Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Cibo per la mente

Foresta di fiori

Riflessioni del nigeriano Ken Saro-Wiwa ( 1941 - 1995) sono risuonate forti e incisive lette da Roberto Saviano nella trasmissione Che tempo che fa in memoria ed onore di molti scrittori e giornalisti che hanno sofferto la prigione, l' esilio o addirittura perso la vita a causa delle loro parole contro.
Di Ken Saro-Wiwa sappiamo della sua lunga impari lotta contro la Shell, a causa dello scempio operato dalla multinazionale del petrolio nel delta del Niger; sappiamo della sua ingiusta morte per opera del regime militare nigeriano; si conosce, almeno di nome, il libro ritenuto a ragione - o a torto - il suo capolavoro, Sozaboy, contro l' atroce assurdità della guerra, ma poco noto è l' altro suo libro pubblicato in Italia - il primo tradotto in italiano per merito della casa editrice Socrates nel 2004. Foresta di fiori.
Titolo emblematico, che immediatamente fa pensare ad una foresta lussureggiante, ingentilita da grandi fiori multicolori. Già nel titolo l' ironia, che percorre tutto il libro, è totale.
Diciannove racconti, diciannove storie, uomini e donne, analfabeti e laureati, giovani e vecchi, mendicanti e affaristi, poliziotti corrotti e candidi cantastorie, casalinghe e camerieri, abitanti della città e abitanti dei villaggi, in particolare di Dukana, il villaggio simbolo. Ognuno colto in un segmento della sua vita quotidiana, ognuno che racconta, spesso in prima persona.
Libro corale dunque: protagonista di fatto è la Nigeria nella sua complessità, in bilico fra quello che noi occidentali chiamiamo progresso e le superstizioni del passato, fra il desiderio di riscatto e di onestà e la corruzione imperante, fra la ricchezza di pochi e la povertà di molti. Contraddizioni stridenti che si risolvono armoniosamente solo nell' unitarietà della scrittura che riflette lo sguardo affettuoso e insieme ironico e divertito con cui lo scrittore osserva il suo popolo e in qualche modo se stesso. Progres ( un vecchio camion traballante) era l' orgoglio di Dukana, il suo collegamento rapido con il mondo moderno, con la città di mattoni dove attraccavano le navi, dove si compravano e si vendevano merci straniere. Percorreva quella strada ogni giorno e tutti lo tenevano in alta considerazione. Era una superba testimonianza dello spirito moderno, progressista e cooperativo di Dukana.
Una scrittura chiara, asciutta, ritmata da brevi frasi, con frequenti dialoghi vivacissimi. Si avverte chiaramente che Ken Saro- Wiwa ha molto cavato, per usare un' espressione di Leonardo Sciascia, ha tagliato all' osso, evitando ogni sbavatura.
La denuncia, le amare considerazioni sul penoso destino del suo popolo costretto a vivere - o meglio a sopravvivere - in un territorio desolato dall'inquinamento, restano quasi sempre nello sfondo. Le fiammate dei pozzi di petrolio appaiono soltanto qua e là nel mezzo di una descrizione, nel mezzo di un dialogo, comunicando in questo modo un maggior senso di verità. Vedevamo spesso in lontananza una fiammata di gas, che ci rammentava che questo è un paese ricco di petrolio e che proprio dalle viscere di questa terra proveniva il liquido tanto ambito, che alimentava gli ingranaggi della civiltà moderna... E il mio pensiero andò agli uomini e alle donne di Dukana che recitavano la propria vita sullo sfondo di grandi forze che non avrebbero mai capito.
Più che dalla denuncia, che pure è presente, ma non prevale, lo scrittore, in questo libro, si è lasciato prendere dal piacere di raccontare, di sorridere, raggiungendo in questo modo un equilibrio sapiente tra l' amarezza e il sorriso.
Ad un poverissimo funerale, in cui il morto viene calato nella fossa senza neanche uno straccio che lo avvolga, un amico del defunto pronuncia un saluto di commiato: - Tu giaci qui coraggioso cacciatore. Giaci, pover'uomo, lontano dagli esattori delle tasse, i grandi mentitori. Hai pagato l' ultima tassa a Oyeoku, il tuo dio. Giaci e guardaci vivere lentamente questa morte nella vita, la nostra vita che è un peso e un orrore. Ma guardaci sorridere come la luce del sole, cantare come il grillo, nonostante tutto
Un libro scritto magistralmente, un incitamento alla vita - nonostante tutto - che fa riflettere molto e molto sorridere e soprattutto amare Ken Saro-Wiwa come straordinario scrittore.

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Ken Saro - Wiwa
Foresta di fiori
Edizioni Socrates, Roma,1° rist. 2009

Per la rubrica Cibo per la mente - Numero 88 febbraio 2010