Di questo millenario fenomeno insediativo fanno parte a pieno titolo anche edifici “minori”, forse meno conosciuti ma parimenti significativi, realizzati per il turismo residenziale, fenomeno che ha interessato il Tuscolano, come altre zone nei Colli Albani, nella prima metà del secolo XX arrivando a imporsi (per qualità e quantità) come una delle forme di sviluppo che maggiormente hanno segnato il territorio a quell’epoca collegato a Roma dalla storica Tranvia dei Castelli. Auspice ne fu la ricca borghesia capitolina, la quale seppe avvalersi della collaborazione di alcuni tra i professionisti più noti, non solo a livello locale. Un prezioso patrimonio dunque, purtroppo andato in parte oramai perduto a causa di un miope sviluppo urbanistico che mette oggi a serio rischio anche quanto ne resta. L’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, e in particolar modo la cattedra di Rilievo dell’Architettura della Facoltà di Ingegneria, non si è mai sottratta al naturale se non “obbligato” compito (e non soltanto per vicinanza geografica) di riservare particolare attenzione a questi fenomeni con l’intento di approfondire la conoscenza di tale contesto territoriale, valorizzandone la specifica identità archi-tettonica, urbanistica e ambientale.
È dedicato proprio al particolare fenomeno di espansione urbanistica dei “villini” legati al turismo di soggiorno in Grottaferrata, il primo volume (realizzato in collaborazione con l’arch. Claudio Baldoni) della collana Quaderni di Architettura dell’Area Tuscolana curata per l’appunto dal titolare di questa cattedra, il prof. Rodolfo M. Strollo. Promossa dall’Amministrazione comunale criptense nel 2003, la pubblica-zione è stata resa possibile anche dal meritorio contributo di alcuni sponsor privati (Schiaffini Travel, Mitreo Medica, Domus Mitreo).
Il volume ci offre una documentazione criticamente attualizzata della Grottaferrata di quegli anni, fornendo al contempo una “nuova” chiave di lettura per una più profonda conoscenza della sua evoluzione in termini non solo di linguaggio architettonico ma anche di concezione urbana e contesto socio-culturale. Le diverse metodologie di indagine proprie del rilevamento, che fanno da filo conduttore della pubblicazione, sono applicate a un settore dell’edilizia storica che, come evidenzia il prof. Maestri nella sua presentazione, è “ancora poco conosciuto e, appunto per questo, ancora aperto ad un’analisi informativa generale e particolare”.
La trattazione illustra questo tipo di sviluppo (con il ricorso anche a specifiche schede tematiche) nei suoi aspetti generali e ne affronta poi specificamente alcuni esempi, approfondendo l’analisi di alcuni edifici di particolare interesse architettonico.
Il primo di questi è Villa Eloisa, definita, già all’epoca della costruzione, “una delle più belle e ricche ville del territorio Tuscolano”. Opera di Achille Petrignani, per la descrizione del villino gli autori hanno avuto a disposizione il corpus, pressoché completo, dei disegni di progetto (reperiti presso la proprietà attuale), potendo così anche portare una preziosa testimonianza delle modalità ideative e comunicative proprie della professione in quello specifico momento storico.
Nella descrizione del villino “Il Castagno”, con ogni probabilità unica opera di edilizia unifamiliare su progetto di Angiolo Mazzoni, gli autori analizzano le vicende costruttive dell’edificio evidenziando puntualmente i pregi e i raffinati riferimenti culturali che contribuiscono a fare di quest’opera (erroneamente pubblicata da altri autori come “Villino Falcone” in Ariccia) una delle più valide del progettista bolognese.
Una terza analisi specifica è dedicata alla Sottostazione elettrica di “Villa Dusmet”, edificio costruito nel 1941 – verosimilmente su progetto dell’Ufficio tecnico della stessa società di gestione della Tranvia (STEFER) – subito a ridosso del sepolcro di epoca romana detto di Metilio Regolo. Caratterizzata da una singolare qualità progettuale ed esecutiva (oggi difficilmente pensabile in un’analoga situazione) anche questa struttura è presentata con l’ampia documentazione scaturita dal procedimento di ricerca proprio del rilevamento. Conclude il volume un’interessante appendice curata da Padre Marco Petta e dalla dott.ssa Maria Grazia Roncaccia nella quale il fenomeno della villeggiatura a Grottaferrata viene ricostruito alla luce delle preziose informazioni che si hanno dall’Archivio Passamonti, una ricca e preziosa messe di materiali relativi alla storia civica, di cui questi autori sono attenti studiosi, raccolti da un appassionato testimone vissuto negli stessi anni e in gran parte conservato presso l’Abbazia di S. Nilo. Dello stesso Archivio è proposto un inedito inventario nel quale sono evidenziati i documenti sullo specifico tema della villeggiatura, curato dalla stessa M.G. Roncaccia e dalla dott.ssa Valentina Filippi.
Per la rubrica
Architettura
- Numero 59 febbraio 2007