrofisica all'Università di Roma "Tor Vergata" dove è coordinatore del Dottorato in Astronomia. E' stato direttore dell'Osservatorio Astronomico di Roma fino al 2005. Dal 2007 è Presidente della Società Astronomica Italiana.
Si occupa dello studio degli Ammassi Globulari, i sistemi solari più antichi della Galassia.
E' autore di circa 150 pubblicazioni scientifiche.

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 90 aprile 2010