RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Teatro

Essere in scena tutti insieme

Note a margine di “Affari di scimmie”

Quando ho conosciuto Alessandro, Emanuela e quelli che sono subito diventati per me "i loro ragazzi" sono stato piacevolmente sorpreso e mi sono fatto immediatamente travolgere dalla loro simpatia, dall'entusiasmo e dalla loro inesauribile carica umana. Impossibile restare neutrali. Io che ho cominciato la mia carriera artistica con l'esperienza del teatro amatoriale, non ho mai condiviso l'atteggiamento di molti miei colleghi che, una volta passati al professionismo, rinnegano quella esperienza formativa e fanno di tutto per prendere, e mantenere, le distanze. Anzi, dopo venticinque anni di professionismo, continuo a guardare con estremo affetto ed attenzione a quel mondo, che non sento per niente estraneo: mi pare invece straordinario che ai giorni d'oggi ci siano ancora persone che abbiano voglia di impiegare il tempo, le energie e, a volte, le loro sostanze, per praticare, imparare e studiare l'antica e nobile arte del teatro.
Quanta fatica costa rimettersi a studiare una parte, in età non sempre verde e per una persona che spesso è disabituata allo studio! Quanto costa in certi casi mantenere l'impegno, e liberarsi dalle incombenze familiari, lavorative, dai problemi di salute e dai mille contrattempi quotidiani per riuscire ad essere lì, pronto per le prove, sempre troppo poche!, all'appuntamento fissato.
Sì, perché il teatro si fa insieme e questo è il suo punto di forza e la sua dannazione. Ognuno dipende dall'altro e deve poter contare sull'altro, poterci fare affidamento. E questa è una grande scuola per dei giovani, che vivendo in un mondo e in un tempo disgregato, dove molteplici sono le spinte verso una feroce concorrenza e in favore di uno spietato egoismo individualista, non hanno molte possibilità di conoscere delle realtà in cui sia così presente ed evidente il valore sociale del lavorare insieme, dello scambio, del rispetto reciproco e della cooperazione. Sì, anche perché i problemi dei "grandi" sono anche quelli dei più giovani. Lo studio a memoria è difficoltoso anche per i ragazzi, perché la scuola tende a sviluppare sempre meno la conoscenza mnemonica, in favore di altre forme di apprendimento. E l'impegno? I ragazzi oggi hanno le giornate piene di mille attività, più dei loro genitori, e devono barcamenarsi per riuscire a condurre in porto almeno qualcuno dei loro progetti.
E allora? Allora ecco qua, i ragazzi e Alessandro ed Emanuela, due educatori, nel senso più profondo della parola, di quelli che educano non solo con la parola ma soprattutto attraverso l'esempio, mettendosi in gioco in prima persona. Ed è proprio questo che mi ha colpito, il rapporto che sono riusciti ad instaurare con questo meraviglioso gruppo. L'essere in scena tutti insieme, adolescenti e adulti, l'essere riusciti a mantenere il ruolo di conduttori e nello stesso tempo aver saputo stare sullo stesso piano dei loro allievi, essere con loro attori e allievi. Una cosa davvero difficile da fare, perché è complicato mantenere un ruolo di guida senza mettersi su un piedistallo, riuscire a far comprendere che ci sono delle funzioni che alcune persone possono svolgere meglio di altre, ma che quelle stesse persone possono essere, anzi sono, ugualmente parte del gruppo, anche loro con le difficoltà e i problemi e con la loro umanità, sono due di noi. E così anche i loro impacci diventano un esempio, l'esempio di come l'adulto cerca in maniera matura e costruttiva di affrontare e superare l'ostacolo, senza infingimenti e senza nascondersi.
Soprattutto questa mi sembra veramente la cosa più importante, questo svolgere insieme un'attività di gioco, di studio e di creatività di adulti e giovani.
Nell'universo che ci circonda, per esigenze di marketing, il mercato globale crea sempre più target differenziati : ci sono libri, film, musica per bambini e libri, film, musica per adolescenti, e entrambi sono diversi da quelli per adulti, ed è prevedibile l'espansione dei prodotti per anziani; ci sono locali, giochi e spettacoli per grandi e quelli per gli adolescenti. Sempre di più si riducono gli spazi condivisi e sempre più aumentano le attività che si svolgono solo tra coetanei o, peggio ancora, da soli. Il contatto con il mondo virtuale aumenta nella misura in cui diminuisce quello con il mondo reale, con il risultato che in un mondo sempre più interconnesso si scavano profondi abissi di incomunicabilità tra persone di età diversa e ognuno di noi diventa sempre più solo.
Per questo quando Alessandro ed Emanuela mi hanno chiesto, con le loro parole, di aiutarli a crescere e a far crescere il gruppo, ho accettato senza esitazioni. Per me loro costituiscono un modello, possibilmente da esportare. Impossibile restare neutrali. E io metterò volentieri a disposizione la mia professionalità, l'esperienza e la passione per diventare uno di loro. Le scimmie, si sa, hanno un'irresistibile tendenza all'emulazione.

Per la rubrica Teatro - Numero 88 febbraio 2010