Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

Perchè ho smesso di scriverti versi

Il trentaseienne scrittore e insegnante romano Simone Consorti pubblica questa raccolta di poesie dopo aver dato alle stampe, in un decennio, già tre romanzi.
Come denuncia lo stesso titolo Perchè ho smesso di scriverti versi, il filo rosso dei versi di Consorti è un dialogo ideale con una donna, dialogo che sulla pagina diviene soprattutto rimprovero, rimpianto, amara rimuginazione. I versi hanno una musicalità lieve che fa spesso i conti con il rigore delle forme della metrica tradizionale italiana (per es. il sonetto), rigore stemperato da un lessico fresco e da ironia che sfuma tutto in tonalità antiretoriche, comunicative e informali.
Il tema dell'amore e delle relazioni di coppia è declinato soprattutto alla luce del disincanto, delle consapevolezza della difficoltà di condividere veramente le proprie esistenze e alla luce di una estraneità ontologica che è più cruda di quella che c'è tra due persone che non si conoscono ("almeno tra due estranei/ c'è la curiosità").
Spesso nelle poesie di Consorti troviamo lo spaesamento di fronte al progetto "borghese" di una vita "normale", spaesamento e sconfitta, con il conseguente realistico prendere atto della propria inadeguatezza e della propria claustrofobica allergia a tale iperstrutturato destino.
Altre poesie della raccolta nascono da una attenta osservazione della realtà, come per esempio lo stupore di fronte agli studenti che visitano Auschwitz con ottuso atteggiamento da turisti, oppure l'osservazione di alcune persone anziane che rovistano nei cassonetti, istantanea che diviene occasione, prima che di compatimento, di un bilancio chirugico riferito all'apatia che soffoca le nostre esistenze distratte e patinate. Quei vecchietti, invece, guardano "lische/Piatti di plastica e altri avanzi/Attratti come da una verità".
Tutta al raccolta è attraversata da bilanci esistenziali crudi e ironici, è costellata da giochi di parole che mettono l'accento sull'insincerità della scrittura, oltre che della vita.


Simone Consorti, Perchè ho smesso di scriverti versi, Roma, Aletti Editore, 2009

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 89 marzo 2010