Vivavoce - Rivista d'area dei Castelli Romani

RIVISTA D'AREA DEI CASTELLI ROMANI

Arte

Lavorare per la decrescita

per ogni attività, compito, azione, un attimo per la decrescita

"Il miglior rifiuto è il rifiuto che non è prodotto" .
Serge Latouche

 

Cos'è decrescita? Una nuova religiosità, una nuova innocenza, direbbe Raimon Panikkar, un modo di sentire sacra e preziosa ogni cosa, al di là di ogni funzionalismo per il quale ciò che non serve più va scartato, va buttato via. Una nuova verità.
È tempo di decrescita, con il suo spazio, i suoi ritmi, il suo dire e fare. Per ogni albero abbattuto piantarne dieci, per ogni costruzione, un tetto-giardino. Per ogni imballaggio un pensiero di riuso. Per ogni tecnica adoperata un'altra più sobria pensata, tentata, messa nel cantiere dei nostri pensieri. Per ogni collaborazione un amico in più. Per ogni gesto di insofferenza e di rabbia, un gesto di amicizia e di distensione. Per ogni uso consumistico del tempo e delle nostre energie ("ammazzare il tempo" si dice ancora) un nuovo tempo. Per ogni pensiero-comportamento funzionalista, un pensiero- comportamento in decrescita: per esempio camminare non è solo un utile spostarsi per un determinato fine, camminare in decrescita significa che tutto il corpo riceve un necessario beneficio perché tutte le sue funzioni ne siano stimolate: respirare, digerire, favorire la circolazione del sangue, della linfa, concentrarsi, pensare, pregare. Per ogni procedere rassegnati e tristi, camminare in decrescita con un senso di gioia, di esplorazione per rinnovare sensibilità e mente.
I bambini in questo ci aiutano; ci aiutano ad andare verso le radici del gesto e dell'espressione. Dopo la grande stagione dominata dalla "codificazione" di tutto, dal rendere neutro ciò che invece è vitale, "decrescere" dovrà significare rigenerarsi rifacendo, sia pure a nostro modo, il percorso inverso. Quella che diciamo "compassione" lo è anche per i materiali e noi possiamo vedere i futuri oggetti scaturire da un modo di fare e di sperimentare nuovo creando i primi modelli per esempio dal semplice lamierino. Quando si trae un oggetto da un materiale semplice, da un quadrato di lamiera ad esempio, è come trarre a vita e sensibilità qualcosa che potenzialmente è dentro la lamiera stessa. Nell'immaginazione di chi lo fa l'oggetto era già lì. Allenarsi a questo rapporto di complicità è un esercizio del sentire vivo il materiale e restituirgli la sua anima. Un altro materiale potrà dare qualcosa di diverso aderente alla sua anima.

Per la rubrica Arte - Numero 87 dicembre 2009